Berlusconi a Palermo 2/ Le donne, l’ex Cavalier, il rubacuori/ Le olgettine, le grandi cene e lui canta…

20 marzo 2016

Del tempo che fu – i gloriosi anni ’90 – rimangono solo le piccole cose “di pessimo gusto”: il faut tenter de vivre, il parterre di lusso, nostalgici e reduci del 61 a 0. E, ancora, gli imprenditori con la coazione a ripetere che, come alla festa della matricola, si fanno turlupinare 500 Euro per una cena. Un amarcord da a volte ritornano…

Berlusconi a Palermo. L’allegro fantasma di un vecchio puttaniere triste si è materializzato per qualche ora nella nostra città.

E’ venuto a rianimare il suo lacero reggimento, a rinfocolare entusiasmi ormai irrimediabilmente spenti, a ritrovare pecorelle e   pecoroni smarriti, a dispensare la sua saggezza da ottuagenario. Un amarcord, con nostalgici irriducibili e, perché no?, speranzosi. A volte ritornano. Perché non potrebbe riuscirci l’ex l’Unto?

Il clou della visita è stata la parlata dal palcoscenico del Teatro Politeama, quello dove in un tempo ormai lontano si esibivano gli elefanti del circo Togni. Davanti a un parterre di lusso, dove erano armoniosamente disposti, quasi fiori di uno squisito bouquet, cocainomani antichissimi, delinquenti e reduci del 61 a 0 con a fianco le graziose consorti che, al braccio, ostentavano i tennis ricevuti in serie come ringraziamento ai mariti per la loro indefessa attività politica in difesa degli interessi dell’Isola. E ancora, imprenditori  con la coazione a ripetere che, come alla festa della matricola, si fanno turlupinare 500 Euro per una cena.

Sempre gli stessi, sempre senza testa, ma con tanta pancia! Ah! che tempi quelli! Tra singulti repressi, lacrimucce subito asciugate è stato più gratificante di un pranzo tra ex compagni di scuola.

Tutti: “Vogliamo vedere un segno, facci vedere un segno!”.

E lui, Gerontion il Pregiudicato? Eccolo qui “vecchio in un mese arido, la testa intronata tra spazi ventosi”: le palpebre pesanti, tenute su con le forcine, sotto il fardello dei ricordi. Olgettine, rubacuori, minolli e minetti, daddarie, le cene eleganti, innocenti evasioni, morbide elusioni, le tante piccole cose “di pessimo gusto” e poi e poi…

Coraggio, il faut tenter de vivre!, Bisogna tentare di vivere! Il vecchio imbonitore si riprende.

Dove sarà? Fruga nella memoria… Eccolo, il file sulla Sicilia, sempre lo stesso, sempre uguale, tanto questi qui se le bevono tutte. Ed ecco il pistolotto. La gente bramosa di novità applaude svisceratamente. Duemila coatti in festa.

Purtroppo anche per i fantasmi più irriducibili arriva l’alba, si sente il suono della campana che annuncia la luce e debbono di corsa ridiscendere nel loro inferno.

Il senso di Forza Italia per la democrazia: alcuni giornalisti sì, altri no

 

 

Foto tratta da labugia.it

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