Formazione professionale: assessore Lagalla, quante chiacchiere e quanti luoghi comuni!

10 dicembre 2017

Nella sua prima intervista da assessore alla Formazione professionale, l’ex rettore dell’università di Palermo, Roberto Lagalla, ha dimostrato di conoscere poco il settore. Non ha parlato dell’OIF, né del fatto che i fondi UE non possono sostituire i fondi regionali. Lo scivolone su estetisti e parrucchieri. Il dubbio che i fondi del settore finiscano ai ‘baronati’ universitari. Verso il ritiro dell’Avviso 8

Se qualcuno aveva dubbi sul fatto che il nuovo presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, presieda un Governo regionale che, già dalle prime battute, dimostra superficialità e approssimazione, il citato neo assessore alla Formazione, Roberto Lagalla, ha totalmente eliminato tali dubbi. Per rendersene conto, chi ha un minimo – ma proprio un minimo – di dimestichezza con il mondo della Formazione professionale della Sicilia, leggendo l’intervista ‘strillata’ rilasciata dal professore-rettore neo onorevole assessore Lagalla al Giornale di Sicilia non può che porsi la seguente domanda: ma nelle mani di chi è finita la Regione siciliana?

Leggiamo e commentiamo assieme a voi questa ‘roboante’ intervista all’ex rettore dell’università di Palermo, un bravissimo radiologo (insegna Radiologia presso la facoltà di Medicina del capoluogo siciliano) che, forse, prima di avventurarsi in una ‘diagnosi’ sulla Formazione professionale siciliana avrebbe fatto bene a disporre almeno una ventina di ‘Tac’ al settore, giusto per evitare brutte figure…

Già il titolo non annuncia nulla di lungimirante: c’è il solito riferimento alla “rivoluzione” (ricordate? anche Rosario Crocetta, nel novembre del 2012, appena eletto presidente della Regione parlava di “rivoluzione”: tutti abbiamo visto i risultati della rivoluzione crocettiana, soprattutto nella Formazione professionale…).

Poi la battuta a effetto: “Basta sprechi”.

Sprechi? Forse il professore-assessore Lagalla fa riferimento alla Formazione professionale precedente al 2011, quando i soldi, in questo settore, non mancavano. C’erano, certo, gli sprechi: ma c’erano, soprattutto, le ruberie.

Quindi, se proprio il nuovo assessore si voleva cimentare con la storia di questo settore avrebbe dovuto essere più preciso, parlando di sprechi e di ruberie.

Però un’altra domanda ce la poniamo: il nuovo assessore è arrivato per riscrivere – male, notiamo – la storia della Formazione professionale siciliana o per affrontare il presente e il futuro di questo settore?

Interessante anche la seguente affermazione del professore-assessore Lagalla:

“E’ finito il tempo dei corsi decisi dagli enti”.

Questa frase la dice tutta sul pressappochismo di questo nuovo Governo regionale.

Infatti: di quali corsi parla il professore-assessore Lagalla? Dal 2012 ad oggi la Regione ha completato solo i corsi dell’Avviso 20 del 2011. Ed è stata costretta (perché nemmeno questo avrebbero fatto i ‘grandi’ assessori espressi dal Governo Crocetta in questo settore) ad avviare un paio di corsi OIF, il cosiddetto Obbligo formativo.

Sono i corsi – lo dice la stessa parola – che la Regione è ‘obbligata’ a bandire per provare a recuperare i minori che sfuggono alla scuola dell’obbligo (la cosiddetta dispersione scolastica, in Sicilia molto elevata), onde evitare che diventino manovalanza per la mafia.

Tra l’altro – detto per inciso – proprio quest’anno, il passato Governo di centrosinistra e la maggioranza di centrosinistra che sosteneva lo stesso esecutivo hanno fatto sparire circa 20 milioni di euro. Soldi che dovrebbero servire a pagare la chiusura degli ultimi corsi OIF.

Il professore-assessore, nell’intervista, dice che in questi primi giorni sta “studiando moltissimo”: ma a quanto pare non ha “studiato” l’OIF, perché non ne parla. Eppure c’è un problema serio da risolvere, visto che i citati 20 milioni di euro sono spariti tra i ‘flutti’ della passata campagna elettorale…

Professore Lagalla: cosa fa lei quando, agli esami, interroga un futuro medico che non risponde a una domanda?

Questo vale per i corsi. Ma la frase completa, come già accennato, è la seguente:

“E’ finito il tempo dei corsi decisi dagli enti”.

Professore-assessore, scusi: ma di quali “ente” parla? Guardi che tutti gli enti formativi storici della Sicilia non ci sono più. Ci sono gli enti ‘nuovi’ – li trova nella graduatoria dell’Avviso 8 – ma non hanno deciso nulla. Perché su questo Avviso decideranno i magistrati amministrativi e la Corte dei Conti.

Questo perché, con tale Avviso, è finita come al personaggio di una celebre canzone di Fabrizio De Andrè: quello che teneva ‘no frate che aveva fatto cinquanta concorsi, novanta domande e duecento ricorsi…

Andiamo avanti.

“Stop ad estetisti e parrucchieri – dice l’assessore con piglio deciso -. Dobbiamo puntare su corsi legati a turismo, energie rinnovabili e artigianato”.

Un giorno ci spiegherà che cosa intende per corsi nel settore delle “energie rinnovabili”: intanto ci permettiamo di sottolineare che i corsi per Estetisti e Acconciatori – che l’assessore Lagalla (da esponente dell’alta borghesia non sembra gradire) sono espressamente previsti dalla Legge n. 1 del 1990 che demanda alla Regione siciliana lo svolgimento di tali corsi: assessore, anche se non le piacciono perché non sono ‘a tono’ con il suo ‘rango sociale’, se ne dovrà fare una ragione.

Purtroppo, in questi ultimi due anni, in assenza di corsi gratuiti finanziati dalla Regione (che avrebbe potuto utilizzare i fondi europei e non ha fatto nemmeno questo!), si è assistito ad un proliferare di corsi a pagamento su cui nutriamo dubbi. Inoltre, vale la pena di ricordare che tali qualifiche sono espressamente richieste dal mercato del lavoro al quale il nuovo assessore dice di voler fare riferimento: sarebbe bastato un semplice controllo!

Nell’intervista il nuovo assessore si rammarica per gli “errori” commessi negli anni passati: errori che hanno portato ai già citati ricorsi e contro ricorsi.

“Nella programmazione futura – annuncia – si farà molta attenzione ad ogni singolo punto dei bandi”.

Questo denota una buona dose di presunzione, perché non esistono bandi non soggetti a ricorsi: per il semplice fatto che chi resta fuori prova a rientrare presentando, per l’appunto, un ricorso.

A onor del vero non capiamo se, in questo passaggio, il professore-assessore Lagalla dimostri di essere ingenuo o furbo. I bandi, è noto, li scrivono gli alti burocrati sotto ‘dettatura’ dalla politica. E sono quasi sempre sistemati in modo tale da…

Da qui i ricorsi.

Insomma: la ‘battuta’ su questo argomento il nuovo assessore se la poteva risparmiare.

A questo punto arriva la ‘perla’:

“La linea di condotta guarda all’istruzione scolastica, alla qualificazione universitaria e alla formazione professionale come unico percorso per raggiungere sbocchi professionali lavorando in sintonia con scuola e università”.

Chi ha pensato la Formazione professionale in Sicilia – si era alla fine degli anni ’70 del secolo passato (erano gli anni di Piersanti Mattarella presidente della Regione), distingueva, giustamente, l’Istruzione dalla Formazione professionale.

Tant’è vero che, nei primi anni ’80, con l’unica riforma dell’amministrazione regionale degna di questo nome, l’Istruzione venne abbinata ai Beni culturali, perché nei Paesi civili Istruzione e Beni culturali vanno di pari passo.

Nel 2008, ai vertici della Regione siciliana, sono arrivati due ‘geni assoluti’: il presidente Raffaele Lombardo e l’assessore Gaetano Armao. Grazie a questi due ‘geni’ – e ai parlamentari regionali di quella disastrosa legislatura che hanno approvato questa ‘riforma’ – l’Istruzione è finita con la Formazione professionale!

Però bisogna riconoscere che Lombardo e Armao – ribadiamo: due ‘geni assoluti’ (che non a caso sono in prima fila nel Governo regionale dell’approssimazione di Musumeci…) – hanno anticipato le altrettanto ‘geniali’ riforme del lavoro e della scuola del Governo Renzi: riflettendoci, l’accoppiata Istruzione-Formazione di Lombardo e Armao – che piace tanto al professore-assessore Lagalla – fa il paio con le esperienze lavorative imposte agli studenti dei licei contro le quali, giustamente, gli stessi studenti protestano.

Domanda: l’assessore Lagalla dice vero? Ragazzi: sulla Formazione non sarà molto preparato, ma il nuovo assessore è un grande furbacchione. Il nostro dubbio è che, con la scusa che ha trovato già pronta l’accoppiata Istruzione-Formazione, il nuovo assessore si porterà i fondi della Formazione all’università.

Se sarà così, ebbene, gli 8 mila lavoratori licenziati di questo settore, in buona parte, potranno dire addio per sempre al lavoro.

Un altro passaggio dell’intervista è degna di nota:

“Per Musumeci – leggiamo nell’intervista – il sistema deve essere a sportello: l’utente deve scegliere tra gli operatori accreditati e la Regione non deve finanziare più gli enti, ma direttamente le persone fisiche o le aziende”.

Giusto finanziare le “persone fisiche”, cioè chi deve seguire un corso. Ma che c’entrano le aziende?

Il punto è centrale: nel 1996 – anno in cui il centrodestra vince le elezioni regionali – inizia la lenta, ma inesorabile privatizzazione di questo settore. Dagli enti no profit si comincia a passare alle società.

Con il Governo di ‘centrosinistra’ di Rosario Crocetta – non a caso renziano – si completa lo smantellamento della Formazione professionale no profit e pubblica e si affida tutto ai privati: i risultati si vedono. 

Da quello che abbiamo capito la Formazione professionale siciliana è destinata a finire nelle mani delle “aziende”, cioè dei privati. Con il contorno dei ‘baroni’ dell’università. Un bel futuro, no?

Naturalmente – solo un cretino può pensare il contrario – i protagonisti della ‘nuova’ Formazione avranno dei precisi referenti politici.

Quindi assisteremo non solo alla privatizzazione della Formazione, ma alla privatizzazione-politicizzazione della Formazione professionale. Con possibili ‘deviazioni’ verso i ‘baronati’ universitari. 

La privatizzazione del settore, l’abbiamo già ricordato, è già completata. Non c’è bisogno di ricordare ai nostri lettori le polemiche che stanno accompagnando l’Avviso 8, il bando da 136 milioni di euro di fondi europei. Bando che non è ancora partito, ma del quale sono già noti i legami tra i ‘vincitori’ selezionati e la politica.

Vi risparmiamo il dettaglio dei già citati corsi e i ricorsi sull’Avviso 8: che non sono quelli di Giovan Battista Vico, ma le miserie di una politica che si contende la gestione non dei corsi (già sarebbe un fatto positivo), ma dei ‘piccioli mansi’ per gestire questi corsi.

Quello che possiamo dire in conclusione è che le dichiarazioni a ruota libera del professore-assessore Lagalla sembrano, purtroppo, la ‘fotocopia’ delle dichiarazioni di altri assessori al ramo che si sono avvicendati nell’ultimo quinquiennio (Nelly Scilabra, Mariella Lo Bello e, in ultimo, Bruno Marziano). Più alcuni elementi tutt’altro che positivi.

In prima battuta, va detto che, oltre ai soliti proclami, non riusciamo ad intravedere le tutele per i circa 8 mila lavoratori espulsi dal sistema, a parte una vaga promessa che tale rimane.

Già in campagna elettorale Musumeci ha detto che la Formazione, in Sicilia, è stata pensata per i docenti e non per i discenti. Poi si è rimangiato la frase. Ma a giudicare da quello che ha detto il nuovo assessore – pressappochismo e svarioni a parte – per i lavoratori licenziati noi non vediamo nulla di buono. Anzi.

Perché pensiamo questo? Semplice: perché nelle parole di Musumeci e dell’assessore Lagalla non abbiamo letto alcun richiamo al rispetto della normativa regionale che governa il sistema formativo siciliano: normativa che non è stata mai abrogata, ma travolta, in modo truffaldino, da provvedimenti amministrativi.

Sì, la Formazione professionale è un caso eclatante di leggi ‘abrogate’ (parliamo della legge regionale n. 24 del 1976), di fatto, da provvedimenti amministrativi: cosa che non dovrebbe esistere, ma che in Sicilia è ormai prassi (cosa per certi versi simile a certi dirigenti che hanno ingrossato il proprio curriculum con incarichi illegittimi per poi accedere a gradi più alti…).

Secondo elemento. Siamo già nel 2018. La Programmazione del Fondo Sociale Europeo è iniziata nel gennaio del 2014. Sono passati quattro anni e la Regione non ha speso un solo euro!

Né Musumeci, né Lagalla hanno mai parlato di questo tema. Questi fondi non spesi verranno ‘riprogrammati’ da Roma e dirottati altrove come è già successo con la Programmazione 2007-2013?

Su questo punto Musumeci e Lagalla dovrebbero dire qualcosa: magari che si impegneranno a non fare perdere queste risorse. Ma l’argomento non l’hanno nemmeno sfiorato.

Nell’intervista si dice che i corsi di Formazione sono bloccati da due anni. Non è così: sono bloccati da cinque anni. Come già ricordato, a parte l’OIF, il resto era solo la ‘coda’ dell’Avviso 20 del 2011 avviato a fine 2012.

Non solo. Dal 2011 la Formazione professionale siciliana viene finanziata solo con i soldi fondi europei. Questa è una violazione della stessa normativa europea, secondo la quale i fondi strutturali debbono ‘addizionarsi’ ai fondi regionali e non ‘sostituirsi’ ad essi.

Anche su questo né il presidente Musumeci, né il neo assessore Lagalla hanno detto qualcosa.

Terzo elemento: è bene che i giovani sappiano che questi non hanno alcuna intenzione di pagarli – come si è sempre fatto – per prendere parte ai corsi di Formazione.

Quarto e ultimo elemento: il già citato Avviso 8. Quello che abbiamo capito è che, se non verrà ‘inchiummato’ (leggere bloccato) dalla magistratura amministrativa, verrà direttamente ritirato dall’attuale Governo.

Il motivo l’ha detto lo stesso neo assessore: i bandi del passato sono stati scritti male, si debbono riscrivere meglio…

 

 

 

 

 

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