Ars: inizia oggi una settimana parlamentare all’insegna del nulla mescolato col niente

12 aprile 2016

Il teatrino della politica siciliana continua. Si attende una settimana parlamentare ‘entusiasmante’. Si dovrebbe cominciare con il rito settimanale dell’insabbiamento della mozione anti-Patto scellerato Renzi-Crocetta. La commissione Bilancio e Finanze interrogherà le stelle. E, forse, ci regalerà una nuova puntata del serial “Ex sportellisti sì, ex sportellisti no”. Le uniche cose serie sono l’introduzione del ‘tetto’ di 100 mila Euro all’anno per i dirigenti delle società regionali e il dramma dei lavoratori dell’Associazione allevatori della Sicilia, senza stipendi da nove mesi

 

Oggi torna a riunirsi l’Assemblea regionale siciliana. Per fare che cosa? Forse qualche legge (si parla del disegno di legge sulla subacquea industriale), in attesa che la commissione Bilancio e Finanze termini l’esame del cosiddetto disegno di legge stralcio. Con questo termine s’intende il provvedimento dove hanno trovato posto tutte le norme stralciate dalla manovra economica e finanziaria 2016. Anche se, in realtà, il disegno di legge che dovrebbe arrivare in Aula sarà uno stralcio dello stralcio.

In parole più semplici, l’Aula in settimana dovrebbe approvare una manovrina finanziaria risicata risicata: utilizzazione dei fondi europei il ‘tetto’ di 100 mila Euro all’anno per i dirigenti delle società collegate e, forse, la norma sui disoccupati degli ex Sportelli multifunzionali: norma sulla quale non manca la confusione, come ha fatto notare l’ex dirigente generale del dipartimento della Formazione professionale e del dipartimento Lavoro della Regione, Anna Rosa Corsello (come potete leggere qui).

La nostra, ovviamente, è una previsione ottimistica sui lavori di Sala d’Ercole. Non è nemmeno detto, infatti, che questo stralcio dello stralcio venga approvato entro questa settimana: tanto, che problemi ci sono? Da oltre un anno l’Ars, a parte dei due fallimentari manovre economiche e finanziarie 2015 e 2016, una peggiore dell’altra – con tagli per tutti e niente crescita – ha prodotto pochissimo. E quel poco fatto è stato impugnato dal Governo nazionale.

Non c’è nemmeno la speranza che in Aula arrivi la mozione che, se approvata, dovrebbe impegnare il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, a ridiscutere il ‘Patto scellerato’ che lo stesso Crocetta ha siglato con il Governo Renzi nel Giugno del 2014: ovvero il ‘Patto’ con il quale il nostro simpatico presidente ha regalato a Roma oltre 5 miliardi di Euro frutto di una sentenza della Corte Costituzionale favorevole alla Sicilia.

Questa mozione, che ha solo una valenza politica (figuriamoci che il Governo Renzi restituisce i soldi che ha scippato alla Regione siciliana!), ma dà fastidio a Crocetta e al Governo Renzi: metterla in discussione significa ricordare alla Sicilia i ‘ladrocinii’ romani e l’ascarismo dell’attuale Governo regionale: quindi meglio non parlarne.

Questa, fino ad oggi, l’opzione dal sapore ascaro della presidenza dell’Assemblea regionale siciliana che, su tale materia, lungi dal garantire il Parlamento siciliano, preferisce garantire i Governi Renzi e Crocetta.

E oltre lo stralcio dello stralcio e le mozioni insabbiate? Il nulla politico e parlamentare.

A regalare ai siciliani il nulla politico mescolato col niente ha pensato il sottosegretario, Davide Faraone, ‘capo’ dei renziani siciliani che lo scorso fine settimana ha animato la Leopolda sicula, ovvero, per l’appunto, il vuoto-niente politico.

A parte le chiacchiere qualcuno – non questo blog – ha preso sul serio le parole di Faraone, che ormai, per dimostrare la propria esistenza politica, sputtana il Governo Crocetta. Faraone fa questo perché sa che il 99,9 periodico per cento dei siciliani non sopporta Crocetta: parlandone male e, addirittura!, dicendo che, se fosse stato per lui, l’avrebbe già mandato a casa, il sottosegretario spera che i Siciliani lo prendano sul serio e continuino a votare per il PD.

Allo sputtanamento di Faraone la recita prevedeva la ‘replica’ di Crocetta, che ha ricordato che nella sua Giunta ci sono esponenti renziani, che se questi ultimi non gli sono fedeli se ne possono andare e bla bla bla.

Qualcuno, dicevamo, ha preso sul serio lo scambio di battute tra Faraone e Crocetta: così, ieri sera, quando non sappiano se tre, quattro o cinque assessori regionali sono andati a Palazzo d’Orleans a terminare la recita a soggetto qualcuno ha pensato a chissà quale esito: gli assessori Alessandro Baccei, Baldo Gucciardi, Vania Contraffatto, Antony Barbagallo potrebbero lasciare il Governo, crisi di qua,crisi di là…

Ma ve l’immaginate un Governo regionale iper-sputtanato che si auto-mette in crisi per farsi seppellire alle elezioni regionali dai siciliani? Marameo!

Purtroppo il Governo Crocetta e il PD hanno a disposizione ancora un anno e mezzo di tempo per fare altri danni: per consentire al Governo Renzi di continuare a massacrare la Sicilia e per consentire ai dirigenti del PD siciliano di illudersi che, promettendo spartizioni di fondi europei, i Siciliani continuino a votarli (proprio oggi, a Palermo, va in scena la pupiata sulla presentazione dei Fondo Europeo Regionali di Sviluppo 2014-2020: soldi – 4,5 miliardi di Euro sulla carta – che la Regione spenderà in minima parte (si parte già con due anni di ritardo).

Segnaliamo, infine, il dramma sociale dei dipendenti dell’Associazione allevatori della Sicilia. Dopo la ‘cura’ del Governo Crocetta i dipendenti sono passati da 300 a 140. Lavorano tutti con contratti di solidarietà: che significa retribuzioni ridotte del 50 per cento. Solo che, da nove mesi, non percepiscono nemmeno gli stipendi decurtati. In ‘compenso’ a Ottobre gli scadrà anche il contratto di solidarietà e andranno a casa.

In compenso – questa volta senza virgolette – l’assessore Baccei ha detto di aver ‘risanato’ il Bilancio della Regione.

Per la cronaca mancano ancora i 500 milioni che Roma si era impegnata a erogare alla Regione. Non è un ‘buco’ di 500 milioni di Euro: ma 500 milioni di Euro che, con legge – la legge di Bilancio 2016 – hanno finanziato capitoli con soldi che, fino ad oggi, visto che Roma non li ha erogati, sono falsi.

Resta da capire in quale norma della legge di contabilità, in un Bilancio pubblico, si possono inserire soldi che non ci sono. Un quesito interessante per la presidenza dell’Ars e per la Corte dei Conti.

Ma esiste il reato di falso in bilancio nel bilancio di un ente pubblico?

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