Gli affari del mare 5/ Interrogazione parlamentare sulla Siremar e sui bandi per i trasporti

26 giugno 2017

Danno erariale e monopolio di mercato. Questi i pesanti dubbi che gravano sui più recenti capitoli della storia dei trasporti marittimi siciliani e di cui il M56 chiede conto e ragione al Ministro per le infrastrutture e al collega dell’Economia. Vicende al centro dell’inchiesta Mare Mostrum. Adesso bisognerà vedere se i due ministri troveranno il tempo di rispondere….

Mentre sembra calare l’attenzione su una delle inchieste più importanti degli ultimi anni, una interpellanza parlamentare riporta in primo piano il giro di affari milionari che ruota intorno al settore dei trasporti marittimi siciliani. Parliamo, va da sé, dell’inchiesta Mare Mostrum, che ha portato all’arresto dell’armatore Ettore Morace, patròn della Liberty Lines (ex Ustica Lines) e che coinvolge direttamente  un deputato regionale, Mimmo Fazio, un collaboratore dell’assessore regionale alle infrastrutture e l’ormai ex sottosegretaria alle infrastrutture, Simona Vicari.

Al di là dei nomi degli indagati ufficiali, l’inchiesta è importante perché svela una commistione tra interessi pubblici e privati, un sistema di  ‘amicizie’ tra politicanti di vari schieramenti, imprenditori e giudici amministrativi imperniato sulla gestione di una marea di soldi pubblici. Un sistema che si sarebbe avvalso anche di appigli romani: dal ministero alle Infrastrutture all’Antitrust, guidato da un siciliano, come vi abbiamo raccontato qui. (Sotto in allegato trovate quattro articoli in cui ricostruiamo la vicenda: dai nomi dei protagonisti principali, ai finanziamenti pubblici fino al monopolio venutosi a creare in questo settore).

Una storia che i magistrati inquirenti hanno definito “un romanzo della corruzione” e di cui ancora non si conoscono tutte le ‘finezze’. Ci pensa il Movimento 5 Stelle a tentare di non fare cadere l’intera vicenda nel dimenticatoio. Lo fa, come già accennato sopra, con una interpellanza parlamentare rivolta direttamente al Ministro delle Infrastrutture e al Ministro dell’Economia. 

In buona sostanza, i deputati interroganti chiedono conto e ragione su un passaggio fondamentale di questa storia: l‘acquisizione della Siremar (ex Tirrennia) da parte del gruppo Morace – Franza. L’ex società di navigazione pubblica finisce nelle mani dei due gruppi privati che, attraverso un ricorso al Consiglio di Stato, riescono a strapparla dalla mani della Regione ( attraverso la Compagnia delle Isole, l’aveva acquistata per prima con il placet dell’Antitrust). Questo passaggio di proprietà- che si è concluso l’anno scorso- sarebbe alquanto anomalo: il sospetto è che si possa configurare un danno erariale. Il governo regionale, cioè, si sarebbe disfatto della Siremar a condizioni un po’ troppo favorevoli per i privati. Non solo. Mentre l’Antitrust si era espressa quando l’acquirente era la Regione, lo stesso non ha fatto quando a comprarla sono stati i Morace e i Franza. Il sospetto, in questo caso, è il monopolio.

Non solo. Nell’interrogazione non manca la parte relativa ai bandi per i collegamenti marittimi. Gare vinte sempre dagli tessi gruppi e sui quali, come detto qui, non mancano dubbi di legittimità. 

I deputati del Movimento 5 Stelle chiedono ali due Ministri se siano accorti di queste e altre criticità.

Ecco il documento. Vi terremo informati su una eventuale risposta.

 

Camera dei Deputati – 2-01844 – Interpellanza urgente presentata
dall’On. Di Vita (Misto) il 20 Giugno 2017.
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere –
premesso che:
gli organi di stampa hanno riportato la notizia di un’importante indagine condotta dalla procura di Palermo su presunte tangenti che
avrebbero concesso a un noto armatore di avere bandi «tagliati su misura» e norme di favore. Arrestati per corruzione sono
l’armatore in questione, Ettore Morace, proprietario della compagnia di traghetti Liberty lines, il deputato regionale Girolamo Fazio, ex
sindaco di Trapani, e il funzionario della regione siciliana Giuseppe Montalto;
Morace avrebbe stretto una rete di rapporti con politici locali, come il deputato regionale Girolamo Fazio, ed esponenti politici
nazionali, come l’ex sottosegretario alle infrastrutture Simona Vicari, in seguito dimessasi, che gli avrebbero consentito di
condizionare la politica sui trasporti marittimi;
in merito alla posizione di quest’ultima, secondo quanto si apprende da notizie stampa, il reato di corruzione si sarebbe configurato
poiché la Sottosegretaria avrebbe fortemente caldeggiato l’abbassamento dell’Iva sui trasporti marittimi dal 10 al 5 per cento,
ricevendo in regalo, subito dopo, un orologio di marca Rolex da parte di Morace;
di fatto, l’abbassamento dell’aliquota in questione, attraverso il sostegno accordato dalla Vicari all’approvazione di un emendamento
in tal senso presentato al disegno di legge di bilancio per il 2017, costituisce un importante sgravio fiscale per gli armatori e,
pertanto, il prezioso dono regalato dal Morace sembra raffigurare la più classica fattispecie di scambio di favori;
rileva in particolare nella vicenda l’acquisizione, nell’aprile del 2016, dell’ex Siremar, un’operazione economica da oltre 50 milioni di
euro, di cui si dirà più ampiamente in seguito. Una lunga trattativa che è seguita alla sentenza del Consiglio di Stato nella quale
veniva riconosciuto il diritto della società di navigazione siciliana di acquisire Siremar. Si tratta di un’operazione che comprendeva
anche il mantenimento dei livelli occupazionali ereditati da Siremar-Compagnia delle Isole, oltre 350 dipendenti;
nell’ambito di tale profilo dell’indagine è stato fatto anche il nome del Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, dottor De
Vincenti, relativamente al ruolo ricoperto nell’acquisizione da parte della Liberty lines della Siremar spa, società che gestisce i
collegamenti con la Sicilia, precedentemente partecipata dalla regione per oltre il 30 per cento;
«abbiamo risolto la crisi Siremar – ha spiegato il Ministro – applicando la sentenza del Consiglio di Stato perché è compito del governo
cercare di risolvere i problemi del paese. Nel 2015 e nel 2016 avevamo da risolvere questa crisi industriale che metteva a rischio,
oltre ai 340 posti di lavoro, anche la continuità del trasporto pubblico delle isole minori»;
rilevano in particolare in tal senso le gare sul trasporto marittimo locale, bandite fra il 2015 e il 2016, dal valore di 63 milioni di euro
per le isole minori con aliscafi e 56 milioni di euro per la Siremar;
in entrambe le gare un ruolo chiave lo ha avuto Morace con Ustica Lines e poi in società con i Franza anche nella Siremar. Ci furono
molte tensioni su queste gare perché il dipartimento guidato da Fulvio Bellomo ha rivisto i criteri riducendo gli importi. I Morace
minacciarono di bloccare gli aliscafi e all’Ars loro grande difensore era il deputato ex sindaco di Trapani Fazio. I Morace sono con i
Franza i «re» del mare in Sicilia, avendo di fatto quasi un monopolio sui trasporti con le isole minori. La società per azioni adesso si
chiama Liberty Lines, ma la proprietà è sempre dei Morace;
a far data dal 12 aprile 2016, dunque, Compagnia delle Isole s.p.a. (CDI) ha ceduto il ramo d’azienda preposto all’erogazione dei
servizi di collegamento marittimo (ex SIREMAR) alla Società di navigazione siciliana spa (SNS);
preme qui rilevarsi che, in tale operazione, un’ipotesi di concentrazione dei servizi di trasporto marittimo tra la Sicilia e le sue isole
minori nelle mani di un unico grande gruppo imprenditoriale;
la questione è altresì oggetto dell’interrogazione a risposta scritta n. 4-13194 presentata alla Camera, indirizzata ai Ministri dei delle
infrastrutture e dei trasporti e dello sviluppo economico, ad oggi priva di risposta –:
se il Governo sia al corrente dei fatti esposti in premessa;

se non ritenga necessario, per quanto di competenza, fornire chiarimenti in merito alle modalità di gestione della transazione
menzionata in premessa avente ad oggetto la cessione della Siremar, i cui effetti sembrano configurare, a giudizio degli interroganti,
un gravissimo danno per le finanze pubbliche;
quali iniziative di competenza intenda adottare per superare le criticità esposte in premessa circa il mercato dei servizi di
collegamento marittimo in Sicilia e per garantire la piena affermazione dei princìpi della concorrenza, in una situazione che vede, di
fatto e di diritto, tutto il trasporto marittimo siciliano affidato a un solo soggetto finanziato interamente con ingentissimi fondi
pubblici. (2-01844) «Di Vita, Nuti, Di Benedetto, Mannino, Lupo».

SUL TEMA:

Gli affari del mare 4/ L’Antitrust e la Sicilia: una volta sì, una volta no…

Gli affari del mare 3/Nuovi dubbi sul bando per i collegamenti con Egadi e Eolie

Gli affari del mare 2/ L’eterno ritorno delle stesse facce…

Lo scandalo di aliscafi & traghetti 1: i retroscena milionari dell’accoppiata Morace-Franza

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