Il disoccupati della Formazione professionale? La ricetta dell’avvocato Francesco Menallo

11 aprile 2016

Il problema, spiega il presidente della Fondazione CAS onlus di Bagheria, non è legato solo all’impossibilità di nuove assunzioni nella pubblica amministrazione senza concorso, ma è legato, anche, al divieto di creare nuovi costi. Ma un mezzo per superare questi ostacoli c’è: è solo questione di volontà politica. Che fino ad oggi non c’è stata. Le precisazioni di Adriana Vitale: “Riqualificheranno i regionali”

La Formazione professionale e le politiche del lavoro tengono sempre banco in quello che resta (poco, in verità) della politica siciliana. Nei giorni scorsi abbiamo ripreso un posto su facebook della dottoressa Anna Rosa Corsello, già dirigente generale dei dipartimenti regionali della Formazione e del Lavoro (che potete leggere qui). Oggi diamo spazio ad alcune riflessioni all’avvocato Francesco Menallo, presidente dela Fondazione CAS onlus di Bagheria, struttura che ha operato per anni nel mondo della Formazione professionale siciliana.

“Ho letto il vostro ultimo pezzo sulla Formazione professionale – scrive l’avvocato Menallo – in cui sottolineate l’ennesima presa in giro degli operatori del settore da parte del solito carrozzone della politica ormai in campagna elettorale. Condivido l’analisi e vorrei aggiungere che, a parte l’evidente incapacità progettuale dei parvenu della politica che riempiono le assemblee legislative nazionali e regionali, molta responsabilità dello sfascio del settore (e non solo di questo settore…) va debitamente attribuito alla platea di dirigenti, generali, colonnelli e caporali che l’infausta legge regionale n. 10 del 2000 (figlia del rumeno Mirello Crisafulli) ha improvvidamente generato”.
“Uno stuolo di laureati in geologia, filosofia, architettura, lingue e belle lettere – prosegue Menallo – qualcuna previo passaggio come consulente in commissione regionale Antimafia, doveva elaborare e gestire la stabilizzazione ed il rilancio della Sicilia, in mezzo ad una tempesta economica planetaria che ancora non accenna a placarsi e con due presidenti della Regione costretti ad interrompere anzitempo il mandato per mano giudiziaria, uno nonostante gli attestati di stima dell’allora capogruppo PD all’ars ed oggi assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici… Dell’ultimo (Rosario Crocetta ndr) non mette conto citarlo, in quanto troppo evidente il suo ruolo di esecutore materiale dei voleri del “senatore della porta accanto” come icasticamente lo ha definito Pierangelo Buttafuoco”.
“Andavano cacciati tutti, almeno generali e colonnelli – prosegue l’avvocato Menallo – senza fare però l’errore (errore od attuazione di un disegno preciso?!?) dei cinque espelle a Bagheria: sostituirli con seconde file ad ancor più grande rischio inquinamento. Come si può anche solo pensare di attribuire funzioni apicali a soggetti rinviati a giudizio per concussione? Come si possono appaltare lavori pubblici per milioni di Euro con affidamento diretto? Una volta la criminalità organizzata ricorreva ad anziani nullatenenti per fargli amministrare i beni, adesso il risultato economico si ottiene ricorrendo a sprovveduti pieni di sé”.
“Tornando alla vicenda Formazione professionale- dice sempre il presidente della Fondazione CAS onlus di Bagheria – la questione è semplice. A parte il divieto costituzionale di assunzioni nella pubblica amministrazione senza concorso, divieto aggirato da oltre un trentennio, il divieto insuperabile è quello della creazione di nuovi costi, contenuto anche nella legge nazionale che i due o tre arruffapopolo occasionalmente deputati all’Ars utilizzano come carota da agitare davanti agli (affamati) potenziali elettori. L’unica possibilità di garantire la ‘continuità giuridica ed economica’ del personale della Formazione professionale finché non abrogano la legge che la prevede, legittimandone i costi, come si tenta ancora adesso di fare portando avanti la ‘riforma’ dell’enfant non prodige Nelli Scilabra, è il passaggio dei perdenti posto ad altri enti accreditati, subentranti a quelli che hanno cessato l’attività, possibilmente mediante l’istituto – comunitario – dell’avvalimento, che consentirebbe di superare le problematiche connesse all’obbligo – anch’esso comunitario – di mantenimento della destinazione finale del finanziamento”.

Intanto su facebook Adriana Vitale, la donna che da mesi lotta per riavere il proprio posto di lavoro (lavorava presso gli Sportelli multifunzionali) scrive:

“Ho appurato che da Roma non hanno ottenuto, neppure in via transitoria, nessuna autorizzazione a utilizzarci attraverso contenitori per espletare dentro i Cpi i servizi essenziali (lep), infatti non a caso nella norma sono indicati solo i servizi specialistici (lavoro a rimborso). Inoltre sono venuta a conoscenza che riqualificheranno i regionali. Detto questo, appare chiaro che il piano del governo è esattamente il proseguo della linea del precedente assessore, cioè mercato libero per i lavoratori ed è la motivazione per la quale, personalmente, sono stata due mesi per strada a soffrire la fame e il freddo giorno e notte, contro cui ho investito tempo, fatiche fisiche e psicologiche, abbandonando i miei affetti e la mia casa. Probabilmente non riuscirò ad ottenere un lavoro degno di tale nome, ma questo fumo negli occhi lo combatterò fino in fondo, anche contro chi si è fatto annebbiare dal nulla. Dal nulla a un pezzo di pane duro, preferisco il nulla, almeno non mi rompo i denti. Questa, ovviamente, è la mia posizione personale”.

Per la cronaca, questo blog, già da tempo, sostiene che la politica siciliana sta continuando a illudere i lavoratori, oggi disoccupati, degli ormai ex Sportelli multifunzionali.

 

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