Il caos Fiumefreddo all’Ars, Musumeci: “E’ la logica della mafia dell’antimafia”

15 marzo 2017

Il leader di #diventeràbellissima in Aula parla del numero uno di Riscossione Sicilia e del cerchio magico di Crocetta: “Ci si imbatte in manager senza titoli, personaggi che frequentano discutibili festini serali, avvocati amici del giaguaro cui vengono affidati incarichi milionari senza evidenza pubblica…”

Il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone ha riferito in Aula sulla sua audizione di ieri in Commissione Nazionale Antimafia sul polverone sollevato da Antonio Fiumefreddo, numero uno di Riscossione Sicilia, durante la trasmissione l’Arena (e non solo). Ve ne abbiamo parlato qua. 

Oltre a ricordare le parole di Fiumefreddo (52 miliardi di evasione, che poi evasione non è come vi abbiamo ricordato qui), Ardizzone ha ribadito, ancora una volta, che dalla società non è ancora arrivato né il bilancio, né il piano industriale, e che il Parlamento “non deve subire nessun tipo di condizionamento di nessun genere” riferendosi alla decisione di una eventuale ricapitalizzazione della società.

Quindi la parola è passata a Nello Musumeci, leader di #diventeràbellissima e presidente della Commissione regionale Antimafia, che, come ricorderete, era finito nel mirino di Fiumefreddo su una presunta storia di favoritismi che poi si è rivelata del tutto campata in aria:

Nello Musumeci

“La Tv di Stato, come sappiamo, ha puntato l’attenzione sulla Regione Siciliana e sull’Assemblea regionale siciliana. Dalla riscossione, ai disabili, ai forestali. Evidentemente temi che fanno audience anche se tornano con sospetta puntualità. Ma non voglio soffermarmi sulla presenza fissa del Presidente della Regione in quel salotto televisivo, né sui temi affrontati senza sufficienti elementi o con notizie infondate, quanto – ha sottolineato Musumeci- sulle sue parole o i suoi silenzi, con i quali vuole offrire una immagine distorta, negativa ben al di là degli innegabili torti o limiti. Questo Parlamento ha molte colpe, antiche e recenti. Crocetta avrebbe il diritto di denunciarle se il suo non si fosse rivelato un metodo squallido, perverso e cinico finalizzato solo a delegittimare un ceto politico, persino quello di cui fa parte. Si pone un problema di etica pubblica e galateo istituzionale. E vorrei ricordare Piersanti Mattarella e la sua convinzione che  diffondere discredito nelle istituzioni, non giova a nessuno”

“Lo scontro tra le istituzioni – ha proseguito- è la morte della democrazia. La condotta di Crocetta non è solo frutto della sua autoreferenzialità, ma è funzionale ad un perverso sistema politico che da anni usa l’antimafia come clava, come strumento di lotta politica per colpire gli avversari. E’ un’antimafia di carriera, opportunista, finalizzata solo a conferire favori e incarichi a coprire l’inettitudine politica di Crocetta. Lui è il primo beneficiario di questo sistema anche se non è il regista”. 

“Il cerchio magico – ha aggiunto Musumeci- esiste da almeno 10 anni, conferisce incarichi pubblici con una sfrontatezza incredibile, usa l’arma del mascariamento mediatico. Torna in mente Il Giorno della Civetta dove si spiega che in Sicilia ‘se vogliono distruggere una persona prima la chiacchierano e poi dicono che è chiacchierata’. A questa logica risponde il capo di Riscossione Sicilia”.

“Implacabili giustizialisti giacobini con gli avversari, teneri con gli amici, chi è con loro è contro la mafia, chi non è con loro è con la mafia. Un uso ambiguo e pericoloso della morale di questa cricca, una vera e propria mafia dell’antimafia. Ecco quindi che ci si imbatte in manager senza titoli, personaggi che frequentano discutibili festini serali, avvocati amici del giaguaro cui vengono affidati incarichi milionari senza evidenza pubblica”.

“Ma se siamo arrivati a questo è anche colpa nostra: abbiamo delegato a Roma la gestione del nostro Statuto, questo Parlamento ha perso autorevolezza, non ha spiegato la differenza tra i costi della politica e i costi della democrazia, non ha spiegato che il problema non sta nel numero degli eletti, ma nei privilegi, il risultato della riforma delle Province è stato solo quello di togliere ai cittadini il diritto di essere rappresentanti”.

Quindi un richiamo alla necessità di tornare alla vera politica, quella di “Piersanti Mattarella e Giuseppe Alessi” e l’annuncio che lascerà la Presidenza della Commissione regionale Antimafia in quanto da “candidato alla Presidenza ritengo opportuno farlo”.

 

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