Anna Gabriel (Cup): “La vera sinistra si batte per l’autodeterminazione dei popoli”

30 marzo 2017

Interessantissimo dibattito ieri a Palermo con la deputata catalana di un partito indipendentista e di sinistra. Che, tra le altre cose, ha messo il dito nella piaga: l’assenza in Italia (e in Sicilia) di un vero schieramento di sinistra a supporto del diritto alla libertà dei popoli. Tanti gli interventi della platea, particolarmente frizzante quello di Monica Modica

Si è detta poco ottimista a proposito dell’annunciato referendum sull’indipendenza della Catalogna “perché se è vero che il PPE non è più forte come prima e anche vero che nel Parlamento di Madrid le forze politiche schierate con gli indipendentisti non hanno comunque la maggioranza”. Non solo: “Nello stesso Governo della Catalogna ci sono partiti indipendentisti ancora troppo tiepidi con il Governo centrale”. Anna Gabriel, deputata catalana della Cup, Candidatura d’unitat popular, partito marxista e indipendentista, ieri a Palermo per un incontro organizzato dall’associazione Antudo che si è svolto nella sala seminari della Facoltà di Lettere e Filosofia, ha stupito un po’ tutti con il suo scetticismo sulla possibilità che la Catalogna riesca a realizzare il suo sogno di staccarsi dallo Stato spagnolo.

Sappiamo che il Presidente catalano, Carle Puigdemont, nonostante la chiusura di Madrid, ha annunciato per quest’anno un vero referendum (non semplicemente consultivo come quello del 2015) e le notizie che ci arrivano da Barcellona da parte di tutti gli schieramenti indipendentisti (che contano 72 deputati su 135 nel Parlamento catalano) ci parlano di una determinazione ferrea per raggiungere quell’obiettivo.

Ma nella pratica, le difficoltà restano enormi come ha spiegato ieri la deputata catalana ad una platea di ragazzi e di indipendentisti siciliani che hanno voluto incontrarla: “Il regime spagnolo continua a lanciare segnali ostili nei confronti delle nostre rivendicazioni. E non sappiamo come reagirà se andremo avanti con l’idea del referendum. Sono scontate le reazioni per vie legali, penali e civili, ma cos’altro farebbe Madrid per fermarci”?

Parole che ci hanno suggerito una domanda: temete atti di forza da parte del Governo spagnolo?

“Sarei portata a dire no perché sembra assurdo che in un Paese dell’Unione europea si possa ricorrere alla forza per soffocare le aspirazioni di libertà di un popolo, ma è anche vero ha risposto Anna Gabriel- che in questa Unione europea ho visto cose che mai mi sarei aspettata di vedere. Un esempio? Il popolo greco al quale non viene riconosciuta più nessuna sovranità popolare. Hanno votato no al piano di rientro della Troika, lo hanno dovuto subire lo stesso”.

Insomma i cittadini catalani non escludono reazioni violente o, comunque, le temono. D’altronde parliamo di uno Stato, quello spagnolo, che ha vissuto una delle dittatura più lunghe di tutta l’Europa, il fascismo di Franco. E per la Cup, che non a caso chiama il governo spagnolo “un regime” gli eredi sono ancora tutti lì, ai vertici degli organismi giuridici- con riferimento al Tribunal Costitucional, la Corte Costituzionale che blocca di continuo le proposte catalane- e delle lobby politiche ed economiche che tirano le fila del Paese.

da sinistra: Serafino Biondo, Anna Gabriel e una studentessa che ha fatto da interprete

Giudizi che non devono sorprendere. Come accennato, la Cup è un partito di estrema sinistra, vicino a Syriza per intenderci, che nasce dall’unione di movimenti di lotta territoriali e anche anarchici. Contestano, insomma, l’intero modello della società capitalista moderna. Non sono propensi ad alcuna forma di compromesso. Appoggiano con i loro deputati la maggioranza catalana, ma non sempre. Vanno, insomma, per la loro strada, lavorando principalmente nei territori e nelle municipalità. E i risultati elettorali finora li hanno premiati: “Siamo passati da tre consiglieri comunali ai 360 attuali, abbiamo anche dei sindaci. Da tre deputati nel Parlamento di Barcellona ai dieci attuali. Un lavoro che va avanti da anni e sempre partendo dai singoli territori”. 

E’ stato proprio questo particolare ad affascinare i ragazzi presenti all’incontro e alcuni di loro, intervenendo nel dibattito, hanno sottolineato come anche per loro la battaglia per riconquistare la sovranità democratica in Sicilia parta dal sostegno alle cause dei singoli territori. Come abbiamo già avuto modo di dire, i ragazzi la sanno più lunga di quanto si possa immaginare e l’interesse verso le lotte per l’autodeterminazione dei popoli europei ne è una prova (a Palermo hanno organizzato incontri anche con giovani indipendentisti baschi e corsi).

Tornando alla causa catalana abbiamo chiesto ad Anna Gabriel se l’appoggio conclamato di Podemos possa determinare qualche apertura a Madrid:

“E’ vero che Podemos è schierato al nostro fianco e che ha una nutrita rappresentanza di parlamentari a Madrid, ma loro non possono fare nulla da soli, non sono riusciti ad avere la maggioranza. E, come ho detto, ci sono problemi anche all’interno della Generalitat catalana perché 72  deputati non bastano per una dichiarazione unilaterale di indipendenza e perché alcuni di loro sono propensi a compromessi con Madrid. Basti pensare che molti politici catalani hanno duramente criticato i nostri giovani militanti che, davanti alla sede del PPE di Barcellona, hanno esposto manifesti in cui chiedevano il referendum. Non hanno fatto nulla di male, eppure anche alcuni indipendentisti catalani hanno condannato il gesto”.

Podemos, il partito di Pablo Iglesias, alle ultime elezioni nazionali, si è schierato ufficialmente con i popoli spagnoli che chiedono l’autodeterminazione: “E’ normale che sia così, un vero partito di sinistra lotta per l’autodeterminazione dei popoli, se non lo fa non è di sinistra”. 

Evidentemente la deputata catalana non conosce la sinistra italiana, o meglio quel che ne resta. O, cosa più probabile, la conosce ma non la inserisce tra i veri partiti di sinistra. In Italia, infatti, da parte di questo schieramento non è mai arrivata una parola di sostegno nei confronti dei popoli italiani che spingono per l’autodeterminazione.

In Sicilia, peggio che andar di notte. Nel secondo dopo guerra figure importantissime della sinistra appoggiarono l’anelito separatista dei Siciliani, con formule diverse, ma sempre a sostegno del diritto all’autodeterminazione e alla libertà da uno Stato coloniale. Lo stesso capo dell’EVIS, Antonio Canepa, era un esponente della sinistra. Ma oggi non è rimasto più nulla, forse perché, come dice Anna Gabriel, non abbiamo più una vera sinistra. Né in Sicilia, né nel resto del Paese.

Tra i tanti aspetti trattati ieri nel dibattito con la deputata catalana che è durato diverse ore, ci sono anche il femminismo e l’Unione europea. 

Sul primo punto, Anna Gabriel ha suscitato l’entusiasmo delle ragazze e delle donne presenti: “Il nuovo processo costituente sarà determinato dalle donne. Ogni evoluzione della società, ogni rivoluzione non può che passare dall’affermazione della causa femminista”. Il femminismo, infatti, è alla base dell’ideologia della CUP.

Dell’Unione europea il partito della deputata catalana pensa tutto il peggio possibile: “L’Ue non può diventare democratica, perché non lo è nella sua struttura e nella sua ragione d’essere. Non c’è nessuna possibilità di recuperare il controllo democratico delle risorse dei singoli popoli finché ci sarà l’Ue”.

E anche su questo tema emerge una differenza sostanziale con un altro partito indipendentista catalano,  Esquerra Republicana de Catalunya. Qualche tempo fa, abbiamo intervistato un suo esponente (qui l’intervista) e ci ha detto che la Catalogna indipendente deve restare nell’Ue.

Abbiamo raccontato ad Anna Gabriel di questa intervista e il suo commento sintetizza perfettamente la visione che della politica ha la Cup.
“Sappiamo cosa ne pensano loro e sappiamo cosa ne pensiamo noi. Il punto fondamentale è che noi siamo per la sovranità popolare, questo significa che non sarà il partito a decidere ma i cittadini catalani. Noi vogliamo il referendum per l’indipendenza e vogliamo un referendum sull’adesione all’Ue. Dare voce al popolo e lasciarlo scegliere, questa è la sovranità popolare”.

Il dibattito sarebbe durato ancora per ore, ma  il tempo a disposizione per l’uso della sala non era, ovviamente, infinito. A giudicare dall’interesse suscitato tra i giovani presenti altre due ore non sarebbero bastate.

C’è stato tempo, comunque, per molti interventi da parte dalla platea. A parte i ragazzi, cui già abbiamo accennato, hanno preso la parola Franco Marsala, presidente dell’associazione Sicilia-Catalogna, profondo conoscitore della causa catalana, che ha ‘bacchettato’ la Cup per certe posizioni considerate estreme che rendono più difficile la vita al governo indipendentista di Barcellona. Il professor Elio Di Bella che si è soffermato sull’importanza del “ricominciare dai territori, anche in Sicilia”. Franco Busalacchi, leader del movimento I Nuovi Vespri (ed editore di questo blog) che ha fatto notare come la Sicilia, grazie al suo Statuto, ha molte più prerogative della Catalogna, ma resta il fatto che non sono riconosciute. E, ancora, Enzo Cassata, cofondatore di Siciliani Liberi che ha portato il saluto del suo movimento e non ha nascosto delusione per l’empasse del processo indipendentista catalano, anche se la via da seguire resta quella, sia per la Catalogna che per la Sicilia. Giovanni Montedoro del MIS che ha chiesto ad Anna Grabriel se l’unione degli indipendentisti, al di là delle differenze, sia stato il segreto della loro avanzata (la risposta è stata sì con l’aggiunta del lavoro sui territori). E, infine, un frizzante intervento di Monica Modica che ha condannato, guadagnandosi una standing ovation, quegli indipendentisti siciliani che, in vista delle prossime elezioni, si stanno alleando con i partiti nazionali: “Una contraddizione in termini, un tradimento della causa del popolo siciliano”.

In platea anche esponenti di TerraeLiberazione: “Quello che diciamo in Sicilia, da anni, ai tanti tifosi della causa catalana è che non è tanto la marcia con le bandiere che dobbiamo copiare, ma tutto il resto” commenta Mario Di Mauro, fondatore del movimento, parlando con I Nuovi Vespri.

“Voi- dice rivolgendosi ai catalani- ci state insegnando molte cose, e di questo vi siamo riconoscenti. Riconoscenza che vi preghiamo di estendere a tutta la Nazione catalana in marcia verso la sua meritata Autodeterminazione. E forse è anche arrivato il momento di sviluppare una attività pratica comune, come saggiamente previsto molti anni fa”.

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