La vecchia politica attacca i grillini sul caso La Gaipa per nascondere la rissa sulla sanità

14 novembre 2017

La verità è che in queste ore si stanno ‘scannando’ per accaparrarsi la gestione dell’unica branca dell’amministrazione regionale che ha ancora soldi: la sanità. Romaniani e cuffariani del Cantiere Popolare, i poteri sanitari catanesi trasversali a Forza Italia e al PD, lombardiani e persino quella parte del PD che, sottobanco, ha votato Musumeci discutono animatamente… 

Scrive su facebook il dottore Franco Busalacchi, titolare di questo blog:

“Ci vogliono dosi massicce di disonestà intellettuale per mettere sullo stesso piano i casi di Cateno De Luca e compagni e quello di Fabrizio La Gaipa. I primi sono stati messi in lista pur sapendosi che erano indagati, inquisiti o addirittura condannati. Il caso di La Gaipa viene a galla oggi. E La Meloni che ha strillato come un’oca lo sa benissimo. Ma certa gente sa fare solo un certo tipo di politica”.

In effetti gli attacchi che, per tutta la giornata di oggi, hanno visto impegnati esponenti di centrodestra e di centrosinistra contro i grillini siciliani per la storia dell’imprenditore agrigentino finito agli arresti domiciliari sono ridicoli.

Certo, Fabrizio La Gaipa è stato candidato dal Movimento 5 Stelle nel collegio di Agrigento. Lo hanno arrestato perché, a quanto pare, ci sarebbero le testimonianze di alcuni suoi dipendenti che raccontano di essere stati sottopagati. Da quello che si capisce, fingeva di pagargli una certa somma e poi ne erogava meno.

Per carità: là dove un processo dovesse accertare la responsabilità di questo signore, è giusto che paghi. Detto questo, ci sembra ingiustificato l’interesse che si sta concentrando su questo caso. La Gaipa è stato candidato alle elezioni regionali del 4 novembre e non è stato eletto.

I vertici del Movimento 5 Stelle hanno già fatto sapere che verrà espulso. Allora qual è il problema? Proviamo a illustrarlo.

Il problema del centrodestra – che ha eletto Nello Musumeci – è che è pieno di impresentabili. Che, come dice giustamente Busalacchi, erano tali prima delle elezioni e sono stati candidati lo stesso perché, in quanto impresentabili ma potenti, hanno portato quei voti che sono risultati indispensabili per eleggere Musumeci.

Il dottore Busalacchi cita Cateno De Luca, in queste ore agli arresti domiciliari con il divieto di comunicare anche su facebook.

Ma il problema del centrodestra siciliano non è solo De Luca. La verità è che Musumeci non è solo stato eletto con i voti degli impresentabili, ma deve dare vita al proprio Governo ‘valorizzando’ alcuni soggetti che gli verranno segnalati dagli stessi impresentabili.

Il primo soggetto che Musumeci deve accontentare è l’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, nei guai con la Giustizia.

Lombardo è stato determinante per la vittoria di Musumeci (COME POTETE LEGGERE IN QUESTO ARTICOLO). E ora il nuovo presidente della Regione deve pagare il ‘dazio’.

Poi c’è il Cantiere Popolare, dove, oltre a Saverio Romano, orbita anche l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro. Ufficialmente, Cuffaro ha sempre fatto sapere di non amare Musumeci. Ma sembra che qualche cosa, indirettamente, dovrebbe arrivare anche a lui, magari attraverso qualche ex assessore regionale…

Ad ogni modo, l’arresto del candidato non eletto dei grillini ad Agrigento è caduto a fagiolo: così, invece di parlare dello ‘scanna scanna’ che per ora è in atto nel centrodestra per accaparrarsi la gestione dell sanità, si parla dell’arresto del candidato grillino.

Perché, Musumeci, sulla sanità, non racconta come stanno le cose? Allora: la Regione siciliana è tecnicamente fallita. Gli unici soldi in buona parte non ancora arraffati da Roma sono quelli della sanità: soldi che il Governo nazionale non può depredare, perché dovrebbe chiudere gli ospedali: cosa che non si può fare.

Come si evince dal Bilancio consuntivo 2016 della Regione siciliana – e come si leggerà con maggiore ricchezza di dettagli nel consuntivo 2017 che conosceremo a giugno del prossimo anno – già una parte dei fondi della sanità siciliana è stata ‘distratta’.

Tre casi sono eclatanti.

Primo: i pagamenti alla società regionale SAS, che in parte vengono effettuati con i fondi sottratti agli ospedali pubblici dell’Isola(le somme sono variabili).

Secondo: i circa 30 milioni di euro che vengono sottratti sempre agli ospedali pubblici della Sicilia per pagare l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) che dovrebbe essere pagata con i fondi dell’assessorato al Territorio e Ambiente, da quale dipende sotto il profilo amministrativo.

Terzo: con i fondi tolti agli ospedali pubblici della Sicilia si pagano i mutui che sono stati contratti dall’amministrazione regionale: rate che, invece, dovrebbero essere pagate dalla Regione e non con le risorse del Fondo sanitario regionale! Un fatto gravissimo, che avrebbe già dovuto essere sanzionato.

Detto questo, i soldi, nella sanità siciliana, ci sono ancora. Non sono – come cercano di farci credere – 9 miliardi e 200 milioni all’anno. Se la cifra effettiva fosse questa non ci sarebbero stati tagli e non sarebbero in corso altri ragli alla sanità siciliana.

In questo momento solo Iddio e pochissimi soggetti dell’assessorato alla Salute e dell’Economia conoscono i veri conti della sanità siciliana. Nello stesso consuntivo che leggeremo nel giugno prossimo compariranno meno soldi rispetto al 2016, ma non sarà la verità contabile.

Dicevamo dello ‘scanna scanna’ in corso per accaparrarsi la gestione della sanità. Su questo settore hanno gettato gli occhi i ‘capi’ del Cantiere Popolare, che vorrebbero piazzare lì o Roberto Lagalla o Toto Cordaro.

La sanità è anche nelle mire di Forza Italia. O meglio, nei potentati catanesi che, trasversalmente, puntano a controllare la sanità siciliana: e lì l’operazione passerebbe tra Marco Falcone e Luca Sammartino.

I nostri lettori diranno: passi Marco Falcone che è di Forza Italia. Ma Luca Sammartino che è del PD che c’entra? Invece c’entra, perché Sammartino sta nel PD, ma potrebbe stare benissimo dentro Forza Italia. L’importante è gestire il potere nella sanità siciliana: e lì, a Catania, Forza Italia e PD sono ormai indistinguibili…

Non ci crederete, ma alla sanità siciliana puntano pure soggetti del centrosinistra che, sottobanco, hanno fatto votare per Musumeci. Avete presente i voti del centrosinistra che non sono andati al candidato di questo schieramento politico alla presidenza della Regione, Fabrizio Micari? Ebbene, questi potrebbero essere voti ‘sanitari’…

Sapete a chi potrebbe finire la gestione della sanità siciliana? A qualche soggetto che è già stato in auge con l’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta e con il senatore Giuseppe Lumia. Vi sembra fantapolitica?

Riflettete: la Regione siciliana (COME ABBIAMO SCRITTO QUI) è praticamente in default non dichiarato. Fino ad aprile – quando si insedierà il nuovo Governo nazionale – Musumeci e la sua Giunta non potranno fare nulla, perché le ‘casse’ regionali sono vuote.

E allora? Siccome i soldi della Regione siciliana se li è presi tutti Roma e a Roma c’è un Governo di centrosinistra, Musumeci potrebbe cedere la sanità a qualche manager già ‘valorizzato’ dal PD, magari trovando la ‘quadra’ anche con Lumia… Questo gli consentirebbe una certa agibilità nei conti.

Certo, Musumeci, a un certo punto, potrebbe pure cambiare registro e puntare su un ex assessore del Governo Lombardo che accontenterebbe tutti (o quasi): e qui tornerebbe Catania.

E’ chiaro, allora, perché è importante, in questa fase, distogliere l’attenzione dal Governo Musumeci per concentrarla sui grillini?

Comunque noi qui siamo: ‘sta storia della sanità siciliana in ‘bilico’ tra romaniani-cuffariani, potentati catanesi PD-Forza Italia, PD-Lumia-Crocetta ed ex lombardiani la vogliamo vedere tutta.

 

 

 

 

 

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