Palermo, oggi in piazza i precari di tutta la Sicilia

24 maggio 2016

Da oggi prendono il via le manifestazioni che, secondo gli organizzatori, termineranno solo quando la politica troverà le soluzioni – cioè i soldi – al problema “del precariato di tutti gli enti pubblici siciliani”. Per pagare tutti i precari della Sicilia ci vuole circa un miliardo di Euro all’anno. I soldi ci sono. Lo stesso assessore Baccei, in un’intervista al settimanale L’Espresso, ha detto che lo Stato scippa alla Regione, ogni anno, circa 7 miliardi di Euro. I precari costringano i politici siciliani a tirare fuori gli ‘attributi’

Abbiamo letto il comunicato dei precari che oggi scenderanno in piazza, a Palermo, e si recheranno davanti la sede del Parlamento siciliano per sostenere le proprie ragioni e chiedere la soluzione dei loro annosi problemi.

Questo il testo del comunicato:

“La manifestazione del prossimo 24 maggio (oggi, per chi legge ndr) indetta dalle Organizzazioni Sindacali CUB Pubblico Impiego ed ALBA la quale prevede il concentramento a Piazza Politeama a partire dalle ore 09:00 e da dove si snoderà un corteo che arriverà a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale, costituirà l’inizio di una serie di iniziative di lotta che cesseranno soltanto quando si arriverà ad ottenere una soluzione reale al problema del precariato di tutti gli enti pubblici siciliani. Fino ad allora, invitiamo tutti i lavoratori a prendere coscienza del rischio che stanno correndo e li invitiamo a partecipare. Ai sindaci chiediamo di sostenere le nostre iniziative. Ai cittadini diciamo che senza i lavoratori precari, che rappresentano la forza-lavoro portante delle pubbliche amministrazioni, non sarà più assicurata l’erogazione di servizi essenziali in tutto il territorio della Regione Sicilia”.

“Il grido d’allarme lanciato in maniera forte e chiara dall’Ufficio di Presidenza dell’ANCI Sicilia al ministro dell’Interno – prosegue il comunicato – affinché si renda conto della gravità della situazione siciliana, il cui contenuto anche noi abbiamo rappresentato con forza in varie occasioni nei tavoli istituzionali, compresi quelli prefettizi, conferma la necessità di interventi risolutivi ed urgenti per mettere fine ad una condizione di incertezza in cui è stata costretta la Sicilia dal Governo Crocetta e dalla scarsa attenzione del Governo nazionale”.

“Riteniamo sia urgente un confronto con l’ANCI Sicilia, che auspichiamo di incontrare subito, al fine di capire meglio quali sono le sue reali intenzioni. Riteniamo drammaticamente realistico quanto contenuto nel documento dell’ANCI Sicilia, soprattutto quando afferma che qualcuno deve pur rendersi conto della gravità di una situazione che sta precipitando in un baratro da cui, continuando così, sarà difficile venirne fuori”.

Nel comunicato si sottolineano le “urgenze finanziarie rese insostenibili dai ritardi nell’erogazione delle risorse previste per i Comuni”: il riferimento, in questo caso, è ai tagli effettuati dal Governo nazionale e dal Governo regionale ai Comuni siciliani. Quindi il passaggio sulla “drammatica situazione dei precari, dei quali sembra che nessuno intenda occuparsi, nonostante le soluzioni a costo zero presentate dall’ANCI Sicilia, d’intesa con tutte le rappresentanze dei lavoratori …”.

Non intendiamo in questo contesto entrare nel merito. Ci pare giusto però dare un utile contributo, suggerendo di indirizzare più efficacemente la protesta. Ci spieghiamo meglio.

Questi politicucci ai quali vi rivolgete non sono in grado di trovare una soluzione definitiva al vostro problema. Va precisato che per risolvere il problema “del precariato di tutti gli enti pubblici siciliani” serve una spesa pari a circa un miliardo di Euro l’anno, altro che costo zero!

Quando si parla “del precariato di tutti gli enti pubblici siciliani” bisogna tenere conto dei numeri reali. Ai 24 mila precari dei Comuni siciliani bisogna aggiungere i precari che operano presso gli uffici della Regione e presso le società e gli enti regionali. Quindi i precari delle ex Province e delle società che fanno capo alle ex Province. A questi, poi, vanno anche aggiunti i dipendenti degli ATO rifiuti, ovvero altre 11-13 mila persone (ne abbiamo parlato in questo articolo).

Fatti quattro conti, i precari di “tutti gli enti pubblici siciliani” superano le 800 mila unità. 

Non fatevi ingannare dai demagoghi e dagli arruffapopolo. Per il “precariato di tutti gli enti pubblici siciliani”, lo ribadiamo, ci vuole un miliardo di Euro all’anno, è inutile girarci intorno. E non è vero che i soldi non ci sono. I soldi ci sono, eccome!

Andate a leggervi l’intervista al settimanale L’Espresso dall’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, e saprete che lo Stato ci scippa ogni anno al Bilancio della Regione circa 7 miliardi di Euro all’anno (come potete leggere qui).

E allora? E allora la vera protesta, il vostro vero bersaglio sono sì questi politici imbelli, vili e servi. Vi dovete chiedere: perché questi politici siciliani si fanno scippare i soldi da sotto il naso? Sono anche soldi vostri! Voi dite che pagate le tasse, ebbene: le vostre tasse finiscono, insieme ad altre tasse, a Roma, ma sono soldi nostri, soldi vostri.

Costringete questi vigliacchi a tirare fuori gli attributi, oppure, se non li hanno, a togliersi dai piedi e fare spazio a chi saprebbe come fare valere i diritti dei Siciliani tutti.

 

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