Tangentopoli del mare/ La Regione pronta a costituirsi parte civile. E il caso Marianna Caronia?

25 luglio 2018

“Interferenze illecite nell’esercizio dell’azione amministrativa”. C’è il parere favorevole dell’avvocatura. Ma, a livello politico, ancora troppe ombre. Come il ruolo ricoperto dalla deputata palermitana nonostante l’indagine a suo carico…

La delibera c’è. La Regione siciliana vuole costituirsi parte civile nel processo a carico dell’ex parlamentare regionale, Girolamo Fazio e degli armatori Morace, pendente presso il Tribunale di Trapani.  L’inchiesta è conosciuta con il nome di ‘Mare Mostrum’, ovvero lo scandalo che ha investito in pieno gli affari che girano intorno ai collegamenti marittimi con le isole minori. Una tangentopoli del mare che coinvolge imprenditori, politici e funzionari della Regione.

Onore al merito. Sarebbe stato davvero inquietante se la Regione non avesse inoltrato la richiesta di costituirsi parte civile, perché, come vi abbiamo detto qui, le ombre proiettate da questa inchiesta sull’intera amministrazione regionale sono davvero tante.

La delibera specifica che la richiesta di costituzione di parte civile riguarda in particolare due assessorati: Infrastrutture e mobilità e Attività produttive. I due enti nei quali si sarebbe manifestata in modo più palese l’interferenza delle lobby del mare. Ricordiamo che si tratta di affari che girano intorno ad una marea, è il caso di dirlo, di soldi pubblici.

“L’avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo – si legge nella delibera di giunta- ha espresso parere favorevole alla costituzione di parte civile della Regione e, segnatamente, dell’assessorato regionale Infrastrutture e mobilità e dell’assessorato Attività produttive, stante la peculiarità della vicenda e le contestate interferenze illecite nell’esercizio dell’azione amministrativa volte a condizionare il buon andamento e l’imparzialità dell’Amministrazione regionale”.

Va da sé che adesso dovranno essere i giudici a dire sì o no.

L’inchiesta va avanti sia a Trapani che a Palermo e, trattandosi di una delle più grosse inchieste degli ultimi decenni, non sono da escludere nuovi colpi di scena.

A livello politico, però, la vicenda sembra ancora (volutamente?) sottovalutata. Resta inspiegabile, infatti, tra le altre cose, come nessuno abbia da ridire sul ruolo attualmente ricoperto dalla deputata regionale, Marianna Caronia (eletta all’Ars con Forza Italia) anche lei indagata in questa tangentopoli del mare.

Secondo l’accusa, come vi diciamo meglio qui, avrebbe ottenuto una liquidazione gonfiata dagli armatori Morace e Franza nel momento in cui rilevano la Siremar (presso la quale la deputata lavorava). Un trattamento speciale in cambio di un favore: quella liquidazione altro non sarebbe, sempre secondo l’accusa, che la ricompensa per avere ostacolato la nomina – sgradita a Morace – di Giuseppe Prestigiacomo a consulente della commissione Trasporti dell’Ars.

Ad interceder per lei sarebbe stato il padre, Giuseppe, ex sindacalista potentissimo nel settore dei trasporti marittimi, agli arresti domiciliari per la vicenda del bar Alba di Palermo. 

Ebbene, seppur il processo non si sia ancora celebrato, sembra quantomeno singolare che Marianna Caronia resti ancorata al ruolo di vice presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Mobilità dell’Ars. La Commissione cioè, che quando sarà il momento, si occuperà anche di trasporti marittimi.

Possibile che nessuno all’Ars si sia accorto di quanto inopportuna sia questa situazione?

Va ricordato che Simona Vicari, l’anno scorso si è dimessa dal ruolo di sottosegretario ai Trasporti quando i magistrati di Palermo le hanno notificato l’accusa di aver presentato un emendamento che abbassava dal 10 al 4 per cento l’Iva sui trasporti marittimi, in cambio di un Rolex ricevuto da Morace a Natale.

Certamente qualcuno le avrà fatto notare che era il minimo che potesse fare.

nella foto- tratta da Rosalio.it- da sinistra: Simona Vicari e Marianna Caronia

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