Ars: arriva il ‘tetto’ di 100 mila Euro per i dirigenti delle società regionali

4 maggio 2016

Ieri è arrivato il primo “sì” di Sala d’Ercole. Approvata anche la norma sui dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali (in pratica, la creazione di un Albo che è una mezza presa in giro elettorale). Il dibattito proseguirà oggi per completare la minifinanziaria. Sempre ieri ‘scintille’ in commissione Bilancio e Finanze tra il numero uno di Riscossione Sicilia spa, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, e alcuni parlamentari

Dopo anni di vacche grasse è finalmente arrivato il ‘tetto’ per i dirigenti delle società che fanno capo alla Regione siciliana: ovvero una retribuzione massima di 100 mila Euro all’anno lordi. Se ne parla da mesi. Un provvedimento approvato dalla commissione Bilancio e Finanza dell’Ars nelle scorse settimane. E ieri approvato da Sala d’Ercole, dove in queste ore è il corso il dibattito sulla mini-finanziaria.

Per i dirigenti delle società regionali – diretta espressione della vecchia politica siciliana – la norma approvata ieri si configura come una ‘botta’. Ricordiamo che nelle società regionali – dove i dipendenti, in media – godono di retribuzioni medio-basse – ci sono dirigenti che, fino ad oggi, hanno portato a casa oltre 300 mila Euro all’anno lordi. Più, per intendersi, di quanto guadagnano i dirigenti generali della Regione siciliana e i dirigenti apicali dell’Assemblea regionale siciliana (che ormai non possono guadagnare più di 250 mila Euro lordi).

Non è ancora chiaro se tale norma si applicherà anche ai Consorzi di Bonifica. Dove operano figure che, ogni anno, si portano a casa indennità piuttosto ricche: sembra intorno ai 300 mila Euro all’anno.

L’Aula, ieri, ha approvato anche la norma sui cosiddetti ex sportellisti: sono circa mille e 500 soggetti che, negli anni passati, hanno prestato servizio presso gli Sportelli multifunzionali. Per loro viene istituito un elenco. Con l’impegno, più teorico che pratico, di utilizzarli non si capisce quando: forse in prossimità delle campagna elettorali.

Insomma, la politica siciliana non cambia: là dove può creare sacche di precariato da utilizzare in cambio di voti lo fa: questa la ‘filosofia’ della norma sugli ex sportellisti: nulla di definito e di definitivo: al contrario una norma-promessa da utilizzare quando le condizioni lo consentiranno.

E oltre questi passaggi legislativi? Una conferenza dei capigruppo, alcune norme che l’Aula deve ancora discutere (per esempio, un impegno di spesa decennale di un milione e 200 Euro all’anno – totale 11 milioni di Euro circa – per realizzare un dissalatore a Vulcano, nelle isole Eolie; o nuove norme per il ‘carrozzone’ IRSAP) e una seduta della commissione Bilancio e Finanze dedicata a Riscossione Sicilia spa.

Qui è arrivato l’amministratore unico, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, l’uomo che ha sputtanato tanti parlamentari che, sfruttando il proprio ruolo, pensavano di dover ricevere, quasi d’ufficio, un trattamento di favore da Riscossione Sicilia spa, la società che si occupa in Sicilia della riscossione a ruolo dei tributi.

Pensando di trovare nell’avvocato Fiumefreddo un personaggio da mettere sotto controllo, alcuni deputati dell’Ars si sono trovati davanti un personaggio ostico, poco ‘malleabile’, che ha denunciato alcune magagne degli stessi parlamentari.

Insomma, ieri c’erano tutti gli elementi per attendersi ‘scintille’. E così è stato. All’inizio, in verità, il clima sembrava sereno. L’avvocato Fiumefreddo ha parlato di Riscossione Sicilia spa come di una società che ha avviato il proprio risanamento. Fornendo, anche, dati che, forse, non trovano corrispondenza con le parole dello stesso amministratore unico.

In particolare, si racconta di uno scontro dai toni un po’ accesi tra Fiumefreddo e il parlamentare Giovanni Di Giacinto. Quest’ultimo avrebbe chiesto di conoscere il bilancio della società: da qui un battibecco tra i due.

Per la cronaca, Fiumefreddo ha già annunciato che Riscossione Sicilia spa ha già avviato una collaborazione con Equitalia per armonizzare la società regionale con i ritmi e i metodi della società di riscossione dei tributi che opera sul piano nazionale.

Chi dovrebbe pagare un certo prezzo, a giudicare da quello che si racconta, potrebbe essere il personale di Riscossione Sicilia spa, che oggi può contare su circa 700 addetti.

Questo personale vanta crediti dalla società presso la quale opera legati non a ‘premi’, ma a elementi contrattuali che i vertici di Riscossione Sicilia spa non hanno rispettato. Pur di non pagare quanto previsto da un contratto i vertici della società hanno messo in giro la voce che si tratterebbe, per l’appunto, di ‘premi’: ma non è così (come potete leggere qui).

Lo scenario, insomma, è il solito: il Governo nazionale di Matteo Renzi taglia le risorse finanziarie alla Sicilia e il Governo regionale di Rosario Crocetta, invece di difendere gli interessi della Sicilia e dei Siciliani, difende gli interessi del Governo Renzi.

Questo succede in agricoltura, nelle politiche del lavoro, nella formazione professionale e in tutto il resto: anche a Riscossione Sicilia spa dove, per ‘risparmiare’, su input di Roma, bisogna sacrificare il personale.

Un’altra notizia riguarda la scoperta dell’acqua calda da parte dell’Autorità nazionale anticorruzione. Tale autorità, presieduta dal magistrato Raffaele Cantone, ha ‘scoperto’ che in certi uffici della Regione, all’Ars e in alcune società regionali utilizzano soldi pubblici senza ‘trasparenza’. Insomma, uno ‘scoop’ (c’è anche il dubbio che l’Anticorruzione nazionale scopra che non si hanno notizie dei fondi riservati della presidenza della Regione siciliana).

Ricordiamo che l’Anticorruzione nazionale, nell’Ottobre del 2014, mise il ‘naso’ negli appalti milionari per il Tram di Palermo, tra polemiche e denunce. Ma fino ad oggi non è successo nulla.

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