‘I signori delle discariche’ aumentano le tariffe. Il flop della raccolta differenziata a Palermo

30 agosto 2016

Niente di nuovo in Sicilia sul fronte dei rifiuti. Si va avanti con le discariche che inquinano l’ambiente. Con tariffe più elevate: manca un anno alla fine della disastrosa esperienza del Governo regionale dei ‘munnizzara’ e bisogna incassare quanto più possibile. La denuncia del senatore Francesco Campanella. Il flop della raccolta differenziata a Palermo. Come mai i TG nazionali che ci hanno ‘deliziato’ per giorni e giorni della crisi dei rifiuti a Roma non parlano dello schifo che va in scena a Palermo dove mancano persino le isole ecologiche per effettuare la raccolta differenziata?  

I ‘Signori delle discariche’ (leggere i privati che operano in questo settore) hanno capito che la musica potrebbe cambiare, vuoi perché tra un anno il Governo regionale che li ha favoriti non ci sarà più, vuoi perché qualche cosa si comincia a muovere nel mondo delle Giustizia. Per carità, sono sempre potenti e protetti. Ma, come si dice dalle nostra parti, meglio stare accura (stare attenti). E, soprattutto, visto che la festa degli ultimi anni sta finendo, conviene aumentate le tariffe per il conferimento a carico dei Comuni: tanto i Comuni siciliani non hanno problemi a pagare: basta che aumentino le tasse ai cittadini e il gioco è fatto!

Ma c’è qualcuno, nel mondo della politica siciliana, che stigmatizza quello che sta avvenendo: si tratta di Francesco Campanella, Senatore di Sinistra Italiana eletto in Sicilia.

“Non è possibile continuare a scaricare sulle spalle dei sindaci (e tramite loro sui portafogli dei cittadini) i costi della mala gestione dei rifiuti in Sicilia – dice Campanella -. Lo spropositato aumento delle tariffe di conferimento, il cui ultimo episodio riguarda la discarica di Siculiana, è l’esempio lampante di come, in materia di rifiuti, l’unica parte vivace siano i gestori delle discariche, soprattutto i privati. Davanti alle proteste dei sindaci sarebbe interessante capire cosa sta facendo la Regione e come (e se) interagisce in questa paradossale vicenda”.

La discarica di Siculiana, per la cronaca, fa capo alla potente famiglia Catanzaro di Agrigento. Il presidente della società che gestisce tale discarica – Giuseppe Catanzaro – è il vice presidente di Confindustria Sicilia, superstite della triade che ha controllato negli ultimi anni l’associazione degli industriali siciliani. Gli altri due sono il presidente, Antonello Montante, sotto in chiesta per mafia, e Ivan Lo Bello, anche lui finito nel vortice di un’inchiesta.

La discarica di Siculiana – una delle più grandi della Sicilia – è nata come discarica pubblica, ma è diventata privata grazie a particolari ‘influssi’ pirandelliani (come potete leggere qui). Cose normali, visto che ci troviamo in provincia di Agrigento. La discarica di Siculiana, per alcuni mesi, è rimasta chiusa. A quanto pare, non tutto era a posto.

Non c’è da meravigliarsi: quasi tutte le discariche della Sicilia hanno operato, per anni, fuori legge. Hanno seppellito quella parete dei rifiuti – il morbido – che, a norma di legge, non avrebbe dovuto finire in discarica. Ma è stato così. Tutti hanno fatto finta di non vedere.

Da poco più di un mese la discarica di Siculiana è stata riaperta. E, come si evince dai fatti raccontati dal senatore Campanella – ma anche dalle proteste di qualche sindaco – i costi, per i Comuni sono aumentati.

Altro capitolo: la raccolta differenziata. Questo blog è l’unico a scrivere che nella Regione siciliana la raccolta differenziata non è al 12%, ma, sì e no, al 6-7%. Anche sulla raccolta differenziata il senatore Campanella ha qualcosa da dire:

“Se è vero – prosegue l’esponente di Palazzo Madama – che la differenziata è l’unica via possibile, è verosimile che la raccolta dei rifiuti da riciclare possa partire soltanto nel momento in cui ci sia un serio coordinamento da Palazzo d’Orleans. Farla partire nei Comuni, in assenza di questo requisito indispensabile, per i sindaci sarebbe volersi fare del male da soli”.

In realtà, la vicenda è un po’ più complessa. Argomenti, questi che il docente universitario Aurelio Angelini – uno dei massimi esperti in Italia in materia di rifiuti – ha illustrato più volte:

come potete leggere qui 

ma anche qui

Di rifiuti – questa volta a Palermo – parla il consigliere comunale di Leva Democratica, Orazio La Corte.

“Il Comune e la RAP (l’Azienda del Comune che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti ndr) riferiscano con solerzia all’opinione pubblica i dati sulla raccolta differenziata in città e dicano perché il programma ‘Palermo Differenzia 2’ non sta rispettando la tabella di marcia da loro stessi annunciata. Convocare conferenze stampa per fare promesse da marinaio, ‘sparare’ numeri in libertà e addossare colpe proprie ad altre istituzioni è ormai diventato lo sport preferito dal sindaco Leoluca Orlando e dai suoi assessori”.

Ovviamente, La Corte attacca l’attuale Amministrazione comunale di Palermo.

“Mi sono preso la briga – dice il consigliere comunale – di andare a rileggere le dichiarazioni rilasciate lo scorso 14 giugno in occasione della presentazione di ‘Palermo Differenzia 2’, per fare una sorta di ‘tagliando’ all’operato dell’Amministrazione comunale e della RAP. In quell’occasione l’assessore Marino (Sergio Marino, assessore comunale ndr) disse che la raccolta differenziata sarebbe aumentata del 6% entro fine agosto, del 9% a novembre e che Palermo riuscirà a fare meglio degli obiettivi imposti dall’ordinanza che la Regione ha stilato d’intesa con il ministero dell’Ambiente. Siamo alla fine di agosto: chiedo quindi all’assessore Marino e al presidente della RAP, Dolce, di venire in commissione Aziende e poi in Consiglio a relazionarci sugli obiettivi raggiunti, con riferimento anche a ‘Palermo Differenzia 2’, per passare dalle parole ai fatti. Da quanto mi risulta siamo ancora alla distribuzione dei kit, mentre l’Amministrazione e l’azienda cittadina d’igiene pubblica avevano annunciato che il primo step di questo servizio sarebbe partito entro luglio. Anche stavolta i ritardi sono colpa della Regione?”.

“Da due anni – sottolinea La Corte – Palermo aspetta l’estensione del ‘porta a porta’ che, stando ai dati del Comune, finora ha solo fatto passi indietro: dall’iniziale 60% al 40%. Anziché vantarsi di avere azienda e discarica pubbliche, il sindaco Orlando pensi a far funzionare veramente la RAP, affinché si possa dare una svolta ad un servizio indecoroso per la quinta città d’Italia. Pensi a punire con multe salate i cittadini incivili ed a premiare quelli virtuosi, facendo pagare loro una tariffa più bassa. Le premialità sono lo strumento migliore per incrementare la raccolta differenziata, ma se da due anni – solo per fare un altro esempio – le isole ecologiche nelle otto circoscrizioni cittadine non hanno visto luce, come possiamo aspettarci una svolta?”.

Un’isola ecologica c’era, ma è stata smantellata come ha raccontato la vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta (qui potete leggere l’articolo).

“In quattro anni di Amministrazione Orlando – conclude La Corte – non solo l’azienda d’igiene pubblica nata dalle macerie dell’AMIA non è mai decollata, scaricando le sue inefficienze sulle tasche dei cittadini; ma si è riusciti persino nell’impresa di portare al tracollo l’AMAT (che chiuderà il 2016 con 16 milioni di Euro di passivo). Le due ex municipalizzate, che dovrebbero essere trainanti, sono invece una palla al piede per la città, a causa delle scelte politiche del sindaco Orlando e della gestione dei manager da lui scelti”.

P.S.

Al servizio ‘pubblico’ della RAI:

per giorni e giorni i TG hanno parlato della crisi dei rifiuti a Roma, che peraltro era ‘figlia’ delle Amministrazioni comunali precedenti di centrodestra e di centrosinistra;

non registriamo nemmeno un servizio sul flop della raccolta differenziata dei rifiuti a Palermo, che è figlia della precedente Amministrazione comunale di centrodestra e dell’attuale Amministrazione comunale di centrosinistra.

A quando un servizio del TG 1, del TG 2 o del TG 3?

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