Elezioni a Palermo: Orlando e Ferrandelli hanno sottovalutato Forello che invece…

6 giugno 2017

Avere dato per assodato che il candidato a sindaco di Palermo dei grillini, Ugo Forello, sia fermo al 20% dei consensi è stato un errore di Orlando e Ferrandelli. Che, con molta probabilità, non hanno fatto i conti con la voglia di voltare pagina dei palermitani, che non ne possono più della vecchia politica. Sbagliato pure sminuire Nadia Spallitta e Ciro Lomonte. Domani intanto arriva Beppe Grillo a Palermo

I sondaggi, ma non soltanto i sondaggi. Sì, le previsioni di voto di Palermo – o, spesso, i maldestri tentativi di condizionare lo stesso voto – fino a qualche settimana fa davano i grillini al 20% o giù di lì. Per essere precisi, il candidato del Movimento 5 Stelle, Ugo Forello, veniva dato assiomaticamente tra i perdenti: terzo, dietro Leoluca Orlando (che un sondaggio dà, addirittura!, al 47%!) e Fabrizio Ferrandelli. Ebbene, a cinque giorni da voto lo scenario sembra cambiato. A parte altri sondaggi – che darebbero Forello in crescita – sembra cambiata, molto cambiata l’atmosfera. Proviamo a ‘leggere’ quello che sta succedendo.

Ad inizio di campagna elettorale nel Movimento 5 Stelle di Palermo prevalevano le divisioni e le polemiche. Qualcuno ha anche affermato che Forello non è un grillino e che non fa parte del Movimento.

Poi sono arrivare altre polemiche. Una, in particolare, ha destato non poche perplessità: un attacco imperniato su un’intervista un po’ pirata. Il ‘succo’ di questo attacco lascerebbe prefigurare una sorta di ‘conquista’ del Movimento a Palermo, da parte di Forello e dei suoi amici, a scapito di altri protagonisti dello stesso Movimento.

Già questo passaggio è stato visto con una certa diffidenza: un attacco portato avanti da qualcuno che non ci mette la faccia, con l’involontario protagonista dell’intervista-non-intervista che poi chiede scusa. Insomma, un attacco che portato avanti mettendoci la faccia avrebbe avuto un certo effetto, ha finito invece con l’apparire come un tentativo di mettere in cattiva luce, in modo proditorio, lo stesso Forello.

Poi sono arrivate altre polemiche sul ruolo della famiglia Forello nel settore dei giochi e della riscossione dei tributi. Altre storie in parte note, in parte meno note. Tutte vicende che hanno alimentato un dubbio: non è che è in corso un’operazione per screditare il candidato sindaco grillino, magari per avallare i sondaggi che lo danno al 20%?

Il polso della situazione, però, è stato l’arrivo, in Sicilia, di Luigi Di Maio e di Alessandro Di Battista. Abbiamo avuto modo di vedere i video degli incontri di questi due ragazzi: ovunque sono andati c’era gente, tanta gente: e questo è un brutto segnale per la vecchia politica siciliana, PD in testa.

Insomma: chi pensava che l’ondata grillina potesse essere ormai un ricordo si è dovuto ricredere. Il Movimento 5 Stelle, in Sicilia, è più vivo che mai. Alimentato dal malgoverno di Roma, dal ritorno dell’arroganza del Pinocchio del Mugello e dal malgoverno della Regione siciliana. Ma anche dallo scandalo dei trasporti marittimi esploso in piena campagna elettorale nella nostra sempre più disastrata Isola.

Rolex di qua, gite a Filicudi di là (Rosario Crocetta che voleva l’aliscafo anche in inverno: sono veramente alla frutta!), ancora una volta la vecchia politica siciliana ha dato sé l’ennesima prova negativa, con un candidato sindaco di Trapani (Girolamo Fazio) agli arresti domiciliari revocati a una settimana dal voto.

In realtà, è tutta la Sicilia a cadere a pezzi.

Le autostrade sono un disastro.

Le strade a scorrimento veloce pure (incredibile quello che succede sulla Palermo-Agrigento, come vi abbiamo raccontato qui e come vi abbiamo raccontato anche qui e ancora qui).

Le strade provinciali sono abbandonate.

L’economia siciliana è un disastro (come potete leggere qui).

I lavori pubblici segnano una flessione.

L’agricoltura è in crisi.

L’industria è scomparsa.

I Comuni sono senza soldi.

Le ex Province sono fallite.

La sanità pubblica è allo sbando.

E adesso comincia anche a mancare l’acqua, non perché sono in corso ‘riparazioni’, come cercano di farci credere, ma perché chi governa la nostra Isola non si è occupato delle dighe.

E via continuando.

In questo scenario la domanda è quasi automatica:

perché mai i Siciliani, negli oltre cento Comuni dove domenica prossima si voterà per eleggere i nuovi sindaci e i nuovi Consigli comunali, dovrebbero votare per la vecchia politica invece di provare a cambiare? Perché dovrebbero essere così masochisti?

Lo stesso discorso vale per Palermo. La città gestita dal sindaco uscente, Leoluca Orlando, è un disastro. Le strade sono quasi tutte sfasciate. Persino nelle strade del centro – Piazza Politeama, Piazza Verdi, via Cavour e via continuando – le buche non si contano più.

Certo, è arrivato il ‘sondaggio’ che, come già ricordato, dà Orlando al 47%: ma a questo dato non crede nessuno. La città è in ginocchio, massacrata da tasse, balzelli, ZTL, Tram che gira a vuoto a spese di una città sempre più povera, con lo spettro di un default dietro l’angolo (come potete leggere qui).

La sensazione che Beppe Grillo non fosse interessato a vincere a Palermo, per evitare ‘camurrie’ alle elezioni regionali sembra svanita. A smentirla è lo stesso Grillo che, domani, sarà a Palermo. E se Grillo si catapulta a Palermo il messaggio politico non può che essere uno: i grillini hanno tutta l’intenzione di prendersi il capoluogo siciliano.

Con i tempi che corrono, se la ‘macchina’ dei grillini si mette in moto – combinata con la voglia di cambiare dei palermitani – non sarà facile per gli avversari tenergli testa.

La tesi di un Orlando vittorioso al primo turno non sembra molto credibile con Grillo a Palermo. Con i grillini che, per altro, sono aiutati dagli stessi Orlando e Ferrandelli.

Da qualche settimana, infatti, Orlando rinfaccia a Ferrandelli i suoi alleati:

“Ferrandelli – dicono Orlando è gli orlandiani – è appoggiato da Totò Cuffaro e da Gianfranco Miccichè”.

“Orlando – replicano Ferrandelli e i suoi – è appoggiato da Angelino Alfano, da Totò Cardinale e da Carlo Vizzini”.

Della serie: se c’erano ancora palermitani convinti che Orlando e Ferrandelli avrebbero potuto portare una mezza ventata di nuova politica, i due candidati-avversari di Forello si sono ‘auto-incaprettati’, comportandosi come i celebri capponi di Renzo (o di Renzi, visto che sono entrambi renziani): ‘beccandosi’ l’un altro hanno informato i cittadini che loro, alla fine, rappresentano la vecchia politica. Due ‘geni’ della comunicazione…

Anche il tentativo di sminuire altri due candidati – Nadia Spallitta e Ciro Lomonte – da parte della vecchia politica rischia di sortire l’effetto contrario.

Mettere in giro la voce che il voto a Nadia Spallitta indebolisce la candidatura di Orlando sindaco e la lista di Sinistra comune alle elezioni per il Consiglio comunale è un autogol: perché i tanti sostenitori di Nadia Spallitta (che in parte rappresentano la sinistra che Orlando e i suoi alleati non rappresentano più) sono ancora più motivati a sostenerla.

Idem per Ciro Lomonte. Mettere in giro la voce che prenderà meno di 2 mila voti è un altro autogol, perché ha moltiplicato l’impegno di Ciro Lomonte e dei sui elettori.

Che dire, alla fine? Che Orlando e Ferrandelli, che pensano di stare sopra i grillini, dopo lo spoglio delle schede potrebbero confrontarsi con qualche sgradita sorpresa…

Foto tratta da palermomania.it

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