Busalacchi: “Nel mio programma di governo la competenza esclusiva sull’istruzione elementare”

24 febbraio 2017

Lo prevede l’articolo 14, lettera r, dello Statuto autonomistico siciliano. L’associazione culturale I NUOVI VESPRI si farà promotrice di un Forum dedicato al tema della storia, della letteratura  e del patrimonio linguistico siciliano e all’attuazione integrale della legge regionale 31 maggio 2011, n.9

L’interesse manifestato dai nostri lettori all’articolo di presentazione della Accademia della lingua siciliana (che potete leggere qui)  mi conferma sulla necessità di includere nel mio programma di governo, nella parte riguardante la promozione culturale nell’Isola, una forma strutturata di insegnamento della lingua e della storia della Sicilia.

Mi rivolgo, oltre che ai siciliani tutti, a quanti, scienziati, cattedratici, ricercatori, appassionati e cultori concorsero alla redazione e salutarono con speranza l’approvazione della legge regionale n. 9 de 31 maggio 2011:

“Norme sulla promozione, valorizzazione ed insegnamento della storia, della letteratura e del patrimonio linguistico siciliano nelle scuole”.

Le scuole, già, il punto archimedeo sul quale far leva per tenere consapevolmente viva l’unicità del percorso storico e culturale della nostra Isola, da dove, come afferma il Prof. Giovanni Ruffino, è passato tutto.

Quella legge, approvata più per vanitosa condiscendenza che per intima consapevolezza e i  cui obbiettivi e i cui contenuti erano e sono perfettamente estranei alla miserabile, cialtrona  politica dei giorni nostri, è rimasta lettera morta. Sfrondata come fu, opportunamente, da una serie di piccoli e miserabili “deliri” a breve, perse, proprio per questo, interesse “politico” e dopo un avvio fu messa nel dimenticatoio.

La legge 9/2011, però, più che avere forza di legge, sembra una legge voto. Infatti, per avere forza di legge, manca di un presupposto fondamentale e di un mezzo essenziale.

Trattandosi di insegnamento nelle scuole occorre che i soggetti attuatori (Provveditore agli Studi, Dirigenti scolastici, insegnanti) siano collegati in una forma di gerarchica dipendenza con il soggetto politico (assessore regionale), Senza questo nessuno sarà responsabile di niente e non si farà niente (come è successo).

Pertanto, la prima cosa da attuare è il trasferimento di fatto dallo Stato alla Regione della competenza esclusiva in materia di istruzione elementare, prevista dall’art 14, lettera r) dello Statuto della Regione siciliana.

Proprio così: la Regione, sin dalla sua nascita, ha legislazione esclusiva in materia di istruzione elementare e nessuno lo sa, meno che mai i politici siciliani, ai quali non frega niente. Ma la questione è ancor più importante e sottile. L’avere i nostri padri fondatori ottenuto questa preziosissima competenza esclusiva ne fa dei giganti della nostra storia e del nostro  patrimonio linguistico e culturale.

Il perché ce lo insegnano i Gesuiti: “Lasciateci educare i fanciulli fino al raggiungimento dei 10 anni; essi saranno già formati per sempre”.  Allora sì che le previsioni normative della legge 9/20011 diventano precettive, i programmi relativi   parte integrante dell’obbligo formativo e dei programmi scolastici. Allora sì che nascerà una scuola che sarà una scuola siciliana, fatta per siciliani, i quali impareranno fin da piccoli a conoscere se stessi e la propria identità culturale, a partire dalla Storia che dovrà essere sottoposta ad una operazione verità.

Nascerà e si formerà così un nuovo corpo di insegnanti che lavoreranno in Sicilia per la Sicilia, senza tema di diaspore o esili. Esattamente tutto quanto lo Stato italiano non ha voluto che accadesse, non avendo mai dato attuazione, come era ed è suo dovere costituzionale, al trasferimento delle competenze.

Quanto al mezzo essenziale per il funzionamento della legge, ovvero il finanziamento, esso sarà esattamente commisurato alle esigente formative del personale docente e al suo mantenimento nei ruoli.

L’associazione culturale I NUOVI VESPRI si farà promotrice di un Forum dedicato al tema della storia, della letteratura  e del patrimonio linguistico siciliano e all’attuazione integrale della legge regionale 31 maggio 2011, n.9.

 

Pinocchiu era scantatu mortu pi li trona e li lampi, ma lu pitittu era cchiù forti di lu scantu…

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