La Sicilia tra Separatismo, Secessionismo, Indipendentismo e Autonomia – Quarta puntata

15 aprile 2017

L’Indipendentismo, per la sua essenza etica, non parla ai coatti della politica. Non parla e non può essere capito da quegli elettori malati della sindrome di Stoccolma. Non parla e non può essere capito dagli ascari che hanno svenduto e che continuano a svendere la Sicilia a Roma in cambio di benefici e prebende personali. L’Indipendentismo parla ai Siciliani liberi: a quei 2 milioni e 200 mila elettori – soprattutto i giovani – che, disgustati da questa politica, alle elezioni regionali del 2012 sono rimasti a casa, votando così nei fatti per chi li disgusta

Come si vincono le elezioni regionali e si porta a Palazzo d’Orleans un Presidente che si impegni a consumare questi passaggi, a rispettare la volontà referendaria dei siciliani e che sia disposto ad assumersene direttamente e personalmente tutti i rischi politici e personali?

In primo luogo andrà fatta una campagna elettorale incentrata su una equazione: tutta la miseria morale sociale, culturale ed economica in cui è sprofondata l’Isola è frutto di una politica regionale serva delle politica nazionale e asservita ad interessi contrari agli interessi della Sicilia. Deve essere eliminato il complesso di colpa che i padroni del nostro destino cinicamente hanno fatto nascere e crescere nei nostri cuori e nelle nostre menti.

NON E’ COLPA NOSTRA!

Dobbiamo denunciare al Paese e a tutta la comunità internazionale che la stabilità economica dell’Italia è frutto del mancato rispetto da parte dello Stato italiano dei suoi doveri nei confronti della Sicilia. Dobbiamo denunciare al mondo intero che l’impoverimento progressivo dell’Isola è dovuto al debito enorme che lo Stato italiano ha accumulato nei confronti dei siciliani dai primi anni ’90 del secolo scorso ad oggi. Una sentenza di un organismo internazionale che condannasse lo Stato italiano al pagamento del suo debito scuoterebbe le finanze del Paese dalle sue fondamenta. 154 miliardi di Euro.

Si tratta di 154 miliardi di Euro non versati dal 1990 alla Regione dolosamente, con la complicità di politici siciliani venduti e sottomessi a Roma. Questo deve essere sanzionato e lo sarà.

E’ questo l’autentico Indipendentismo. L’Indipendentismo deve essere in primo luogo inteso come lotta di liberazione e rifiuto dei partiti nazionali e di quelli regionali sia che facciano riferimento a quelli nazionali, sia che agiscano come stampelle di essi. Gli ascari devono restare per sempre fuori dalla sala di comando della Regione.

Questo solo può e deve essere il denominatore comune, il pensiero unico, il collante, il catalizzatore unificante di tutti quelli, e sono tanti, che “masticano” Indipendentismo con onestà intellettuale e serietà di intenti.

La casa è allagata, ma non distrutta: prima di tutto dobbiamo eliminare la perdita. Un attimo dopo penseremo a come eliminare l’acqua. L’indipendentismo deve essere identificato e declinato, in primo luogo, come rifiuto assoluto, senza se e senza ma dell’attuale politica nazionale e regionale che deve essere identificata e riconosciuta come la causa principale del nostro arretramento.

L’Indipendentismo, per la sua essenza etica, non parla ai coatti della politica. Non parla e non può essere capito da quegli elettori malati della sindrome di Stoccolma, quella perversione che colpisce i prigionieri che si affezionano ai loro carcerieri, convinti come sono che soltanto dai propri carcerieri potranno ottenere la libertà.

Così agiranno gli 800.000 coatti che voteranno di nuovo per i loro carnefici. Sperando che prima o poi anche a loro poveri toccherà una parte di ricchezza. Illusi!

E’ tanta dunque la disperazione da non riuscire a capire che proprio in queste ore i politici, all’Assemblea regionale siciliana, con piccoli doni avvelenati contenuti nella Finanziaria 2017 stanno stringendo ancora di più le loro catene? E sì! Essi nemmeno sanno di essere in catene. E credono che il mondo sia tutto lì, nel mendicare e nello svendere la propria dignità e il proprio orgoglio per un piccolo favore che è la morte dei loro diritti.

Strano mostro questo genere di siciliano, capace di gesti estremi per preservare la sua dignità in ogni altra occasione della vita e così umile, rinunciatario e strisciante nei rapporti con certa politica!

Ecco perché il primo passo verso la libertà è acquisire la consapevolezza di essere in catene!

800.000 voti sono tanti, ed è un peccato che andranno perduti. Ma sono nulla in confronto a tutto l’elettorato siciliano che ammonta a circa 4.400.000 soggetti.

Il nostro compito deve essere quello di fare salire sulla nostra navicella la maggior parte possibile di quei 2.200. 000 elettori, soprattutto i giovani che, disgustati da questa politica, alle elezioni regionali del 2012 sono rimasti a casa, votando così nei fatti per chi li disgusta.

Sia il nostro animo il nostro padrone!

Quarta puntata/ Fine

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