Fumetta (RC): “Per Palermo seguiamo il modello Napoli”

8 giugno 2016

Una chiacchierata a 360 gradi con il responsabile provinciale di Rifondazione comunista: dalle elezioni appena trascorse ai progetti futuri per Palermo e per la Regione, dalle Ztl alle privatizzazioni ‘bloccate’, dall’emergenza abitativa al Patto per Palermo e alle accuse di chi li considera troppo ‘vicini’ ad Orlando. E, infine,la memoria sbiadita sulle grandi figure autonomiste della sinistra siciliana…

“Il nostro programma prevedeva una battaglia contro il liberismo e il sindaco Orlando lo sta rispettando”. “Contro le Ztl solo lobby che hanno portato in piazza non più di cento persone”. “Obiettivi futuri? Portare le sinistre in Consiglio comunale e se Orlando continuerà a condividere il nostro programma, sosteremmo lui”. Sono questi alcuni dei temi che abbiamo affrontato nella nostra chiacchierata con Vincenzo Fumetta, classe 1972, responsabile di Rifondazione Comunista per la Provincia di Palermo. Un partito che è stato oggetto di critiche per le posizioni, secondo alcuni, troppo ‘benevole’ nei confronti dell’attuale sindaco, Leoluca Orlando. Critiche che per Fumetta, sono tanto lecite quanto ‘minoritarie’ e comunque ‘infondate’. E poi le municipalizzate, il tram, l’acqua e tanto altro ancora.Cominciamo con le amministrative che si sono appena celebrate.

Qual è il dato più eclatante di queste elezioni amministrative?

Fumetta

Vincenzo Fumetta

Per noi è sicuramente importante quello che è successo a Napoli, ua città che ha molte similitudini con Palermo, da un punto di vista sociale ma anche politico. Lì si era votato un anno prima rispetto a Palermo con tutti i partiti dell’arco parlamentare all’opposizione e Luigi De Magistris sostenuto da partiti della sinistra radicale, tra cui anche Rifondazione, e, soprattutto, da movimenti di carattere sociale. Hanno governato 5 anni e si sono ripresentati anche con il sostegno dei centri sociali con il risultato ottimo che abbiamo visto e con la lista di sinistra che è arrivata a più del 5%. Questo è il modello che noi vogliamo ripetere a Palermo, ovvero  un aggregato delle sinistre che metta dentro non solo i partiti, ma  anche tutte le esperienze sociali di questi ultimi quattro anni, dal mondo cattolico impegnato ai centri sociali. In questo siamo diversi da Sinistra italiana che vuole creare un partito e al quale noi non aderiamo. Noi pensiamo ad una confederazione di soggettività. Il nostro obiettivo è tornare in Consiglio comunale. Non ci siamo arrivati per lo 02,% e questo è stato un problema per la stessa maggioranza. Certo, ci sono esponenti di sinistra in questa amministrazione, ma non c’è una forza organizzata.Questa lista si alleerà con chi condivide la nostra lotta contro il liberismo. L’attuale sindaco, Leoluca Orlando, per rispondere subito, alle scorse elezioni ha firmato con noi un accordo programmatico che si oppone al liberismo. Lo sta rispettando, se è intenzionato a continuare su questa via, lo sosterremo ancora una volta.

Si può parlare di ‘Modello Napoli’ per Palermo quando le differenza tra Orlando e De Magistris sono evidenti? A cominciare dal fatto che Orlando, a differenza del suo collega napoletano, non appare per nulla critico nei confronti del Governo Renzi che è campione di politiche liberiste…

De Magistris è sicuramente più populista e certe sue posizioni sono state dettate da esigenze di campagna elettorale. Ma bisogna guardare alla sostanza, Orlando si oppone anche duramente alle politiche del Governo nazionale. La sua battaglia contro Confindustria, contro i padroni delle discariche, cosa è se non una battaglia contro il liberismo, contro la gestione privata di settori che devono rimanere pubblici? Non avere privatizzato niente ha dato molto fastidio agli affaristi siciliani e, in generale, ai sostenitori del liberismo. Anche l’operazione Amap- il consorzio di 33 comuni contro la privatizzazione dell’acqua – è una opposizione al liberismo, al Governo regionale che la vorrebbe privata e allo stesso Governo nazionale che vuole privatizzare la gestione dell’acqua aggirando il risultato del referendum. Queste sono battaglie concrete contro il liberismo e contro il Governo nazionale che Orlando ha condiviso.

Orlando e De Magistris

da sinistra De Magistris e Orlando

De Magistris ha urlato ai quattro venti che il Governo non ha politiche per il Sud e che se i Comuni sono senza soldi è colpa dei tagli nazionali. Orlando, no. Tant’è che non manca chi pensa che ormai sia un renziano doc….

Intanto sono 4 anni che sento dire che Orlando avrebbe preso la tessera PD e non lo ha mai fatto. E, poi, ribadisco che bisogna guardare ai fatti. E i fatti dicono che Orlando ha rispettato il programma contro le privatizzazioni e non ha mai fatto nulla in simbiosi col Governo nazionale. Tutte le municipalizzate sono pubbliche, Roma le vorrebbe private.

Ma sperate in qualche presa di posizione più forte o no?

Certamente si può sempre fare di più, ma la nostra forza di pressione sarà più determinante quando torneremo in Consiglio comunale. E’ da lì che si possono spostare i capitoli di bilancio. Ma, ripeto, siamo soddisfatti: abbiamo risanato le aziende senza nessun licenziamento. Sarebbe potuta arrivare una Fornero qualsiasi e fare una macelleria sociale. Non è successo. Questa è una politica di sinistra. Il patto è stato rispettato.

Molte persone non considerano di sinistra, ad esempio, il provvedimento sulle ZTL…

Non credo che le cose stiano così. Molte chi? Penso che tantissimi palermitani abbiano capito il provvedimento e che solo una minoranza e qualche lobby si siano opposti. Se guardiamo ai numeri, queste lobby hanno portato in piazza contro le ZTL solo un centinaio di persone. Come minimo, hanno un problema di rappresentanza. Per entrare nel merito, poi, Palermo è una città soffocata dallo smog e le Ztl saranno utilissime per combatterlo. Ci saranno 100mila tubi di scappamento in meno in città e non è poco. Si può migliorare il provvedimento? Certo e sarà fatto. Ma è anche un problema culturale. In tanti si opponevano alle pedonalizzazioni, ora tutti riconoscono che è stato un provvedimento che ha reso Palermo più bella.

Di migliorare le ZTL ve lo suggerisce anche il CGA che, pur bloccando la sospensiva, ha detto che le critiche del TAR erano fondate…

Si certo e sarà fatto, lo ripeto. Ma quello che qualcuno non vuole capire è che con i soldi della ZTL si migliorerà il trasporto pubblico. L’obiettivo è proprio questo: togliere al trasporto privato per finanziare il trasporto pubblico, riducendo al contempo l’inquinamento. Chi è controle ZTL è come un piccolo Marchionne interessato al trasporto privato. Intanto aspettiamo il TAR che entrerà nel merito a Novembre.

Ma non pensa che i palermitani siano già oberati di tasse e balzelli?

Non penso che cento euro possano fare la differenza. E, comunque, se parliamo di persone meno abbienti, la ZTL fa proprio il loro interesse perché avranno a disposizione più autobus, ad esempio. Questo è un nostro obiettivo ed, infatti, abbiamo risanato l’AMAT che versava in condizioni pietose senza neanche un licenziamento ed evitando, ancora una volta, la privatizzazione. Abbiamo risanato i debiti lasciati dalla precedentemente amministrazione con la fiscalità generale, dovremo mantenerla con i soldi della ZTL. Il tutto perché ci sia un trasporto pubblico migliore. Vorrei ricordare anche che la Regione deve all’AMAT 40 milioni di euro, se li avessimo, il servizio trasporti sarebbe già più efficiente. In questo rientra anche il Tram che, ricordo, era un progetto che si era arenato perché si erano mangiati i soldi. Il Comune poteva lasciare le cicatrici dei lavori già iniziati e restituire 300 milioni all’Europa, oppure, come ha fatto, portalo al termine con un prestito, sempre europeo, di 90 milioni. Qualcuno vuole dirmi che collegare le periferie con la stazione centrale e con il centro è una operazione borghese? Ricordo a tutti che le destre volevano fare il bando europeo e privatizzare il tram. Noi siamo per la gestione pubblica -.un servizio pubblico in quanto tale, anche se va in perdita non conta perché persegue fini sociali- si è deciso quindi di finanziarlo con le ZTL.

Un’altra critica, feroce a dire il vero, riguarda l’emergenza abitativa. I comitati, ma anche gli studenti dell’Ex Carcere, si chiedono come possa Rifondazione comunista avallare gli annunciati 600 sgomberi senza avere creato alternative per queste famiglie. 

Non ci sarà nessuno sgombero, questa è la verità. Innanzitutto precisiamo che si tratta di case dello IACP che ha intimato al Comune di restituire quelle abitazioni. Quelle 600 notifiche sono atti dovuti e se non ci fossero stati l’intervento della Corte dei Conti sarebbe stato inevitabile. Questo è il lato amministrativo. La decisione politica è che non ci saranno sgomberi  finché non sarà trovato una soluzione. L’assessore Ciulla lo ha detto chiaramente, poi c’è chi mente sapendo di mentire perché lavora per abbattere questa esperienza politica. Bisogna distinguere da comitato a comitato. La settimana scorsa sono stati assegnati otto appartamenti, nessuno ne ha parlato.

Non abbiamo risolto l’emergenza a Palermo e anzi, a Maredolce una casa è stata demolita. 

No certo, non abbiamo risolto e mancano le risorse per farlo. Si stanno studiando percorsi alternativi, ma come mai si attacca solo il Comune e non lo IACP da cui dipende tutto? Per quanto riguarda Maredolce si trattava di una costruzione abusiva che andava abbattuta non solo perché l’abusivismo va combattuto, ma anche perché avrebbe potuto compromettere le valutazioni dei commissari Unesco per il riconoscimento del percorso Arabo-Normanno.

All’Ex Carcere, studenti riuniti in assemblea cittadini con alcuni vostri esponenti e rappresentanti dei comitati per l’emergenza casa, hanno bocciato il Comune per come intende spendere i soldi del Patto per Palermo (qui l’articolo in questione). Che dice a questo proposito?

Lo sappiamo anche noi che il Patto per Palermo è una grande fregatura, che dovevamo avere molto di più e che Renzi lo ha usato per farsi campagna elettorale. Ma cosa dovevamo fare, rifiutare quei soldi?
De Magistris si è rifiutato di partecipare alla farsa. E anche il governatore pugliese, Emiliano.

De Magistris era in campagna elettorale, ma i soldi a Napoli andranno comunque. Su Emiliano, no comment: critica, ma ha la tessera del PD. L’Ex Carcere ritiene che ci può essere un utilizzo migliore? Certo. Ma a parte il fatto che i fondi sono vincolati ad alcuni settori, le priorità sono tante. La mobilità ad esempio: è una iniziativa borghese collegare Bonagia col centro? Non credo. Non è maquillage come dicono i ragazzi. Investire sul Teatro Massimo è borghese o è dare lavoro alle maestranze palermitane? Loro parlavano di emergenza abitativa. Ripeto, ci sono tante priorità, si comincia da alcune.

Li avete convinti?

I centri sociali di questa città e in particolare l’ex Carcere con la sua palestra popolare e i servizi offerti per i più piccoli e a chi soffre il disagio abitativo, Anomalia con il suo ambulatorio medico, Booq con la sua biblioteca di quartiere, il TMO con il suo servizio culturale e di nuova pratica aggregativa rappresentano una importante esperienza politica e sociale per questa citta che Rifondazione Comunista riconosce e sostiene. Proprio per la ricchezza sociale di queste pratiche noi lavoriamo perché queste ultime abbiano una rappresentanza nel prossimo consiglio comunale. Allo stesso tempo abbiamo visioni diverse e infatti il nostro partito non ha aderito alla manifestazione dello scorso sabato perché consideriamo sbagliata la piattaforma che l’ha indetta.

L’ultima domanda da parte dei Nuovi Vespri non può non riguardare la nostra specialità. La sinistra siciliana sembra avere dimenticato che tra i Padri Nobili dell’Autonomia ci sono state tante figure di primo piano di sinistra: da Antonio Varvaro ad Antonio Canepa, ma lo stesso Antonio Gramsci mostrò rispetto e grande considerazione per la questione siciliana e i moti separatisti. E poi, Li Causi, Colajanni, Mineo, Parisi. Per non parlare di Pio La Torre. Che problemi avete con questo tema?

Nessun problema. L’Autonomia sarebbe una soluzione, non ci sono dubbi. Certo non si può nascondere che è stata usata male e che la gente la percepisce male.

Magari perché qualcuno non spiega loro che le sue parti più importanti non sono state applicate? Lo stesso Baccei- qui l’articolo–  ha ammesso che la sua mancata applicazione significa almeno 7 miliardi di euro in meno per i siciliani all’anno. 

Siamo d’accordo, ma noi cosa possiamo fare per difenderla se non siamo all’interno delle istituzioni? Anche qui è una questione di forza. Se non siamo rappresentati, dove la dobbiamo fare questa lotta? Certamente io non vorrei fosse abolita, vorrei che fosse applicata e governata correttamente.

ll 17 Giugno ricorre l’anniversario dell’assassinio di Antonio Canepa, separatista di sinistra. Questo omicidio da molti è considerato il primo assassinio di Stato. Lo ricorderete?

Probabilmente. Ma il punto non sono le commemorazioni, quanto l’impegno per la Sicilia che si può esercitare se opportunamente rappresentati.

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