Il ‘caso’ del debito del Comune di Torino: e dei debiti fuori Bilancio dei Comuni siciliani ne parliamo?

18 ottobre 2017

Il tema lo affronta il giornale on line Nientedipersonale.com in un approfondimento. Giusto fare chiarezza sul debito di 5 milioni di euro che il Comune di Torino ha ‘congelato’. ma sarebbe altrettanto giusto – visto che la Sicilia è una Regione autonoma e non una ‘Repubblica indipendente’ – chiedersi se i procedimenti seguiti dai Comuni siciliani nella gestione dei debiti fuori bilancio sia corretti e se, per caso, non creino disparità di trattamento tra i creditori… Le sceneggiate sui debiti fuori Bilancio della regione siciliana 

Sotto il titolo “Il clamore del debito di 5 milioni di euro di Torino e il silenzio su debiti fuori bilancio dei Comuni siciliani” va un articolo pubblicato dal giornale on line Nientedipersonale.com. Un approfondimento che, partendo dal clamore che sta suscitando il ‘congelamento’ del debito di 5 milioni di euro effettuato dall’amministrazione comunale di Torino- presieduta dalla sindaca grillina, Chiara Appendino – accende i riflettori su quanto avviane ormai da anni in Sicilia in materia di debiti fuori bilancio.

“Fa discutere – leggiamo su Nientedipersonale – la vicenda del Comune di Torino. Motivo: una scelta operata dall’amministrazione della sindaca grillina, Chiara Appendino, di postergare di un anno il pagamento di un debito di 5 milioni di euro. Non sappiamo che tipo di reato si configuri e se tale scelta amministrativa finirà con un processo. Ma sappiamo che quanto avviene in Sicilia ormai da anni nei Comuni – e adesso anche nel Bilancio della Regione – non sia meno grave di quello che è successo a Torino. Parliamo dei cosiddetti debiti fuori bilancio, che sono dei veri e propri pasticci contabili”.

Il giornale si chiede: che cosa sono i debiti fuori bilancio? “A rigore – si legge nell’articolo – dovrebbero essere richieste di pagamenti, frutto di fatti inattesi, che le pubbliche amministrazioni fronteggiano pagandoli, a fine anno, con fondi che non sono stati previsti nel Bilancio. Pagamenti che finiscono con l’avere la precedenza su tutti gli altri pagamenti in forza del carattere di ‘urgenza’. In realtà, come ora cercheremo di raccontare, provando a farlo con parole semplici, i debiti fuori bilancio sono diventati un mezzo raggiro contabile”.

Il giornale, per la definizione dei debiti fuori bilancio, cita una circolare del Ministero dell’Interno del 20 settembre 1993 n.F.L.21:

“Obbligazioni verso terzi per il pagamento di una determinata somma di danaro che grava sull’ente (…) assunta in violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli Enti Locali”.

Nientedipersonale cita un’inchiesta de I Nuovi Vespri che risale al 25 novembre del 2015 proprio sui debiti fuori bilancio:

“Il debito fuori bilancio di un Comune non è altro che un’obbligazione maturata senza che sia stato adottato il dovuto adempimento per l’assunzione dell’impegno di spesa previsto dall’art.191, commi 1-3, del Decreto Legislativo n. 267 del 2000 (ex art.35, commi 1, 2 e 3 del Decreto Legislativo n.77 del 1995). La Corte dei Conti ha preso posizione sui debiti fuori bilancio definendoli obbligazioni sorte senza il rispetto delle regole giuridiche contabili proprie degli Enti Locali”. (QUI TROVATE IL NOSTRO ARTICOLO DI DUE ANNI FA).

Nientedipersonale distingue due tipi di debiti fuori bilancio:

“Il primo tipo di debiti fuori bilancio lo abbiamo già descritto: sono pagamenti, a carico di una pubblica amministrazione, frutto di fatti inaspettati. L’esempio classico è rappresentato da una sentenza che vede soccombente la pubblica amministrazione. Che si può fare in presenza di una sentenza che stabilisce che il Comune deve pagare una carta cifra a un qualunque soggetto? Nulla: bisogna pagare e basta. Se questa sentenza viene emessa a metà anno, quando il bilancio di un Comune o di una Regione è già stato approvato, non resta che pagare, a fine anno, ricorrendo al debito fuori bilancio”.

“Il secondo tipo di debito fuori bilancio – prosegue il giornale – è una forzatura: o meglio, una furbata che i revisori dei conti, nel caso dei Comuni, dovrebbero stigmatizzare (e che, nel caso delle Regioni, i consiglieri regionali – e i deputati regionali nel caso della Sicilia – non dovrebbero mai approvare). Si tratta, infatti, di pagamenti che non hanno nulla di inatteso e nulla di urgente. In questo caso sono le pubbliche amministrazioni – o meglio, gli amministratori regionali o comunali – che decidono che un pagamento invece di fare la normale trafila, avrà la precedenza se inserito tra i debiti fuori bilancio. Una vergogna!”.

“Come tutti i cittadini siciliani sanno, – leggiamo sempre su Nientedipersonale – oggi i Comuni e la Regione (non consideriamo più le ex Province perché sono fallite, se è vero che riescono, quando ci riescono, a pagare solo gli stipendi ai dipendenti) scontano grandi difficoltà finanziarie. Sono note, insomma, le difficoltà di bilancio di Regione e Comuni. E tutti sappiamo – lo sanno le imprese e lo sanno i liberi professionisti – quanto tempo debbono aspettare per incassare i pagamenti di una pubblica amministrazione”.

“Se, però, il debito vantato da un soggetto privato verso un Comune finisce tra i debiti fuori bilancio – prosegue l’articolo – il pagamento viene effettuato in tempi stretti: il Consiglio comunale – di solito a fine anno – approva la delibera che prevede il pagamento dei debiti fuori bilancio e il gioco è fatto. Così, nei Comuni, assistiamo a soggetti privati che vengono pagati prima, grazie al fatto che i propri crediti sono stati inseriti tra i debiti fuori bilancio; e soggetti che, invece, vanno in coda e vengono pagati con tempi più lunghi, ovvero quando il Comune avrà la disponibilità finanziaria”.

Anche rispetto alla prima tipologia di debiti fuori bilancio non mancano ombre. Ce ne siamo occupati noi due anni fa a proposito di Palermo nell’articolo che abbiamo già citato:

“Il dubbio – che in realtà è più di un dubbio – è che a Palermo vada in scena una sorta di ‘triangolazione’ tra Giunta, Consiglio comunale e burocrazia del Comune. Il gioco potrebbe essere il seguente: gli assessori comunali indebitano il Comune con iniziative non previste dal Bilancio; lo stesso Comune non paga e si va in causa; l’ufficio legale del Comune, pur impegnandosi allo ‘stremo’, perde in Tribunale; e infine il Consiglio comunale (che per legge deve approvare i debiti fuori bilancio) approva e la partita si chiude. E così, per quest’anno, 24 milioni di Euro ‘mansi’ finiranno in tante tasche senza passare dal Bilancio…”.

Finiamo questo articolo riportando il finale del nostro rticolo di due anni fa:

“L’attuale normativa prevede la ‘responsabilità per danno patrimoniale’, se è vero che dà facoltà ai Comuni di “riconoscere i debiti fuori bilancio nel limite dell’indebito arricchimento”: dove per indebito arricchimento s’intende il beneficio che il Comune dovrebbe ricavare dall’accensione di tali debiti.

Detto in soldoni, se il Comune ha acceso debiti fuori bilancio deve averne tratto benefici, altrimenti è una truffa e, di conseguenza, c’è un danno erariale.  

La norma è molto importante, perché consente ai Comuni di pagare i debiti fuori bilancio “nei limiti dell’utilità e dell’arricchimento che l’ente ha conseguito”; mentre la restante parte dei debiti fuori bilancio che hanno arrecato solo danni al Comune debbono essere pagati da chi ha ordinato o reso possibile la fornitura di beni o servizi al di fuori delle previsioni di Bilancio. Insomma, sono cavoli dei privati che hanno fornito beni e servizi che non sono serviti al Comune; o sono cavoli degli amministratori comunali o funzionari comunali che hanno aggirato le disposizioni normative che regolano questo particolare settore della vita pubblica.

Domanda: al Comune di Palermo e negli altri Comuni della Sicilia, in materia di debiti fuori bilancio, è stata mai applicata la normativa che prevede la “responsabilità per danno patrimoniale”?

Vi risparmiano le vergognose sceneggiate andate in scena all’Assemblea regionale siciliana quando sono stati approvati discutibili debiti fuori bilancio: ovviamente, vicenda insabbiata di corsa…

A nostro avviso, questo potrebbe essere un argomento interessante per la Corte dei Conti per la Sicilia.

Qui gli articoli sui debiti fuori bilancio approvati dall’Ars:

Regione siciliana, spuntano altri 100 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio

 

Diventano un ‘giallo’ i 135 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio della Regione

 

Debiti fuori Bilancio della Regione: e fu così che l’Ars si prese una settimana di vacanza…

 

Ma soprattutto dovete leggere il seguente articolo: abbiamo posto alcune domande: ancora aspettiamo le risposte…

Debiti fuori Bilancio della Regione: qualche domanda al ‘commissario’ Baccei e alla Ragioneria

 

 

 

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