I radical chic di Sinistra Italiana a Palermo: poltrone, poltrone, poltrone, poltrone, poltrone…

8 febbraio 2017

A giudicare da quello che si legge sui giornali, nelle altre Regioni italiane, in vista del congresso nazionale di Rimini, si parla di politica e delle ragioni culturali e politiche della sinistra. A Palermo, invece, si parla solo di poltrone. certo, Leoluca Orlando mette a disposizione i posti di potere. Ma sono i ‘capi’ di Rifondazione comunista e di SEL – per la cronaca, Giusto Catania ed Erasmo Palazzotto – a ‘confondere’ il futuro della sinistra con le loro improbabili poltrone prossime venture… 

Si può costruire in Sicilia una sinistra alternativa al PD? Qualcuno dirà: ci stanno provando: a cosa serve, sennò, Sinistra Italiana? Il problema è proprio questo: chi sta provando a costruire, nella nostra Isola, questo nuovo soggetto della sinistra, come sta lavorando? E con chi?

Domanda legittima, a giudicare da quello che sta succedendo a Palermo. Dove alcuni di coloro i quali dovrebbero dare vita a Sinistra Italiana, per una mera questione di poltrone, stanno dando vita a un pastrocchio elettorale. Infatti, mentre nel resto d’Italia si susseguono gli incontri in vista del primo congresso nazionale di questa nuova formazione politica – congresso nazionale che verrà celebrato a Rimini il 17, il 18 e il 19 febbraio – in Sicilia si parla delle ‘pastette’ di Palermo.

Scrive sulla propria pagina facebook Saverio Cipriano, figura storica della sinistra cittadina, da sempre impegnato nel sociale (oggi è un dirigente della CGIL).

“Tra febbraio e marzo i due partiti più organizzati della diaspora della sinistra italiana, ovvero Rifondazione e Sinistra Italiana, vanno a congresso, con l’idea di costruire entrambi un soggetto politico alternativo al PD Renziano. Peccato che i loro uomini, a Palermo, stanno per stringere un’alleanza di potere non solo con il PD Renziano, ma anche con UDC e NCD. Diceva un mio maestro di vita: Quando un politico tra un principio e una poltrona sceglie la poltrona, vuol dire che i suoi principi non valevano nulla…”.

In realtà, Sinistra Italiana – con il senatore Francesco Campanella – ha fatto sapere che questa formazione politica non ha aderito a ‘Sinistra comune’, l’ammucchiata di soggetti di soggetti che hanno deciso di sostenere la ricandidatura di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo insieme con tutta la vecchia politica: il PD di Rosario Crocetta e di Davide Faraone, ‘Sicilia Futura’ di Salvatore Totò Cardinale da Mussomeli, i centristi di Giampiero D’Alia (che non sono più nell’UDC, dal momento che Roma gli ha tolto il simbolo) e, a quanto pare, anche il Nuovo Centrodestra Democratico del Ministro Angelino Alfano.

Campanella ha provato a chiamarsi fuori – e a tenere fuori Sinistra Italiana – da questa ammucchiata, come potete leggere qui di seguito:

Sinistra Italiana non ha aderito a Sinistra comune, l’associazione che sostiene Leoluca Orlando

Ma agli osservatori non sfugge che a sostegno della ricandidatura di Orlando si è schierato il deputato nazionale di SEL eletto in Sicilia, Erasmo Palazzotto. Il quale, a Palermo, sarebbe alleato con Orlando e con tutto il codazzo governativo e trasformista fatto di renzismo, di centrismo e via continuando; mentre a Rimini si presenterebbe come tra i fondatori di Sinistra Italiana, formazione alternativa al PD, al renzismo, al centrismo…

Detto questo, Cipriano non è il solo a criticare i ‘poltronisti’ della sinistra ‘alternativa’ al PD di Palermo. Anche Renato Costa, segretario regionale della CGIL medici della Sicilia ha manifestato più volte dubbi sul papocchio in scena a Palermo, come potete legegre nel seguente articolo:

Renato Costa: “Un accordo al ribasso con Leoluca Orlando non sarà capito dal popolo della sinistra”

Tolte queste due voci di dissenso, però, non c’è molto di altro. Sembra che la segreteria regionale di Rifondazione comunista non abbia approvato la svolta ‘poltronista’ in corso a Palermo. Ma, da quello che ci risulta, non abbiamo registrato polemiche sui giornali.

Quello che ricordiamo della sinistra alternativa al PD è l’incontro nazionale dello scorso anno, denominato Cosmopolita. Poi l’annuncio della nascita di Sinistra Italiana. E l’assemblea regionale di questa nuova sinistra alternativa al PD celebrata lo scorso anno ad Enna.

Sembrava una cosa seria. Con un coordinamento provvisorio composto da ventidue soggetti. In verità, la composizione lasciava qualche dubbio. Con SEL che ha preteso e ottenuto dieci posti su 22. Altri due sono andati a una componente di Rifondazione comunista. Poi altri dieci nomine scelte tra uomini e donne presi qua e là.

In un anno il coordinamento provvisorio di Sinistra Italiana della Sicilia non si è mai riunito. Sembra che i dieci di SEL si siano dimessi per bloccare tutto. E ci sono riusciti. Gli iscritti, nell’Isola, sono pochi. C’è chi dice che raggiungono appena le mille unità. E c’è chi dice che sarebbero un po’ di più. In ogni caso, si tratta di numeri bassi.

Dietro questo silenzio di Sinistra Italiana c’è, sicuramente, la debolezza storica della sinistra siciliana, che ha raggiunto numeri di un certo rilievo solo in due occasioni: nelle prime elezioni regionali del 1947 e nella seconda metà degli anni ’80: ma in questo secondo caso la sinistra siciliana diventava forte sommando i voti di Pci, Psi e Psdi (in realtà, era una forza teorica perché, per un motivo o per altro, questi tre partiti erano sempre divisi).

Non va sottovalutato, però, il ruolo ‘trainante’ – ovviamente in negativo – di Palermo.

Checché se ne possa dire, Orlando non ha mai fatto bene alla sinistra della città. Alle elezioni comunali di Palermo del 1990, dopo l’esperienza della ‘Primavera’ al Comune, si pensava che lo stesso Orlando si sarebbe candidato con il Pci che l’aveva sostenuto. Invece si ricandidò nella DC, dando a questo partito due primati ancora imbattuti: gli 70 mila voti presi da Orlando (nella storia di Palermo nessun candidato ha preso tutti questi voti in un’elezione comunale!); e la maggioranza assoluta in Consiglio comunale con consiglieri comunali eletti, senza ricorso a premio di maggioranza!

Nel 1990 la sinistra post comunista di Palermo ha perso il 50% dei consensi e, da allora, non si è più risollevata.

Ancora oggi Orlando non porta fortuna alla sinistra. In questi quattro anni e mezzo di governo della città il sindaco ha spaccato il PD: una parte l’ha appoggiato (anche se per interessi non nobili); e una parte l’ha osteggiato.

Oggi il PD – nonostante quattro anni e mezzo di polemiche – si accinge ad appoggiare Orlando, togliendo persino il simbolo del partito!

Influenza nefasta anche in SEL e Rifondazione comunista: dietro l’appoggio a Orlando da parte di queste due formazioni politiche cittadine c’è il ‘patto di ferro’ tra il rifondarolo assessore comunale uscente, Giusto Catania, e il già citato parlamentare nazionale, Erasmo Palazzotto. Della serie: tu appoggi me nella futura Giunta comunale (dimenticavamo: dalle parti del centrosinistra, per motivi misteriosi, sono convinti di vincere le elezioni comunali…) e io appoggio la tua ricandidatura alle elezioni politiche nazionali. Qua la mano: fatto!

Che parte abbiano, in questo ‘patto di ferro’, i disoccupati della città, i senza casa, i poveri, i palermitani privati del servizio di trasporto pubblico (l’AMAT, per far funzionare il Tram, ha tagliato il servizio bus in alcune aree della periferia), le strade sfasciate e via continuando con i problemi irrisolti non si capisce. Ma tant’è.

Il rischio, insomma, è che i radical chic che ‘colonizzano’ Sinistra Italiana a Palermo – almeno nelle istituzioni è così – si trascinino il resto della Sicilia… Perché stupirsi se, poi, i grillini, in Sicilia, dovessero volare al 40%?

 

 

 

 

 

 

 

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