Sorpresa: i 500 milioni di Euro del Governo Renzi arriveranno nel 2017!

28 giugno 2016

Quest’anno arriveranno solo sulla ‘carta’. La liquidità è rinviata al prossimo anno. Lo afferma il vice presidente dell’ANCI Sicilia Paolo Amenta. Ciò significa che, quest’anno, mezza Regione, Comuni ed ex Province rimarranno senza soldi. Perché stamattina la commissione Bilancio e Finanze dovrebbe approvare il disegno di legge che inserisce come entrate IRPEF 2016 soldi che non ci sono? Ma Crocetta che ‘Patto’ ha firmato a Roma con Renzi? E l’Ars che si riunisce nel pomeriggio di oggi per parlare di un ‘Patto’ (peraltro già siglato) in assenza dell’oggetto del contendere (i 500 milioni)? In pista anche una mini-mini finanziaria per foraggiare scuole private, clientele agricole, Cerisdi e chi più ne ha più ne metta…

In un clima da ultimi giorni di Pompei, o giù di lì, riprende, oggi, l’attività parlamentare dell’Ars. Due gli appuntamenti: la commissione Bilancio e Finanze, convocata stamattina, che dovrebbe discutere le variazioni di Bilancio, più una ‘coda’ di clientele di piccolo cabotaggio; e una seduta d’Aula prevista per oggi pomeriggio, per ratificare il nuovo ‘Patto’ che il presidente Rosario Crocetta ha firmato con il Governo Renzi. Le due cose, come vedremo, sono legate dai ‘famigerati’ 500 milioni di Euro che lo Stato dovrebbe erogare alla Regione siciliana.

La storia è nota: con un ritardo di circa quattro mesi il Governo Renzi, bontà sua, ha fatto sapere che erogherà alla Regione i 500 milioni di Euro. Quando non si capisce. Soldi che rientrano nel citato ‘Patto’ che Crocetta ha siglato con Renzi, a due anni esatti dal primo ‘Patto’, quello del Giugno 2014, quando, a nome di 5 milioni di Siciliani, ha regalato a Roma oltre 5 miliardi di Euro, rinunciando agli effetti positivi di una sentenza della Corte Costituzionale su materie finanziarie favorevoli alla Regione.

Nei giorni scorsi Crocetta ha firmato un secondo ‘Patto’ in base al quale lo Stato erogherà alla Sicilia 500 milioni di Euro. In cambio la Regione si accolla una serie di penalizzazioni e rinuncia ai contenziosi finanziari con lo Stato per il periodo compreso tra il 2014 e il 2016. Domanda: qualcuno sa a quanto sta rinunciando, in termini finanziari, la Regione, anche sulla base di stime orientative?

Ma la vera notizia, oggi, la racconta il vice presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, che, avendo fatto alcune verifiche, ci ha spiegato che la liquidità dei 500 milioni di Euro, allo stato attuale delle cose, non c’è.

“Se andrà bene – ci dice Amenta, che dell’ANCi Sicilia è il responsabile delle questioni finanziarie – la liquidità di questi 500 milioni di Euro si materializzerà nel 2017”.

La notizia ci ha lasciati di stucco. Il presidente Crocetta ha firmato un ‘Patto’ a Roma per avere subito i 500 milioni di Euro, non il prossimo anno; accordo che carica sulle spalle della Regione penalizzazioni e la già citata rinuncia ai contenziosi finanziari 2014-2016 dei quali non si conosce nemmeno l’entità. E non c’è da restare stupiti: da quando la Sicilia è governata dal centrosinistra la ‘trasparenza’ amministrativa non esiste più.

Ma la notizia, adesso, come già accennato, è che, per quest’anno, nel Bilancio della Regione – e cioè nelle ‘casse’ della Regione, perché ormai, con la riforma della contabilità pubblica, il Bilancio è solo di ‘cassa’ – i 500 milioni non ci saranno.

Ma allora Crocetta che cosa ha firmato, a Roma, con Renzi? Un ‘Patto leonino’?

Di più: stamattina la commissione Bilancio e Finanze dell’Ars si riunisce perché deve esaminare un disegno di legge di variazioni di Bilancio per inserire i 500 milioni di Euro fra le entrate IRPEF. Ma se i 500 milioni di Euro, come ci dice Amenta, si materializzeranno nel 2017, che senso ha inserirli con una variazione nel Bilancio regionale 2016?

La verità è che ormai, a Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano, la confusione regna sovrana. Oggi, ad esempio, il Parlamento siciliano si riunisce, come già accennato, per discutere di un ‘Patto’ che il presidente Crocetta ha già siglato con Renzi senza sentire prima cosa ne pensavano i parlamentari dell’Ars.

Che senso ha convocare una seduta d’Aula per discutere di un ‘Patto’ che Crocetta ha già firmato? E che senso ha discutere di 500 milioni di Euro che si materializzeranno, a dire di Amenta, il prossimo anno?

A meno che i parlamentari non presentino una mozione di sfiducia – l’ennesima – per mandare a casa un presidente che calpesta un giorno sì e l’altro pure la centralità del Parlamento dell’Isola rispetto a decisioni che riguardano 5 milioni di Siciliani.

Ma se Crocetta si mette sotto i piedi il Parlamento, beh, questo succede perché i parlamentari – a cominciare dal presidente dell’Ars, onorevole Giovanni Ardizzone – glielo lasciano fare. In un Parlamento privo di dignità politica è chiaro che il presidente Crocetta si concede questo ed altro.

“La dignità – ci ricorda Aristotele – non consiste nel possedere onori, ma nella consapevolezza di meritarli”. E’ evidente che i parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana si fanno trattare così da Crocetta perché non pensano di meritare gli onori della dignità politica. O no?

P.S.

Tra gli argomenti in discussione oggi in commissione Bilancio e Finanze c’è anche un disegno di legge di variazioni di Bilancio omnibus. In pratica, una mini-mini finanziaria per spartire un po’ di soldi a clientele varie.

La cosa che ci ha colpito è leggere che, con questo disegno di legge, si dovrebbero erogare 3 milioni di Euro alle scuole paritarie. Ci chiediamo e chiediamo: mezza Regione è senza soldi, i Comuni sono alla canna del gas, le ex Province non sanno come pagare i propri dipendenti e i parlamentari della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars pensano di foraggiare le scuole private con 3 milioni di Euro? Ma sono impazziti?

In questa mini-mini finanziaria leggiamo anche di 3 milioni di Euro chiesti dall’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, per il vino (vogliono bere per dimenticare?) e per produzioni non DOC.

Vi risparmiamo l’elenco di emendamenti presentati a tale disegno di legge: c’è chi vuole salvare i dipendenti del Cerisdi, chi vorrebbe tutelare l’Istituto superiore di giornalismo, chi chiede interventi per l’edilizia eccetera eccetera eccetera. Insomma, una mini-mini legge omnibus… 

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