Davide Faraone sottosegretario alla Coesione sociale? In effetti, merita un altro premio…

15 dicembre 2016

I tre sottosegretari uscenti dovrebbero essere riconfermati. Ma si ipotizza un cambio per colui che rappresenta (va?) Renzi in Sicilia e che gli ha fatto fare una figura pessima al referendum. Potrebbe andare nella squadra nel Ministero della propaganda sul Sud guidato da De Vincenti

 

Fatto il Governo Gentiloni, con i super premi ai grandi sconfitti del referendum del 4 Dicembre, resta da comporre il puzzle dei sottosegretari. Anche in questo caso, a quanto pare, lo schema sarà lo stesso: premiare i protagonisti della più grande batosta elettorale del Governo Renzi.

Gli uscenti siciliani sono tre: in quota NCD Giuseppe Castiglione alle Politiche agricole e Simona Vicari alle Infrastrutture; e poi lui, il grande Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione. Secondo le indiscrezioni, le intenzioni sarebbero quelle di riconfermare anche loro. Magari con qualche piccolo cambiamento. Per Faraone, ad esempio, che insieme con la ministra uscente Stefania Giannini (unica sacrificata), si è intestato la riforma della scuola (questa da sola ha fatto perdere una marea di voti a Renzi) si ipotizza un passaggio al Ministero per la Coesione Sociale e per il Sud (parolina, quest’ultima, aggiunta da Gentiloni per tentare di rabbonire il 70% dei meridionali che ha detto no alla riforma costituzionale).

In effetti, dopo avere lavorato ‘tanto bene’ al Ministero dell’Istruzione, le sue ‘competenze’ potrebbero solo fare bene al Mezzogiorno.

Come vi abbiamo detto qui, il Ministero per la Coesione Territoriale e il Sud, oltre che inutile (non ha portafoglio), può essere anche dannoso (a Roma la regia dei fondi europei che ci spettano di diritto e che rischiano di fare la fine dei fondi FAS, ovvero bancomat del Governo nazionale): quale posto migliore per il Nostro?

Alle altre regioni meridionali potrà raccontare quello che ha fatto per la Sicilia: è lui, ad esempio, uno dei registi, con la sua moral suasion sugli altri deputati nazionali, dell’approvazione alla Camera del famigerato accordo Stato-Regione che oltre a non riconoscere la gran parte dei tributi cui la Sicilia avrebbe diritto (e che incassa Roma, nonostante le reprimende della Corte dei Conti e dei Siciliani che hanno letto le carte) rinuncia, a nome di 5 milioni di Siciliani ai contenziosi con lo Stato, soldi cioè (e si parla di almeno 4 miliardi) che la Sicilia avrebbe potuto incassare grazie ai pronunciamenti favorevoli della Corte Costituzionale.

Potrà anche raccontare di come non ha speso una parola sul fatto che la Sicilia paghi il contributo più alto al risanamento della finanza pubblica (ancora una volta sono stati i giudici contabili a farlo notare).

Quale sarà lo spirito della sua nuova missione: lavorare per la Coesione delle regioni meridionali nel sostenere gli interessi del Governo nazionale? Questa magari gli riuscirà meglio di quella svolta finora.

Gli altri due si commentano da soli: Giuseppe Castiglione è indagato per lo scandalo del Cara di Mineo. Ma non importa, un indagato in più o un indagato in meno, che differenza volete che faccia? Simona Vicari sogna di fare la sindaca di Palermo (quanta sia stata brava nel ruolo del sindaco di Cefalù lo provano, tra le altre cose, i buchi lasciati nei conti) e intanto passa un po’ del suo tempo a Roma. Tutto pagato.

Non c’è che dire, possiamo essere orgogliosi della rappresentanza siciliana a Roma.

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