Palermo, il Comune privatizza lo Stadio delle Palme e le altre strutture sportive

8 ottobre 2018

E’ quanto emerge dalla lettura del Bilancio di previsione 2018 del Comune di Palermo. Dati che Nadia Spallitta, esponente della sinistra cittadina, analizza in un comunicato stampa che ha il passo di un’inchiesta. Emerge il quadro di una città economicamente allo sbando che, pur di fare ‘cassa’, mette in vendita i ‘gioielli di famiglia. Zero euro per piccole e medie imprese, ricerca e innovazione 

Più che un comunicato stampa ha il passo dell’inchiesta. E, in effetti, un po’ lo è, perché, anche se in modo sintetico, Nadia Spallitta, già vice presidente vicario del Consiglio comunale di Palermo, esponente della sinistra cittadina, fa il punto della situazione sul Bilancio di previsione 2018 del Comune di Palermo. E lo fa non guardando al passato, ma a quello che si profila nel futuro. Con un Comune con i ‘forzieri’ vuoti che, per fare ‘cassa’, mette in vendita i ‘gioielli di famiglia’ a cominciare dalla privatizzazione degli impianti sportivi della città, in testa lo Stadio delle Palme!

Questa è la notizia che fa più impressione, perché, a Palermo, lo Stadio delle Palme è un’istituzione: è il luogo dove tutti – soprattutto i giovani – vanno a praticare lo sport. E che vuole fare l’amministrazione comunale di ‘sinistra’ di Palermo? Lo vuole privatizzare insieme con altre infrastrutture sportive come la piscina comunale e via continuando.

“No alla privatizzazione delle degli impianti sportivi di Palermo. Lo stadio delle Palme deve restare aperto e libero per i cittadini”, scrive nel comunicato Nadia Spallitta, commentando il Piano di dismissione dei beni immobili del Comune previsto nel tardivo progetto di Bilancio di previsione 2018.

“La privatizzazione degli impianti sportivi – sottolinea Nadia Spallitta –  prevede la vendita di 223 immobili comunali e la concessione a privati di altri 53 immobili del Comune. Tra questi ultimi risultano tutti gli impianti sportivi: la piscina, il Velodromo, il Pala Oreto, gli impianti di Bonagia e, soprattutto, lo Stadio delle Palme. Quest’ultimo è un bene che, per definizione, deve restare pubblico garantendo a tutti libero accesso e libera fruizione ai cittadini”.

“Inoltre – prosegue Nadia Spallitta – mi sembra contraddittorio, rispetto alle dichiarazioni da sempre rilasciate dal sindaco, contrarie alle privatizzazione dei servizi pubblici, prevedere la dismissione in massa di ogni possibile impegno nel settore dello sport che, invece, in un’amministrazione sana dovrebbe essere una priorità. Ugualmente, la circostanza che si preveda di dare in concessione ai privati le aree della Fiera del Mediterraneo, della Chimica Arenella, l’area Lolli Notarbartolo, le aree dei mercati, le aree sportive dentro il Parco della Favorita ed altro – beni che potrebbero essere un volano per lo sviluppo economico della città – dimostra che l’attuale amministrazione non ha alcun progetto di sviluppo per Palermo”.

Insomma, con il sindaco Leoluca Orlando e il PD – partito al quale il primo cittadino di Palermo è iscritto – il capoluogo della Sicilia è veramente alla frutta. Tutto andrà ai privati, secondo i più beceri principi del liberismo economico che sono, fino a prova contraria, patrimonio della destra, non certo della sinistra alla quale Orlando e i suoi alleati – compresi i ‘compagni’ di Rifondazione comunista, dicono di appartenere.

E le entrate? Anche su questo fronte non mancano le sorprese:

“In primo luogo – dice sempre l’ex vice presidente del Consiglio comunale – va detto che le entrate si fondano quasi esclusivamente sulla pressione fiscale. Le entrate tributarie, infatti, ammontano a circa 543 milioni di euro (nel 2015 erano 350 milioni di euro). Tra queste la TARI è stimata in 156 milioni di euro. Al di là delle carenze dei servizi che si riscontrano in questo settore, la previsione è sovradimensionata rispetto al costo del servizio di raccolta e smaltimento del rifiuti, che è pari a 122 milioni di euro, per cui non si capisce il motivo per il quale vengano chiesti 30 milioni di euro in più ai cittadini”.

Qui siamo al tragicomico. Il servizio raccolta e smaltimento dei rifiuti, a Palermo, è un disastro. Nei giorni scorsi il Comune ha fatto sapere che la raccolta differenziata è al 15%. Ma è stato clamorosamente smentito, in un video, dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Antonino Randazzo (QUI IL VIDEO).

Di solito, quando un’amministrazione pubblica non riesce a svolgere correttamente il servizio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ai cittadini viene restituita una parte della TARI, la Tassa comunale per i rifiuti (COME POTETE LEGGERE QUI). Questo avviene nelle città civili: a Palermo, invece, si chiedono ai cittadini 30 milioni di euro in più!

“Un’altra voce impressionante – prosegue Nadia Spallitta – che dimostra quale sia il vero rapporto tra chi amministra la città e i cittadini è dato dalle sanzioni per le contravvenzioni: circa 83 milioni di euro. Ritengo sia davvero singolare prevedere di multare i cittadini per cifre così esorbitanti”.

Questo passaggio del comunicato di Nadia Spallitta spiega perché, proprio in questi giorni, l’amministrazione comunale di Palermo ha riempito la Circonvallazione ella città di Autovelox: è evidente, che amministratori comunali senza idee, ritengono che l’unico modo per risanare le ‘casse’ del Comune sia quello di infilare le mani nelle tasche dei cittadini!

Ma che senso ha inserire in un Bilancio, come dato ‘strutturale’, oltre 80 milioni di euro di contravvenzioni, cioè di soldi da scippare ai cittadini? Una previsione di entrale così folle e così iniqua non vale da sola cento mozioni di sfiducia a questa amministrazione comunale?

“Con riferimento ai trasferimenti – dice ancora l’esponente della sinistra – sono previsti 220 milioni tra Stato e Regione siciliana e solo 3 milioni di euro dall’Unione Europea. Cifre davvero inconsistenti rispetto a fondi pubblici disponibili dallo Stato e dall’Unione Europea. Evidentemente, o il Comune non è in grado di progettare, o i progetti comunali sono stati rigettati. Nessuna delle due ipotesi è positiva. Per ciò che riguarda la Tassa di soggiorno, non si registra alcun incremento, dal momento che rimane pari a circa 2,5 milioni di euro all’anno”.

Invece di cercare di reperire fondi dall’Unione Europea si incrementano le contravvenzioni ai cittadini! E che dire della Tassa di soggiorno, o meglio delle entrate frutto di questa tassa? Significa che l’incremento di visitatori in città o non c’è stato, o c’è stata un’evasione.

“Passando all’analisi delle spese – osserva sempre Nadia Spallitta – non emerge alcuna visione di futuro per Palermo. Tra personale comunale e personale delle Aziende che fanno capo allo stesso Comune, la previsione di spesa è pari a circa 400 milioni di euro. Non ci sono previsioni di spesa per lo sport, per le politiche giovanili, per lo sviluppo, per la cultura. Anche se risulta una voce pari a 6 milioni di euro per eventi. Saranno quelli di Manifesta?”.

In pratica, i circa 20 mila dipendenti tra uffici comunali e società che fanno capo allo stesso Comune (di fatto, più dipendenti della Regione siciliana!), ‘inghiottono’ poco meno della metà delle spese. E non bastano, perché a noi risulta che i dipendenti di alcune società comunali siano stati posti in Cassa integrazione e, in alcuni casi, la retribuzione arriva a malapena a 700 euro mensili.

Ma l’aspetto incredibile è che non ci sono investimenti per la cultura (ma Palermo non è la ‘Capitale della cultura’?), per le politiche giovanili, per lo sport. A parte i 6 milioni di euro per “eventi”. Che eventi? Forse, come si chiede Nadia Spallitta, per ‘Manifesta’?

“Tutti i servizi comunali – continua l’esponente della sinistra – rappresentano una grave perdita. Per esempio, per impianti museali e spazi espositivi si spendono 7 milioni di euro a fronte di entrate pari a un milione di euro. I servizi funebri costano 4 milioni di euro, a fronte di 2 milioni di euro di entrate. Nel complesso, in questi servizi, si registra una perdita di 19 milioni di euro all’anno rispetto alle entrate”.

“Ci sono, poi, 30 milioni di euro di debiti fuori Bilancio – dice ancora Nadia Spallitta – e 425 milioni di euro circa per servizi esterni (in questa voce rientrano le Aziende comunali). Per opere pubbliche nell’anno in corso sono previsti circa 100 milioni di euro. Cifra davvero irrisoria visto che, nel triennio, il fabbisogno stimato è di circa 4 miliardi di euro”.

I debiti fuori Bilancio sono le vergogne delle amministrazioni pubbliche. Non dovrebbero esistere, a parte quelli frutto di sentenze (che, in ogni caso, dovrebbero essere previste in una sorta di fondo rischi). Invece ormai sono la regola.

E la regola è che non ci sono fondi per i settori deboli della società e invece si trovano i soldi sia alla Regione, sia nei Comuni!

“Il Comune di Palermo – prosegue l’analisi di Nadia Spallitta – spende circa 10 milioni di euro per le utenze (acqua, energia elettrica, telefoni). Una somma che si aggiunge al costo delle utenze delle varie Aziende comunali”. ma non sono un po’ ‘salate’ queste bollette?

Poi c’è il capitolo degli affitti:

“Pur avendo un patrimonio immobiliare notevole – sottolinea Nadia Spallitta – il Comune di Palermo continua a spendere circa 10 milioni di euro all’anno per affitti (fitti passivi). Emergono, ancora, le voci di consulenze e professionisti esterni pari a circa 2,2 milioni di euro. Sarebbe interessante conoscere a chi sono stati dati tali incarichi e perché”.

Qualcuno ha mai fatto un censimento sui beni immobili del Comune di Palermo? Sono giustificabili 10 milioni di euro all’anno per affitti di immobili?

Si chiude con l’economia, fanalino di coda del Bilancio comunale.

“Si rimane basiti – conclude Nadia Spallitta – nell’osservare che, per le piccole e medie imprese l’investimento del Comune di Palermo è pari allo 0% del Bilancio! Stesso discorso per la ricerca e l’innovazione, per le politiche del lavoro e per le aree protette. Per le politiche giovani e per il turismo il Comune stanzia lo 0,1%. Mentre per i disabili lo 0,4%. Il 13% è invece impegnato per la restituzione di anticipazioni finanziarie. Si tratta di somme che il Comune prende in prestito dal sistema bancario e che restituisce con gli interessi”.

Il 13% delle spese del Comune di Palermo viene impiegato per pagare gli interessi dei soldi che lo stesso Comune chiede in prestito alle banche. Non è una cifra incredibile?

Foto sopra tratta da balarm.it

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