L’Ars e la Finanziaria: verso una sanatoria edilizia lungo le coste come chiede da anni l’ ‘onorata società’?

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Domani a Sala d’Ercole dovrebbe iniziare la ‘maratona parlamentare’ che si concluderà entro la fine di questo mese con l’approvazione dell’ultima legge importante di questa disastrosa legislatura: la manovra economica e finanziaria 2017. E siccome sono stati cinque anni di disastri, PD e Forza Italia, con il contorno degli ex democristiani sempre vivi, potrebbero completare l’opera di distruzione della Sicilia con una bella sanatoria edilizia lungo le coste, provvedimento che i mafiosi sognano dai primi anni ’90. Resa dei conti tra Crocetta e Partito Democratico   

L’unica cosa certa è che si tratterà di una legge omnibus, ma così omnibus che più omnibus  di così sarebbe impossibile trovare. Parliamo della manovra economica e finanziaria 2017 che comincia a prendere forma nelle Commissioni legislative dell’Assemblea regionale siciliana. Tra le tante, tantissime norme infilate a ‘sacco d’ossa’ nel disegno di legge ci sono anche gli interventi che riguardano il “territorio”: e qui c’è da tremare, perché nascosta tra le pieghe di una legge omnibus che segnerà la fine di questa disastrosa legislatura ci potrebbe anche essere una mega sanatoria edilizia per legalizzare ciò che è legale, né potrebbe essere legale: i milioni e milioni di metri cubi di cemento lungo le coste!

Sì, avete letto bene, non è da escludere che gli attuali parlamentari di una legislatura ormai agli sgoccioli, consapevoli del fatto che molto difficilmente rimetteranno piede all’Ars, abbiano deciso di calcare la mano ‘risolvendo’ una questione che in Sicilia è in piedi dal 1976, ovvero da quando è stato introdotto in Sicilia il vincolo di inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia (legge regionale n. 78 del 1976).

Ricordiamo che, lo scorso anno, l’Ars ha ripetutamente provato ad approvare una sanatoria edilizia lungo le coste (come potete leggere in questo articolo, ma anche in quest’altro articolo, e anche in questo articolo).

Ricordiamo che, dall’anno scorso ad oggi, pochissimi Comuni hanno iniziato a liberare le proprie coste dalle abitazioni costruite abusivamente. ‘Cattivi esempi’ (per esempio, a Licata, in provincia di Agrigento) per chi, da quasi quarant’anni, va avanti nell’illegalità, in attesa di una sanatoria che farebbe guadagnare una barca di soldi a chi ha costruito abusivamente.

Insomma: un assist alla mafia in piena campagna elettorale? Dalla politica siciliana di oggi c’è da aspettarsi di tutto.

Oggi, infatti, le tante, tantissime abitazioni abusive realizzate lungo le coste valgono poco perché sono fuori legge. Se sanate aumenterebbero di valore.

Per non parlare dei soldi che l’Amministrazione regionale incasserebbe dalle migliaia e migliaia di cittadini che, pagando la sanatoria, si metterebbero in regola con la legge.

Per non parlare del fatto che, ‘liberando’ la nostra Isola dai vincoli di inedificabilità, si potrebbe dare il via alla privatizzazione delle coste siciliane.

Soldi – una montagna di soldi – in cambio della distruzione dell’ambiente. Sarebbe la ‘naturale’ conclusione di una legislatura devastante e di una fase politica altrettanto devastante: i governi di centrosinistra che, dal 2009 ad oggi, hanno amministrato la Regione siciliana portandola alla bancarotta. Regione in quasi dissesto finanziario, Comuni in quasi dissesto, Province scomparse e, per concludere, una bella sanatoria edilizia lungo le coste! Evviva la ‘sinistra’…

E oltre la possibile sanatoria edilizia? Impossibile capire quello che è successo stanotte, se è vero che le Commissioni legislative – e soprattutto la Commissione Bilancio e Finanze – hanno lavorato fino a ieri sera tardi.

Il primo dato politico certo è che domani, in Aula, dovrebbe iniziare la ‘maratona parlamentare’ che dovrebbe portare all’approvazione della manovra economica e finanziaria 2017 entro la fine di questo mese, che è il quarto – e quindi l’ultimo in base alla legge – di bilancio in esercizio provvisorio.

Ieri la Commissione Bilancio ha approvato il Bilancio a legislazione vigente. Ora tocca a quella che si chiama Finanziaria: legge dove potrebbe finire tutto e il contrario di tutto.

Tanto per ‘gradire’ vi anticipiamo che, siccome è impossibile infilare nella Finanziaria l’universo mondo, Governo e Ars si sono inventati un terzo provvedimento: il ‘collegato alla Finanziaria’: ed è in questo provvedimento che potrebbero finire tutte le ‘oscenità’.

Il secondo dato politico certo è che la maggioranza di centrosinistra si è praticamente frantumata. E come vi abbiamo anticipato nei giorni scorsi il PD – partito che regge i ‘giochi’ d’Aula in questo fine legislatura – ha tutta l’intenzione di approvare una manovra contro il presidente della Regione siciliana e il suo ‘cerchio magico’ (come potete leggere qui).

Un ‘assaggio’ dello scontro in atto tra il PD e Crocetta è andato in scena ieri sera con il colpo di mano su Riscossione Sicilia spa, la società che gestisce in Sicilia la riscossione a ruolo dei tributi. La società è controllata da Antonio Fiumefreddo, che è l’amministratore unico, personaggio molto vicino a Crocetta. Siccome quest’ultimo – cioè lo stesso Crocetta – ha deciso di ricandidarsi alla presidenza della Regione, di fatto contro il PD (Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia e via continuando con il ‘cerchio magico’ del presidente della Regione hanno già creato il movimento ‘Riparte Sicilia’, ovvero la lista nella quale si ricandiderà Crocetta), bisogna ‘distruggerlo’.

Quindi per ostacolare Crocetta e Lumia, il PD e i partiti che reggono questo gioco al massacro avrebbero deciso di tagliare tutto quello che potrebbe aiutare il presidente della Regione e il suo gruppo nella ricandidatura dello stesso governatore uscente. La prima società che, almeno in questa fase (poi infatti sarà l’Aula a pronunciare l’ultima parola su tutto), dovrebbe essere chiusa è la già citata Riscossione Sicilia spa. E pazienza se anche la riscossione dei tributi della Sicilia finirebbe a Roma. L’importante è ostacolare Crocetta!

Questo è il senso delle istituzioni e dell’Autonomia che, in queste ore, alberga nelle menti degli avversari di Crocetta all’interno del PD. Va letta anche in questo senso l’abolizione dell’ARAN Sicilia, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, soggetto chiamato a negoziare il contratto con i dipendenti della Regione per conto del Governo siciliano. Anche al vertice di questa società c’è un uomo legato a Crocetta, l’avvocato Claudio Alongi (marito del Segretario generale della presidenza della Regione siciliana, Patrizia Monterosso). Quindi, colpo di spugna: aboliamo anche l’ARAN.

Farà la stessa fine anche Sicilia E-Servizi, la società che dovrebbe occuparsi di informatica in Sicilia, retta da un altro fedelissimo di Crocetta, l’ex pubblico ministero Antonio Ingroia?

Tutto è possibile. Anche perché l’eventuale abolizione di Sicilia E-Servizi chiuderebbe il cerchio ascaro dei renziani che debbono consegnare la gestione delle forniture al loro ‘padrone’ romano, per finire di colonizzare l’economia siciliana, colpendo al cuore l’imprenditoria dell’Isola.

Insomma, consegnare all’assessore-commissario della Regione siciliana per conto di Renzi, Alessandro Baccei, le forniture per oltre 5 miliardi di Euro di appalti, soprattutto nel settore della sanità (come vi abbiamo raccontato qui). Soldi da togliere ai Siciliani per favorire gli amici romani del PD.

Riusciranno gli ascari della Sicilia a portare a compimento anche quest’ultima nefandezza?

Bisognerà capire, a questo punto, che ruolo giocheranno le altre forze politiche presenti all’Ars. L’asse tra PD e Forza Italia – per esempio – potrebbe portare a una veloce approvazione della sanatoria edilizia (Forza Italia è, da quando esiste, storicamente sensibile al ‘cemento abusivo’ e agli interessi ‘pesanti’ che ci stanno dietro…). Ma anche al sì ad altre norme.

In questa manovra omnibus non dovrebbero mancare i debiti fuori Bilancio per favorire gli amici (in campagna elettorale spartire milioni di Euro senza vincoli di Bilancio è sempre una bella comodità…).

Così come non mancheranno norme per il personale, per l’agricoltura, per le cooperative, per i gruppi che chiedono il via a nuove ‘operazioni’ eccetera eccetera eccetera.

Insomma, prepariamoci al peggio.

 

 

 

 

 

 

 

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