Il Reddito di cittadinanza è un fallimento ma Conte lo difende, “Diventeremo nazione ricca”

28 settembre 2021

“Il Movimento 5 Stelle è responsabile, sa che il Reddito di Cittadinanza va migliorata, lavoriamo per perfezionare l’incrocio tra domanda e offerta, progetti utili per la comunità e non tolleriamo abusi. Diventeremo una nazione più ricca perchè i presupposti ci sono tutti e andremo anche oltre il 6% però il Paese non può diventare ricco e forte se non si occupa di un tema che deve riguardare tutti, inclusione sociale”. Lo dice Giuseppe Conte, il presidente del Movimento 5 Stelle ospite a Mattino Cinque.

Solo 1 su quattro ha trovato lavoro

 

Intanto però il fallimento del sistema basato sul reddito di cittadinanza viene mostrato dai numeri secondo cui meno di una persona su quattro ha trovato lavoro da quando è stato istituito. Ma c’è di più perchè di questi solo il 15% ha ottenuto un contratto stabile. Il bilancio è stato stilato dalla Corte dei Conti in una indagine sul “Funzionamento dei centri per l’impiego nell’ottica dello sviluppo del mercato del lavoro“. Da essa emerge quanto il sistema dir reclutamento sia disorganizzato e mal funzionante.

Perchè il reddito di cittadinanza è un fallimento

In questo senso, il reddito di cittadinanza è stato un vero e proprio fallimento. Un disastro economico e sociale. Al di là del fatto che il Rdc aiuti a contenere la povertà e per questo sia stato utile, lo scopo d’indirizzare i beneficiari a trovare una occupazione è miseramente fallito. È l’Anpal che finisce sotto accusa dalla Corte dei Conti.  Secondo i giudici contabili “nel nostro Paese esistono eterogenei assetti organizzativi, con approcci, metodologie e sistemi informativi diversificati e sovente non dialoganti tra di loro“. Significa che non c’è scambio di dati tra chi eroga il beneficio e chi deve trovare il lavoro ai percettori.

“Nonostante l’Anpal abbia avviato un processo di trasformazione digitale per l’evoluzione dei sistemi informativi (..) la messa a punto del sistema unico avviene con notevoli difficoltà anche per una non adeguata dotazione informatica a livello territoriale e un collegamento in rete non adatto alle nuove funzioni dei Centri per l’Impiego“. Questo è quanto sostiene la corte dei Conti.

In giro troppi furbetti del reddito

Solo 352.068 lavoratori hanno avuto impiego su 1,36 milioni di beneficiari. Il 65% di questi ha firmato un contratto a tempo determinato (la maggior parte di durata inferiore a 6 mesi), il 15,4% un contratto a tempo indeterminato e il 4,1% un contratto di apprendistato.  E poi ci sono numerose revoche dell’assegno. Al 31 agosto 2021, su circa 3,02 milioni di richieste ben 127 mila erano fasulle. E molte sono ancora in corso.

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