Il senso di Forza Italia per la democrazia: alcuni giornalisti sì, altri no…

19 marzo 2016

Berlusconi a Palermo ha attaccato il “regime” renziano. Salvo poi fornirne un esempio pratico con la vergognosa selezione dei giornalisti ammessi a corte. Intervengono Assostampa e Unci che parlano di “discriminazioni gratuite che violano la dignità professionale dei cronisti, i più basilari principi della libertà di stampa e di democrazia”

E venne il giorno di Silvio Berlusconi a Palermo. Alla convention andata in scena al Politema “più di 2mila persone” recitano i titoli di giornaloni e giornalini. Certo, riempire un teatro, per l’entourage berlusconiano non è certo impresa ardua. Pullman da tutta la Sicilia, una cena da 500 euro a testa per finanziare l’evento (notizia che vi abbiamo dato in anteprima), e il gioco è fatto. Notare che ormai è prassi evitare le piazze: quelle difficilmente si riempiono.

In ogni caso, Berlusconi ha recitato il copione che tutti si aspettavano. Ha attaccato a testa bassa Renzi, “con lui siamo in una non democrazia”, ovviamente il M5S con un “dobbiamo impedire che il nostro Paese vada in mano ai 5 stelle”, ha dedicato pochi minuti alla Sicilia, “il governo Crocetta è immobile” e così via. I fedelissimi dettagli delle sue parole li potete leggere ovunque.

Noi qui vogliamo soffermarci sulla concezione di democrazia di questo partito. Tralasciando anche di commentare gli attacchi a Renzi che per quanto meritati, se arrivano da uno che lo appoggia, fanno solo ridere (qui vi abbiamo parlato delle manovre congiunte in corso. A questo proposito, si fanno sempre più insistenti le voci secondo cui Giorgia Meloni e Matteo Salvini abbiano deciso di non appoggiare il candidato di Berlusconi a Roma, Guido Bertolaso, perché consapevoli del fatto che, anche nella Capitale, Renzi e Berlusconi stanno ‘inciuciando’ alla grande).

Ma torniamo a Palermo. Ieri, prima della cena di cui sopra, lo staff siciliano di Forza Italia ha organizzato a Villa Igiea un incontro tra il Cavaliere e la stampa. Sì, ma quale stampa? Quella a loro gradita. Leggiamo, ad esempio,  il commento di Elvira Terranova dell’agenzia di stampa AdnKronos: “Grazie a tutta Forza Italia, – scrive la collega su Facebook- a Gasparotti, grazie soprattutto a Gianfranco Miccichè e a tutti quelli che ci hanno tenuti fuori dall’albergo, facendo leva su un ‘potere’, diciamo così, che ancora alberga in queste persone, decidendo chi era “ospite gradito” (parole loro) e chi no. Tipo i buttafuori davanti alle discoteche tu sì, tu no”. 

Ora, dire che con “Renzi si va verso un regime” come ha fatto Berlusconi, avrebbe certamente un senso se poi non fossero loro i primi a comportarsi come fanno i ‘potentotti’ di un regime.

Tralasciamo anche di commentare il comportamento dei colleghi “graditi” che hanno accettato questa selezione che è un’offesa per la professione e per tutta la categoria. Certo, non si potevano rifiutare quelli del Tg5, ma di piccoli Tg5 e associati, evidentemente, ce ne sono tanti.

Sul caso interviene l’Assostampa e l’Unione dei cronisti italiani:

l’Associazione siciliana della Stampa afferma, in una nota, di “ritenere ingiustificabile e immotivato, e pertanto condanna con forza, la decisione dello staff di Silvio Berlusconi di escludere alcuni giornalisti dall’incontro di ieri a Palermo”. Il sindacato dei giornalisti “ritiene inaccettabile il criterio discriminatorio col quale è stato gestito l’acceso dei giornalisti, irrispettoso del ruolo che tutti i giornalisti indistintamente svolgono in favore dei cittadini per garantire una corretta informazione”.

Stessa condanna dall’Unci: 
“Discriminazioni gratuite come queste violano, oltre che la dignità professionale dei cronisti, i più basilari principi della libertà di stampa e di democrazia – ha detto il presidente regionale dell’Unci Andrea Tuttoilmondo -. Finchè si continuerà a ragionare seguendo il parametro della presunta maggiore o minore ‘importanza’ di una testata, non vi sarà una piena possibilità di accesso alla notizia. Tutti i cronisti hanno pari dignità e valore quando operano con coscienza e professionalità”.

“Ci risiamo. Nel nostro Paese – ha sottolineato il vice-presidente nazionale dlel’Unci, Leone Zingales – alcuni esponenti politici stilano graduatorie di gradimento dei rappresentanti dell’informazione. Tutto questo lede fortemente le più elementari regole in tema di libertà di stampa”.

 

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