D’Alia (UDC) chiude a Miccichè: “Centrodestra surreale e patetico”

8 luglio 2016

In un post su facebook il leader dell’UDC siciliana, Giampiero D’Alia, dà il benservito al commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, che sta provando a ricompattare il centrodestra. Con molta probabilità, D’Alia, alleato storico del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, punta sul Comune di Messina. Dove il candidato dovrebbe essere proprio Ardizzone

L’UDC siciliana resta nel centrosinistra, magari per ‘immolarsi’ con gli ‘ascari’ del PD? Sembra proprio di sì. Del resto, come questo blog ha scritto a ripetizione in questi giorni, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, autorevole esponente dell’UDC siciliana, non ha esitato un istante a ‘incaprettare’ 5 milioni di Siciliani, infilando nel disegno di legge sulle variazioni di Bilancio 2016 il ‘Patto scellerato’ siglato tra Renzi e Crocetta.

Ma stasera la notizia non è questa. Stasera la notizia l’ha postata su facebook il coordinatore dell’UDC siciliana, Giampiero D’Alia:

“Il centrodestra in Sicilia, per come è messo e per quello che sta facendo Gianfranco Miccichè, è surreale, patetico e in stato di irreversibile coma. L’idea di mettere insieme i cocci di un vaso che lui stesso ha frantumato pensando di vincere le elezioni con lo stesso personale politico di 17-18 anni fa è il miglior argomento per far vincere i grillini al prossimo appuntamento elettorale”.

Insomma D’Alia è tranciante. Se Gianfranco Miccichè pensava di includere nel centrodestra che sta provando a ricompattare in vista delle elezioni regionali del prossimo anno, la dichiarazione di D’Alia gli consegna una realtà che non ammette dubbi: D’Alia e quello che resta del partito che fu di Totò Cuffaro non ha alcuna intenzione di rientrare nel recinto del centrodestra.

Difficile capire se D’Alia sta creando problemi o sta facendo un piacere a Micciché e, in generale, a tutto il centrodestra siciliano. Non dobbiamo dimenticare che è stato proprio D’Alia, nell’estate del 2012, a lanciare la candidatura di Rosario Crocetta alla presidenza della Regione.

Contrario alla candidatura di Crocetta alla guida della Sicilia era quasi tutto il PD siciliano che, qualche anno prima – per motivazioni che non sono mai state chiarite, ma che non sono mai sembrate ‘politiche’ – era stato quasi costretto a candidare l’ex sindaco di Gela alle elezioni europee.

Quando D’Alia – per motivazioni che sono ancora meno chiare della presenza di Crocetta alle europee nella lista del PD – lancia la candidatura di Crocetta alla presidenza della Regione siciliana, nel PD dell’Isola si registra una mezza sollevazione. E saranno gli ex democristiani del PD (guarda caso ex democristiani come D’Alia) a far ‘digerire’ la candidatura dell’ex sindaco di Gela.

E oggi? Chiudendo al centrodestra di Miccichè, questo va da sé, D’Alia rimarrà nel centrosinistra. Per arrivare dove non è chiaro, visto lo sputtanamento non soltanto del PD, ma di tutte le forze politiche di centrosinistra ormai votare all’ ‘ascarimo’ allo stato puro, senz’alcun’altra motivazione.

Del resto, il già citato presidente Ardizzone – alleato storico di D’Alia a Messina e dintorni – tutte le volte che a Sala d’Ercole si è materializzata la mozione di sfiducia al Crocetta, è stato tra i primi a votare la fiducia al presidente della Regione (così come nei giorni scorsi, gli ha fatto un gran favore inserendo, irregolarmente, l’accordo truffa Stato-Regione nella variazioni di Bilancio). E pazienza se il presidente di un Parlamento dovrebbe restare al di sopra delle parti… 

Forse, però, la mossa di D’Alia non guarda allo scenario politico regionale. L’ex sottosegretario è troppo intelligente per non sapere che alle prossime elezioni regionali per il centrosinistra (e per la stessa UDC) sui profila un disastro elettorale. Il risultato delle recenti elezioni comunali siciliane è piuttosto chiaro: i primi a non andare a votare, perché nauseati dall’attuale Governo regionale, sono proprio gli elettori del centrosinistra.

E allora? E allora è probabile che D’Alia e Ardizzone abbiano iniziato a giocare la partita per le elezioni comunali di Messina. Dove lo stesso Ardizzone vorrebbe provare a diventare il sindaco della città dello Stretto che, grazie a una legge antidemocratica voluta dal Governo Renzi, consente al futuro primo cittadino di Messina di essere anche sindaco metropolitano.

Insomma, D’Alia e Ardizzone dovrebbero provare a conquistare il Comune di Messina. Ed è anche logico: quando si avvicina un disastro elettorale, la prima regola dei politici vecchia maniera è quella di chiudersi in difesa nelle proprie roccaforti.

La città dello Stretto è la roccaforte di D’Alia. Un’eredita politica ed elettorale che gli deriva dal padre, ex assessore regionale ed ex parlamentare nazionale. Ed è anche la città di Ardizzone.

Ma non è detto che trovino vita facile. Se la dovranno vedere con un centrodestra ricompattato. Dove si è acquartierato, dopo un’ingloriosa parentesi nel PD, il gruppo di Francantonio Genovese e di Franco Rinaldi, che a Messina e dintorni contano tanto, forse più dell’accoppiata D’Alia-Ardizzone.

Lo scontro elettorale non si annuncia facile. Tutti danno fuori gioco l’attuale sindaco uscente, Renato Accorinti. Ma anche a Messina si potrebbe verificare quello che D’Alia ipotizza per la Regione: la contesa tra centrodestra e centrosinistra che potrebbe finire con il favorire i grillini…

Love is in the Air la la la…. Love is in the Ars la la la!! VD

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