CETA: PD e Forza Italia si schierano con le multinazionali contro agricoltori e piccoli produttori

15 febbraio 2017

E mentre Confindustria e i servi dei vari potentati esultano, Slow Food torna a tuonare contro l’accordo:“Ancora una volta siamo di fronte a
un trattato che intende affermare gli interessi della grande industria, a scapito sia dei cittadini che dei produttori di piccola scala”

Cronaca di un crimine annunciato: con una maggioranza di 408 voti favorevoli contro 254 contrari, il parlamento di Strasburgo ha approvato la ratificazione dell’Accordo economico e commerciale globale (Ceta), il trattato di libero scambio tra Unione europea e Canada, firmato alla fine di ottobre.

Non sono bastate le firme raccolte in tutta Europa (quasi 4 milioni) per fermare quello che è considerato un attacco agli agricoltori e ai piccoli produttori e anche alla salute di noi consumatori visto che il rischio di ingresso di OGM e pesticidi attualmente vietati è non solo possibile, ma altamente probabile, così come l’importazione di prodotti derivati da animali trattati con ormoni.

Cosa significherà questo accordo che ha scatenato proteste in tutta Europa (e che deve essere ratificato dai Parlamenti nazionali) ve  lo abbiamo detto in numerosi articoli, alcuni li trovate in allegato. Stamattina abbiamo pubblicato l’opinione del fondatore di Slow Food che riassume perfettamente tutti i danno che si profilano all’orizzonte per la nostra economia. Potete leggerla qui. 

Detto questo: come hanno votato gli eurodeputati italiani? Eccezione fatta per il Movimento 5 Stelle e Lega, gli altri si sono piegati agli interessi delle multinazionali. E quando diciamo altri, ci riferiamo a PD e Forza Italia che ha Strasburgo hanno rafforzato la loro alleanza, evidentemente.

Ci sarebbero state alcune eccezioni all’interno del PD: due eurodeputate siciliane, Michela Giuffrida e Caterina Chinnici, avrebbero votato no. Attendiamo la lista ufficiale delle votazioni. Dicendo subito chiaramente che votare no, ma rimanere dentro ad un partito che contribuisce a distruggere soprattutto l’agricoltura siciliana e meridionale (lo hanno già fatto con l’olio d’oliva), è una vera presa per i fondelli. Una sceneggiata che non incanta nessuno.

E mentre Confindustria e i servi dei vari potentati esultano, Slow Food torna a tuonare contro l’accordo:“Ancora una volta siamo di fronte a
un trattato che intende affermare gli interessi della grande industria, a scapito sia dei cittadini che dei produttori di piccola scala. Cio’ di cui abbiamo bisogno e’ invece l’adozione di un nuovo sistema che ci indirizzi verso una politica commerciale inclusiva, che abbia come punti cardine i bisogni delle persone e del nostro pianeta. Ratificare il CETA ci allontanerebbe sicuramente da questo obiettivo”. E’ quanto afferma Gaetano pascale, presidente di Slow Food Italia, a proposito del voto del Parlamento europeo sull’accordo Ceta.
“La decisione ora è in mano ai singoli Stati Membri – aggiunge Pascale – ed è  sufficiente che un solo Paese non lo ratifichi per fare in modo che il CETA non passi. Chiediamo, quindi, al Governo italiano che rispetti l’opinione dei cittadini e si schieri finalmente a favore dei produttori locali e dell’ambiente”.
“In Europa – sottolinea una nota di Slow Food – abbiamo 1300 prodotti alimentari a indicazione geografica, 2800 vini e 330 distillati. Di questi, il CETA ne tutelerebbe solamente 173”.

“Questo significa che alcune denominazioni di origine di prodotti legati al territorio e con una tecnica produttiva tradizionale potrebbero essere tranquillamente imitati oltreoceano, senza essere passibili di alcuna sanzione – commenta Carlo Petrini, presidente di Slow Food – E attenzione a non pensare che questo sia un discorso protezionista nei confronti dei contadini europei, perché per altre filiere vale al contrario. Invece di migliorare le condizioni di chi sta peggio, – conclude – si innesca una guerra al ribasso che porta al baratro chi produce bene. Queste misure fanno esclusivamente il gioco della grande industria e della speculazione finanziaria”.

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