Ars: com’era prevedibile, sui debiti fuori Bilancio Baccei e Ardizzone si stanno attaccando al Tram!

5 ottobre 2016

Ieri Sala d’Ercole ha rinviato ad oggi la trattazione dei debiti fuori bilancio. Sono 135 milioni di Euro circa di somme già pagate. ‘Operazioni’ contabili temerarie, già concluse (cioè somme già pagate negli anni passati), sulle quali gli attuali parlamentari dovrebbero mettere il sigillo. Assumendosi responsabilità che appartengono a ex deputati e a dirigenti regionali presenti e già in pensione. Perché il ‘commissario’ Baccei e Ardizzone hanno sbagliato tutto

Apprendiamo con piacere che altri ‘importanti’ protagonisti dell’informazione della nostra sempre più disastrata Isola si siano accorti che in Assemblea regionale siciliana la questione dei debiti fuori bilancio non si presenti come una passeggiata parlamentare salutare. Anche ieri, ad esempio, Sala d’Ercole si è rifiutata di approvare un documento scottante non da una trentina di milioni di Euro – come la scorsa settimana si leggeva da più parti – ma da quasi 135 milioni di Euro, come noi scriviamo da qualche mese.

Da tempo seguiamo tale questione. E da tempo scriviamo che, a nostro modesto avviso, i deputati dell’Ars non hanno alcun motivo per approvare questi debiti fuori bilancio. Per varie ragioni.

In primo luogo perché nemmeno gli attuali dirigenti generali dell’Amministrazione regionale, in alcuni casi, sono riusciti a ricostruire la genesi di questi debiti fuori bilancio. Questo perché questi debiti fuori bilancio catapultati all’Ars iniziano alla fine degli anni ’90 e arrivano ai nostri giorni. Di conseguenza, i protagonisti di questi debiti fuori bilancio sono ormai fuori dal giro: ex deputati e dirigenti generali (e dirigenti e funzionari) già in pensione.

In secondo luogo perché, là dove tale genesi è stata ricostruita, emergono le responsabilità di dirigenti e funzionari regionali: e quindi il Parlamento attuale dovrebbe sanare le ‘operazioni’ – talvolta temerarie – della burocrazia.

In terzo luogo perché il Governo e la presidenza dell’Assemblea, in questa vicenda, hanno calpestato le prerogative del Parlamento siciliano.

Da questa storia teniamo fuori il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, perché, di fatto, non esercita alcun potere sul Bilancio regionale, visto che è stato commissariato dal Governo nazionale di Matteo Renzi, con l’avallo del PD siciliano, che non ha trovato né la forza, né la dignità politica per opporsi alla nomina dell’assessore-commissario all’Economia, siciliana, Alessandro Baccei.

I responsabili politici di questo papocchio – come abbiamo più volte scritto (per esempio in un articolo che potete leggere qui)  sono l’assessore Baccei e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone.

A che titolo l’assessore Baccei ha inserito i debiti fuori Bilancio – già pagati! – della Regione nel rendiconto 2015, senza passare prima dal nostro Parlamento? Baccei ha operato una forzatura – un vero e proprio colpo di mano – consegnando il rendiconto 2015 alla Corte dei Conti, per la ‘parifica’, ignorando il Parlamento dell’Isola.

Tutto questo è vergognoso.

Ma ancora più vergognoso è che il presidente dell’Ars, Ardizzone, abbia accettato di mettere in discussione in Parlamento il rendiconto 2015, con dentro il ‘papello’ dei debiti fuori bilancio già pagati!

Ardizzone, con la sua ‘fuitina’, in modo proditorio, ha provato a mettere i parlamentari davanti al fatto compiuto.

Della serie: “Ormai la Corte dei Conti ha ‘parificato’ il rendiconto 2015: votatelo e basta”.

Quello che di Baccei e di Ardizzone è, a tutti gli effetti, un ricatto politico prima che parlamentare: un ricatto che noi ci auguriamo i parlamentari respingano, pena l’ombra dell’ascarismo che li accompagnerebbe per il resto della loro vita.

In quarto luogo – come questo blog ha più volte ricordato – per molto meno i parlamentari sono finiti nel mirino della Corte dei Conti. Per quale motivo gli attuali parlamentari dovrebbero togliere le castagne dal fuoco ad altri? Chi è che gli garantirebbe che non verrebbero mai chiamati a rispondere della sanatoria che dovrebbero approvare?

In quinto luogo – e questo non è certo un motivo secondario: anzi – i debiti fuori bilancio, nel nostro ordinamento, sono una contraddizione in termini: se c’è un bilancio non ci possono e non ci debbono essere debiti fuori bilancio!

Non è una nostra tesi, se è vero che, da anni, i giudici della Corte dei Conti tuonano contro la pratica dei debiti fuori bilancio nei Comuni.

Con molta probabilità, oggi Governo e presidenza dell’Ars potrebbero obiettare che i debiti fuori bilancio fanno ormai parte del rendiconto 2015 e che, se non si dovesse approvare il rendiconto 2015, si bloccherebbe l’assestamento di bilancio e, di conseguenza, si bloccherebbe l’attività contabile.

Se dovesse emergere questo ennesimo ricatto, ebbene, si tratterebbe di un falso problema. Per definizione i Parlamenti si autodeterminano:

sarà cura del Parlamento siciliano eliminare dal rendiconto 2015 i debiti fuori bilancio e poi approvare lo stesso rendiconto 2015. Sarebbe necessario un ulteriore passaggio del rendiconto 2015 dalla Corte dei Conti? E qual è il problema? 

Qualcuno potrebbe obiettare che i debiti fuori bilancio ‘infilati’ nel rendiconto 2015 sono una previsione di legge del Decreto nazionale n. 118 del 2011.

Anche in questo caso, si tratta di un falso problema. Nessuno sta applicando alla lettera il Decreto 118. Ci sono Comuni che, facendosi un baffo del Decreto 118, hanno inserito nei propri bilanci entrare rigorosamente false.

Ormai è chiaro a tutti gli addetti ai lavori che ‘sto Decreto 118 è solo una mezza pagliacciata che è servita allo Stato soltanto per ‘chiudere’ la partita del cosiddetto “riaccertamento dei residui attivi”. Proviamo a raccontare con parole possibilmente comprensibili cos’hanno fatto Renzi e compagni con questo Decreto 118 in materia di “residui attivi”.

I residui attivi sono crediti che le Regioni e i Comuni vantano verso soggetti terzi. Tra questi soggetti terzi c’è anche lo Stato che, con l’avvento dell’Euro, è diventato, come si dice dalle nostre parti, un malupaaturi: cioè un soggetto che non onora i debiti che ha contratto con Comuni e Regioni.

Dal Bilancio della Regione siciliana, ad esempio, con un altrettanto vergognoso colpo di mano, nel silenzio generale, sono stati cancellati 10 miliardi di Euro di crediti. Guarda caso, alcuni di questi crediti erano soldi che lo Stato avrebbe dovuto versare alla Regione siciliana. Il tutto è avvenuto senza aver prima accertato l’inesigibilità di tali crediti.

In questo caso il Decreto 118 è stato ignorato, se non aggirato. Il 118 prescrive, infatti, che questi crediti, prima di essere cancellati, debbano risultare inesigibili. Ebbene, buona parte di questi 10 miliardi di crediti della Regione, come già ricordato, è stata cancellata senza avere prima accertato che si trattava di crediti inesigibili.

Fateci capire, assessore Baccei e presidente Ardizzone: il Decreto 118, che è stato aggirato in occasione del “riaccertamento dei residui attivi” della Regione, adesso deve essere rispettato alla lettera sui debiti fuori bilancio perché così piace a voi (e ai vostri amici)?

Come direbbe il grande Totò, “ma mi faccia il piacere!”…

Sui debiti fuori bilancio della Regione siciliana potete leggere questi articoli:

Debiti fuori bilancio: e fu così che l’Ars si prese una settimana di vacanza…

Il ‘giallo’ dei debiti fuori bilancio 

Il mangia mangia dei debiti fuori bilancio nei Comuni

 

 

 

 

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