Dopo la ‘botta’ a Cuffaro, Busalacchi striglia Faraone, Cracolici, Alfano e gli ex UDC

30 marzo 2017

Secondo il candidato alla presidenza della Regione siciliana per I Nuovi Vespri, Franco Busalacchi, i partiti e i personaggi che, alle elezioni comunali di Palermo, hanno dato vita alla lista Democratici e Popolari in sostegno alla candidatura di Leoluca Orlando sono gli stessi che hanno perso il referendum sulle riforme costituzionali volute dal Governo Renzi e dal Parlamento nazionale di nominati”

La campagna elettorale per le elezioni comunali di Palermo va avanti tra alti e bassi. Per qualche giorno Fabrizio Ferrandelli – candidato appoggiato una una pluralità di soggetti, da Forza Italia a Totò Cuffaro, passando per Cantiere Popolare di Saverio Romano – ha provato a respingere la presenza del simbolo di Forza Italia tra i partiti che l’appoggiano. Ma gli azzurri di Gianfranco Miccichè, a differenza del PD (che si è arreso a Leoluca Orlando facendo sparire il simbolo del PD), hanno tenuto duro. E, alla fine, hanno vinto: il simbolo di Forza Italia ci sarà.

Oggi il titolare di questo blog, Franco Busalacchi, candidato alla presidenza della Regione siciliana, dopo aver dato una ‘botticella’ a Totò Cuffaro (nell’articolo che potete leggere qui), analizza la lista in sostegno di Leoluca Orlando nella quale il PD di Palermo ha ‘affogato’ il proprio simbolo: Democratici e Popolari.    
“Di fatto – dive Busalacchi – la lista Democratici e Popolari, creata a sostegno della ri-candidatura di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo, vede assieme personaggi e partiti che il 4 dicembre scorso hanno perso il referendum sulle riforme costituzionali volute dal Governo Renzi e dal Parlamento nazionale di nominati”.

“E’ evidente – sottolinea il candidato alla presidenza della Regione de I Nuovi Vespri – che l’ambiguità dimostrata dal sindaco di Palermo durante i giorni caldi della campagna elettorale referendaria sta pagando. Orlando raccoglie oggi i ‘frutti’ dei suoi silenzi dei silenzi dei suoi compagni di strada sul referendum per fermare le trivelle e la già citata ambiguità sul referendum renziano ‘bocciato’ dal 58% degli italiani”.

“Oggi, in suo sostegno – dice sempre il titolare di questo blog – si schierano quelli che hanno sostenuto, perdendo, le ragioni del sì alla folle e truffaldina riforma costituzionale. Con Orlando si schiera il renziano sottosegretario, Davide Faraone, il ‘mezzo sangue’ renziano, assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, quello che resta di una parte del ciarpame alfaniano di Palermo e coloro i quali sono stati cacciati dall’UDC”.

“Tutti questi vinti e ormai condannati dalla storia – dice sempre Busalacchi – sono, non a caso, gli stessi personaggi e gli stessi partiti che, da quasi cinque anni, governando la Regione, hanno affossato la Sicilia. Tutti legati ai partiti nazionali e tutti impegnati a penalizzare i Siciliani. Questi signori, a partire dall’11 giugno, giorno delle elezioni comunali, riceveranno dagli elettori della nostra Isola il primo avviso di sfratto”.

“Toccherà a noi, invece – conclude Busalacchi – alle elezioni del prossimo novembre, buttarli fuori dalla Regione, dove si trovano grazie al fatto che, nel 2012, oltre il 50% degli elettori Siciliani non è andato a votare. Lavoriamo e lavoreremo anche per convincere i tanti Siciliani che cinque anni fa hanno disertato le urne ad andare a votare per cacciare questi signori che hanno svenduto la Sicilia a Roma”.

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