Due deputati grillini in giro per la Sicilia in treno, le strade ‘deliranti di Agrigento

27 agosto 2018

I trasporti in Sicilia – vera e propria nota dolente – sono al centro di due iniziative. Due deputati del Movimento 5 Stelle hanno raccolto le proteste dei cittadini su tre e autobus e, per tre giorni, gireranno l’Isola per capire come stanno le cose (sputtanamento in vista). L’assessore Roberto Lagalla, agrigentino d’adozione, e il parlamentare del PD, Michele Catanzaro, puntano i riflettori sul collegamento stradale Castelventrano-Sciacca-Agrigento

Tre giorni per girare la Sicilia in treno e sugli autobus per verificare, di persona, lo stato di questi servizi. I protagonisti sono due esponenti del Movimento 5 Stelle, il deputato regionale, Luigi Sunseri, e il deputato nazionale, Paolo Ficara.

I due parlamentari, si legge in un comunicato, “dopo aver accolto decine di segnalazioni di disservizi da parte di turisti e cittadini in questi mesi estivi, hanno approntato un vero e proprio tour dal 29 al 31 agosto, su treni e bus siciliani per verificare lo stato del servizio e proporre soluzioni”.

Queste le tappe: 29 agosto tappe PALERMO – CEFALU’ – TAORMINA – ACIREALE h. 10:38 treno Palermo /Cefalù (arrivo ore 11:43); h. 15:22 treno Cefalù/Taormina (arrivo ore 18:49); h. 22:28 treno Taormina/Acireale (arrivo h 23:03). 30 agosto tappe ACIREALE – SIRACUSA – RAGUSA h. 10:26 treno Acireale/Siracusa (arrivo h. 11:53); h. 15:10 treno Siracusa/Ragusa (arrivo h. 17:14). 31 agosto tappe RAGUSA – AGRIGENTO – PALERMO h. 8:05 treno Ragusa/Gela (arrivo h. 9:09); h. 11:30 autobus SAL Autolinee Gela/Agrigento (arrivo alle 13:15); h.17:20 treno Agrigento/Palermo (arrivo h. 20:10).

Queste la dichiarazioni dei due parlamentari grillini:

“Pendolari e turisti lasciati a terra, disservizi di ogni tipo, ritardi e mancati collegamenti. La Sicilia dei trasporti via treno è ferma al dopoguerra. Se burocrati e politici in questi 20 anni avessero viaggiato con treni e bus di linea, anziché con auto di servizio e autista, avremmo trasporti efficienti. Noi lo facciamo abitualmente, ma in questi giorni, saliremo sui treni siciliani per documentare con foto e video lo stato del trasporto ferroviario in Sicilia e non solo: In questi tre giorni, proveremo a girare la Sicilia esclusivamente con i mezzi pubblici, cercando di arrivare nelle località turistiche più frequentate, per vivere e documentare gli stessi disagi cui sono costretti pendolari e turisti”.

“Il vero problema di chi abbiamo eletto e mandato nelle istituzioni a risolverci i problemi – afferma Sunseri – è che queste persone hanno letteralmente perso il contatto con la realtà, fregandosene letteralmente di operare per il bene collettivo. Oggi, da forza di governo, sentiamo maggiore la responsabilità di cambiare le cose. Così insieme a Paolo Ficara, ma anche agli altri portavoce M5S e tutti i cittadini che vorranno unirsi a noi, documenteremo questa situazione, per porre soluzioni già questo autunno in commissione trasporti alla Camera e nelle sedi istituzionali opportune”.

“Quando a inizio agosto Luigi Sunseri mi ha chiamato proponendomi di fare un giro della Sicilia in treno – dice Paolo Ficara – ho accettato subito con grande entusiasmo. Non credo sia cambiato molto da quando da studente universitario utilizzavo spesso il treno per recarmi a Messina. Anzi, forse molte cose sono peggiorate. Adesso il nostro ruolo politico ci impone di cambiare le cose, prima da portavoce dei cittadini nelle istituzioni e poi da cittadini stessi che quei servizi hanno utilizzato e vorrebbero utilizzarli in futuro con standard da paesi sviluppati e non da terzo mondo. I prossimi mesi in Parlamento saranno fitti di impegni e molto importanti. A settembre RFI proporrà al parlamento il nuovo contratto di programma, con gli investimenti per il periodo 2017-2021, e successivamente avremo la legge di bilancio 2019”.

“La tragedia di Genova – concludono Ficara e Sunseri – ha posto ancora di più l’attenzione sulla necessità di intervenire nelle infrastrutture del nostro paese, sia che esse siano stradali o ferroviarie, investendo sulla manutenzione e sulla sicurezza, tante piccole opere diffuse su tutto il territorio anziché poche grandi opere mangia soldi”.

Dai terni alle strade. Di scena la provincia di Agrigento, ‘Capitale morale’ del delirio stradale della Sicilia (stradale perché di autostrade, in questa provincia, no ce n’è). Di questo tema si occupano l’assessore regionale, Roberto Lagalla, e il parlamentare regionale del PD, Michele Catanzaro. E’ stato quest’ultimo a sollevare il tema del collegamento stradale tra Castelvetrano e Agrigento.

“Concordo sulla necessità di garantire ai cittadini strade sicure e percorribili – dice Lagalla – perché non possiamo più permettere che quel tratto di statale tra Agrigento e Castelvetrano mieta ancora nuove vittime. Pertanto, ritengo corretta l’attenzione sollevata dall’onorevole Catanzaro su una problematica alla quale il Presidente Musumeci e l’assessore Marco Falcone stanno già lavorando nel quadro più generale dell’assetto viario siciliano. La provincia agrigentina è oggettivamente penalizzata e mortificata dalla carenza di collegamenti efficienti che, oltre ad impedire lo sviluppo del territorio, mettono in pericolo la vita di quanti ogni giorno sono costretti a percorre la SS115. Inoltre, è chiaro come il rilancio della rete viaria dell’Isola sia condizione indispensabile per garantire crescita economica e sviluppo turistico”.

Anche questo blog, in tempi non sospetti – si era nell’aprile dello scorso anno – ha segnalato qualche dubbio a proposito del ponte sul fiume Belìce (QUI IL NOSTRO ARTICOLO). E, se proprio la dobbiamo dire tutta, non sono mancati, negli anni passati, i dubbi sul ponte sul fiume Carboy, la cofine tra Menfi e Sciacca.

In realtà, quasi tutte le strade che collegano Agrigento con il resto della Sicilia sono ‘deliranti’.

Si comincia con il già citato asse viario che, partendo da Castelvetrano arriva ad Agrigento passando per Sciacca. Sono noti i viadotti crollati nel tratto tra Sciacca e Ribera.

Non parliamo, poi, della strada a scorrimento veloce Palermo-Agrigento, dove sono in corso lavori non nell’interesse dei cittadini, ma nell’interesse delle imprese impegnate in questa cervellotica ‘tela di Penelope’…

Idem per l’Agrigento-Caltanissetta, altra strada a scorrimento veloce – o mezza-autostrada – dove i lavori vanno avanti non si sa più da quanti anni. Anche in questo caso, una barca di soldi aspettando Godot…

Ci sarà mai qualcuno che farà chiarezza su questi appalti? Ovviamente, no. E non si sa nemmeno quando le due opere verranno completate.

Di fatto, sotto il profilo autostradale Agrigento è fortemente penalizzata. Non va meglio con i tre, che in molti casi non esistono più.

Alla fine degli anni ’80 – forse intuendo che né la viabilità stradale, né quella ferroviaria sarebbero migliorate: cosa che i fatti di oggi dimostrano – si era pensato a un aeroporto sul modello di quello realizzato a Trapani: un piccolo aeroporto civile, in un primo memento dalle parti di Licata, in un secondo momento dalle parti di Racalmuto. Ma non se n’è fatto niente.

Agrigento, quasi senza ferrovie, con le strade ‘deliranti’, in buon parte isolata era e tale è rimasta.

Foto tratta da ferroviesiciliane.it

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