Chiamatelo come volete, ma non Reddito di cittadinanza, perché non lo è mai stato

7 settembre 2021
  • Quello in vigore in Italia non è il Reddito di cittadinanza, ma un Reddito di sussistenza che viene ormai considerato dai percettori un diritto a vita
  • E’ inutile che ci prendiamo in giro: oggi chi percepisce il Reddito di cittadinanza gode di agevolazioni che altri disoccupati non hanno
  • Farli lavorare nei Comuni? Errato: diventerebbero precari e poi vorrebbero la stabilizzazione
  • L’unica cosa da fare è far funzionare veramente il Reddito di cittadinanza per quello che è

Quello in vigore in Italia non è il Reddito di cittadinanza, ma un Reddito di sussistenza che viene ormai considerato dai percettori un diritto a vita

Infuria in questi giorni la polemica sul Reddito di cittadinanza. Matteo Renzi ha annunciato un referendum per abolirlo. La Lega di Matteo Salvini lo vuole eliminare direttamente, senza referendum. I grillini – che l’hanno voluto – ovviamente lo difendono (anche perché è uno dei pochissimi impegni che hanno mantenuto). C’è un piccolo problema: ciò di cui si sta parlando non ha nulla a che vedere con il Reddito di cittadinanza. Per definizione, il Reddito di cittadinanza è un provvedimento dinamico: tu percepisci il Reddito di cittadinanza, lo Stato, attraverso i propri uffici, ti offre un lavoro: se lo accetti hai trovato un lavoro e quindi non percepisci più il Reddito di cittadinanza; se non lo accetti perdo lo stesso il Reddito di cittadinanza e il tuo posto viene preso da un altro disoccupato. In parole semplici, si tratta di uno strumento che, se applicato correttamente, è molto utile per mettere in contatto la domanda di lavoro con l’offerta di lavoro.

E’ inutile che ci prendiamo in giro: oggi chi percepisce il Reddito di cittadinanza gode di agevolazioni che altri disoccupati non hanno

Cos’è successo, invece, in Italia? Che gli uffici che dovrebbero far funzionare il Reddito di cittadinanza sono bloccati. Le figure che dovrebbero mettere in contatto i percettori del Reddito di cittadinanza con chi ha bisogno di lavoratori – i navigator – non funzionano. Così il Reddito di cittadinanza si è trasformato in un Reddito di sussistenza allo stato puro, con il corollario delle solite furbizie italiane. Tanti imprenditori italiani sostengono di non trovare più manodopera. E’ un’accusa in buona parte falsa, perché 3 milioni di persone che percepiscono il Reddito di cittadinanza non rappresentano tutti i lavoratori disoccupati. In realtà, i salari sono bassi e solo chi ha l’acqua alla gola accetta certi lavori. In più c’è da dire che, oggi, certi lavori in nero si possono fare con grande serenità (pensiamo ai lavori che ognuno può svolgere nella propria abitazione: come si fa a scoprirli?). Così chi percepisce il Reddito di cittadinanza può sempre ‘arrotondare’ senza dare nell’occhio, magari restando a casa. E chi li smuove più questi? E’ per tutti così? No. Ma il fenomeno esiste e solo gli ipocriti fanno finta di non vederlo.

Farli lavorare nei Comuni? Errato: diventerebbero precari e poi vorrebbero la stabilizzazione

Ancora più disastrosi i rimedi che in alcuni casi sono stati messi in atto per far lavorare i percettori del Reddito di cittadinanza. Farli lavorare nei Comuni è una follia, perché tra qualche anno – soprattutto al Sud e in Sicilia – guadagneranno lo status di precari e poi varranno essere stabilizzati. Che si deve fare, allora? Nulla di eccezionale: basta far funzionare le regole del Reddito di cittadinanza. I navigator non funzionano? Se ne occupino gli uffici della Regioni dei dei Comuni. Non è vero che manca il lavoro. Anche un lavoro di 700-800 euro al mese è un lavoro. Del resto, l’Italia non è più un paese ricco come quando c’erano i democristiani. L’Italia è ormai un Paese con 13 milioni di poveri, di cui 5 milioni di indigenti, più i migranti che, in gran parte, non sono affatto ‘integrati’ come racconta la retorica della finta sinistra italiana, ma ciondolano per le città e i paesi sbarcando ogni giorno il lunario. Le tutele per i lavoratori della cosiddetta Prima Repubblica sono rimaste tali solo in agricoltura (e infatti il settore è sempre più in affanno, perché è impossibile per tante aziende agricole pagare un operaio 80-100 euro al giorno!), mentre in tutti gli altri settori si va avanti con una liberalizzazione selvaggia a norma di legge.

L’unica cosa da fare è far funzionare veramente il Reddito di cittadinanza per quello che è

Oggi trovare un lavoro da 800-1000 euro al mese è già un successo (ricordiamoci che sono l’equivalente di un milione e 800 mila lire-2 milioni di lire del periodo pre-euro: solo che con 2 milioni al mese si campava benissimo, mentre con mille euro al mese oggi si fa la fame: la dimostrazione che l’euro è una truffa, anche se non si deve dire!). Mettendo in funzione il Reddito di cittadinanza i percettori di tale indennità saranno costretti ad accettare un lavoro da 800 euro al mese: e finirà la pacchia, perché non potranno più percepire il Reddito di cittadinanza a vita e fare, sottobanco, altre cose. Gli altri rimedi – tipo abolire il Reddito di cittadinanza come chiedono Lega e renziani sono improponibili, perché ormai è uno strumento ‘cristallizzato’ della politica clientelare. Ribadiamo: per rompere queste clientele basta dar funzionare il Reddito di cittadinanza. Si farà? No. Perché? Perché il Governo Draghi è un Governo di chiacchieroni che, fino ad oggi, ha solo prodotto danni.

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