Rosario Crocetta e Michele Emiliano: travolti da un insolito destino tra le navi di grano con glifosato e micotossine…

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Ma chi lo doveva dire che due politici che sembravano diversi si ritrovano, adesso, a condividere il silenzio sulle navi cariche di grano duro estero che approdano nei porti pugliesi e siciliani. In comune, i due, hanno pure i rifiuti tossici dell’ILVA di Taranto scaricati a Melilli e la mozione di ‘sinistra’ che vede candidato lo stesso Emiliano alla guida del PD. Intanto GranoSalusprova a stanare il presidente della regione Puglia. E in una lettera gli dice che…

La notizia è ormai di dominio pubblico: il gruppo di potere che fa capo al senatore Giuseppe Lumia appoggia la mozione del candidato alla segreteria nazionale del PD, Michele Emiliano. Ovviamente, Lumia si sta portando dietro tutti i suoi alleati storici, a cominciare dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta più ‘industriali’ vari…

Ebbene, pur avendo segnalato più volte la diversità di Emiliano (che, lo ricordiamo, è il presidente della Regione Puglia) rispetto a Crocetta (come potete leggere qui), oggi non siamo stupiti che i due si ritrovino insieme. Proviamo a illustrare il perché.

Prima vicenda. A un certo punto si decide che una parte dei rifiuti tossici dell’ILVA di Taranto debbano finire in Sicilia. Una storia che abbiamo descritto e commentato nei seguenti articoli:

I rifiuti e la discarica di Melilli: l’intreccio tra mafia, politica, imprenditoria e funzionari pubblici

I veleni dell’Ilva a Siracusa con la complicità del governo Crocetta

Ebbene, né Crocetta, né Emiliano hanno avuto qualcosa da ridire. Allineati e coperti entrambi: d’accordo per penalizzare la Sicilia.

Seconda vicenda. Da tempo ci occupiamo delle disavventure del grano duro siciliano e dei grani duri che arrivano con le navi nei porti italiani, con riferimento, soprattutto, ai porti pugliesi e siciliani.

Il fatto è grave, perché con le navi arrivano grani carichi di sostanze tossiche, con in testa glifosato e micotossine DON.

Oltre un mese addietro GranoSalus – l’associazione che raccoglie produttori di grano duro delle Regioni del Sud Italia e consumatori – ha diffuso i dati sulle analisi fatte su otto marchi di pasta industriale: potete leggere qui l’articolo in questione. 

Dati molto preoccupanti che, come vedremo, coinvolgono anche la Regione Puglia.

Ebbene, né Emiliano, né Crocetta hanno mai commentato né le navi cariche di grano duro al glifosato e alle micotossine DON, né i dati sulle otto marche di pasta industriale fatte analizzare da GranoSalus.

Ora, che Crocetta e l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, non intervengano su questi argomenti, ci sta: il Governo siciliano del quale sono espressione non si è mai schierato contro i potenti, semmai si è inginocchiato al cospetto dei potenti, consentendogli – come hanno fatto con il Governo Renzi – di massacrare il Bilancio regionale, lasciando la Regione senza soldi.

Ma, come già accennato, anche Emiliano, rispetto a questi temi, non parla. Resterà zitto? Noi, intanto, pubblichiamo qui di seguito una lettera che l’associazione GranoSalus ha inviato al presidente della Regione Puglia, il già citato Emiliano. Leggiamola insieme:

“Granosalus a Emiliano:

Caro presidente Emiliano,
Italmopa (l’Associazione degli industriali mugnai d’Italia ndr) afferma che la farina è ‘100% made in Italy a prescindere dall’origine del grano’, il pastificio Granoro afferma che la sua pasta è 100% made in Puglia a prescindere dalla presenza di contaminanti nei limiti di legge. Ma la Regione Puglia che lei governa vuole spendere una parola in questa vicenda visto che ha dato in licenza d’uso un marchio regionale di qualità?”.

Per la cronaca, anche la pasta Granoro è stata esaminata grazie a GranoSalus:

“I grani duri del Sud non dovrebbero presentare queste sostanze pericolose! – si legge nel sito dell’associazione -. Il condizionale è d’obbligo, perché se un marchio come Granoro 100% Puglia presenta tracce di questi contaminanti, beh, c’è qualcosa che non funziona nel disciplinare della Regione Puglia che ha concesso in licenza d’uso il marchio alla ditta Granoro e negli stessi controlli della Regione”.

Alla luce dei risultati delle analisi GranoSalus chiede a Emiliano:

“Noi vorremmo sapere qual è il suo parere da governatore sulla opportunità di riformare il disciplinare della Puglia per escludere la presenza di contaminanti nella pasta e nelle semole garantite dalla Regione più importante d’Italia nella produzione di grano duro. Al Sud non ci sono contaminanti e questo è un grande vantaggio competitivo che nessuno mai ha saputo cogliere! Ne faccia il suo cavallo di battaglia se veramente ha a cuore la sua terra”.

“Ad esempio – prosegue la lettera – perché non dispone delle analisi per rassicurare i consumatori sull’assenza di contaminanti nelle paste o semole garantite dal marchio Puglia? E vorremmo anche sapere se è interessato ad appoggiare la nostra battaglia a tutela della salute pubblica, visto che a Bari sbarca di tutto: navi al glifosate (o glifosato ndr), navi al DON, navi al cadmio, navi al dichlorvos. C’è solo l’imbarazzo della scelta su come condire i nostri spaghetti a tavola! Per le aflatossine e il resto ci pensano i formaggi della Padania. E’ questa l’eccellenza del made in Italy?”.

“Da ex magistrato e uomo di legge – scrivono sempre i vertici di GranoSalus rivolgendosi ad Emiliano – dovrebbe ben sapere che il semplice dubbio sugli effetti che queste sostanze potrebbero esplicare sinergicamente, specie su bambini e donne in gravidanza, imporrebbe l’adozione del principio di precauzione garantito dal nostro ordinamento comunitario. In sostanza – nel dubbio – bisognerebbe vietare, non autorizzare. Ad esempio, il Ministero della Salute ha vietato l’uso di glifosate in pre raccolta, ma le navi estere ne trasportano generose quantità. Stiamo parlando, in sostanza, di un abbassamento della qualità della vita, del cibo, del lavoro, dell’economia e dell’ambiente per aumentare i profitti. La salute di tutti contro i profitti di pochi: Lei da che parte sta?”.

A questo punto apprendiamo che incontrare Emiliano non sarebbe facile:

“Sinora Le abbiamo chiesto più volte d’incontrarla. Ma non è stato possibile – si legge sempre nella lettera -. Noi sappiamo che Lei è molto indaffarato, ma tra un comizio e l’altro in giro per l’Italia, potrebbe chiedere al Ministro della Salute se non sia il caso di fermare questo scandaloso traffico di grani avvelenati? E al Ministro di Grazia e Giustizia potrebbe chiedere lumi sull’inchiesta delle semole contaminate trovate nelle mense dei bambini dalla Procura di Trani?”.

“A nome di tutti gli italiani – conclude la lettera inviata da GranoSalus a Emiliano – Le chiediamo di non indugiare. La Tutela della Salute è un principio costituzionale, viene prima degli altri impegni di natura politica. Grazie”.

Ora, se questa lettera fosse stata inviata a Crocetta & Lumia sarebbe stato tempo perso. Il primo non verrà mai rieletto, mentre il secondo non verrà mai ricandidato.

Ma per Emiliano che è candidato alla guida del PD, per altro come candidato di ‘sinistra’, beh, forse qualche problema potrebbe crearglielo. Se non altro perché quello della pasta al glifosato e alle micotossine DON, ormai, piaccia o no alle industrie, è un tema nazionale!

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  • DA GREENSTYLE DEL 24/03/2017
    IN USA UN GIUDICE ORDINA LA PUBLBICAZIONE DELLA CARTE DOVE SI EVINCE CHE IL GLIFOSATO E L'INORGERE DEL LINFOMA NON HODGKIN CHE COLPISCE IL SISTEMA LINFATICO.
    Non è affatto un quadro rassicurante quello emerge dai documenti relativi a 55 cause legali indette contro Monsanto da persone esposte al prodotto Roundup, un erbicida a base di glifosato.
    Il giudice distrettuale Vince Chhabria della Corte Federale di San Francisco ha imposto la pubblicazione delle carte, dalle quali si evince una possibile correlazione tra l’impiego della sostanza e l’insorgere del linfoma non Hodgkin che colpisce il sistema linfatico.
    => Leggi le accuse di Greenpeace all’ECHA sulla questione glifosato
    Tra gli aspetti che dovranno necessariamente essere chiariti (e destinati a far maggiormente discutere) anche il ruolo dell’EPA nella questione. Per chi non ne fosse a conoscenza, l’Environmental Protection Agency è l’agenzia del governo statunitense che si occupa di tutela ambientale.
    Un ex dirigente, Jess Rowland, avrebbe collaborato con la multinazionale per ostacolare il processo di revisione degli studi scientifici legati ai potenziali pericoli per la salute derivanti dall’azione del glifosato. Un’accusa molto grave, che ha di nuovo acceso gli animi dell’opinione pubblica d’Oltreoceano.
    => Glifosato vietato nei parchi pubblici e durante pre-raccolta, leggi perché la diffusione degli atti giudiziari ha provocato uno scossone anche ai piani alti del New York Medical College, che nel 2000 ha pubblicato attraverso il Regulatory Toxicology and Pharmacology uno studio sul tema a firma di Gary Williams.
    L’indagine interna avrà come obiettivo quello di far chiarezza su eventuali comportamenti compiacenti nei confronti di Monsanto, anche alla luce della ricerca condotta nel 2015 dall’IARC (International Agency for Research on Cancer), che ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno per l’essere umano.
    Il colosso americano, in attesa dell’approvazione per l’acquisizione da parte di Bayer (con un investimento quantificato in 66 miliardi di dollari), si difende dalle accuse rispedendole al mittente e affermando che i documenti svelati costituiscono solo una parte di quelli depositati nel corso delle azioni legali.
    Focalizzando l’attenzione sull’Italia, l’impiego dell’erbicida è attualmente proibito se associato all’ammina di sego polietossilata, altrimenti può essere utilizzato, con il solo limite di non diffonderlo durante le operazioni che anticipano il raccolto e la trebbiatura delle culture, così come in aree situate nelle vicinanze di parchi pubblici e campi sportivi. In altre parole, anche nel nostro la sostanza non è stata definitivamente messa al bando.

  • Glifosato, siamo sicuri che non
    sia cancerogeno?
    Blog di Patrizia Gentilini medico
    oncologo, ematologo. Il fatto
    Quotidiano del 19 marzo 2017

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