Detto e fatto: tagli anche per i 2 mila pazienti psichiatrici della Sicilia

30 maggio 2016

Sono i malati ospitati dalle Comunità alloggio. La storia è sempre la stessa: il Governo Renzi ha tagliato i fondi alla Regione e quest’ultima sta massacrando le Comunità alloggio che ospitano questi malati. ‘Tranquilli’, però: il problema riguarda solo i malati che provengono da famiglie povere, perché i benestanti, alla fine, pagano e risolvono il problema

Fino a prima che il Governo Renzi svuotasse del ‘casse’ della Regione siciliana ogni Comunità alloggio della nostra Isola che ospita portatori di disagio psichiatrico riceveva, ogni mese, 2 mila e 300 Euro per ogni paziente. Il 70 per cento di questa somma veniva pagata dall’Amministrazione regionale, il 30 per cento dal Comune nel quale risiede la Comunità. E oggi? Nel silenzio generale la Regione eroga – quando li eroga – appena 300 Euro al mese per ogni paziente psichiatrico ricoverato. I restanti 2 mila Euro al mese per ogni paziente dovrebbe essere pagato dal Comune. Ma i Comuni siciliani sono in buona parte al dissesto.

Che fine fanno, allora, i circa 2 mila pazienti psichiatrici ospitati dalle Comunità alloggio?

Bella domanda, no? Soprattutto nella Sicilia del barone Pietro Pisani, tra i primi, in Europa, ad occuparsi dei malati di mente con metodi innovativi e umani. Ma l’attuale governo regionale non sembra l’erede di Pisani. Anzi.

Oggi proveremo a descrivere, senza la presunzione di risultare esaustivi, quello che sta succedendo in questo mondo di sofferenza, che il Governo Renzi e la Regione siciliana rendono ancora più sofferente. La curiosità è sorta perché abbiamo ‘naschiato’ (raccolta di informazioni sommarie) ‘numeri’ strani. Così abbiamo deciso di approfondire l’argomento. Seguendo la via dei fondi pubblici che la pubblica amministrazione siciliana stanzia per queste Comunità alloggio che ospitano pazienti psichiatrici.

Noi parliamo spesso del Bilancio regionale e dei Bilanci dei Comuni della nostra Isola. Scriviamo spesso che il Governo Renzi – con la compiacenza del Governo regionale, della maggioranza dell’Assemblea regionale siciliana e dei partiti di maggioranza, PD siciliano in testa – ha ‘saccheggiato’ il Bilancio della Regione. Anche se dopo un po’ di tempo, lo stesso assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, ci ha dato ragione, là dove ammette che lo Stato, ogni anno, scippa alla Regione siciliana circa 7 miliardi di Euro (come potete leggere qui).

Di fatto, come ora proveremo a raccontare, i tagli operati dal Governo Renzi e dal Governo regionale di Rosario Crocetta stanno penalizzando tanti siciliani. E, in particolare, una categoria sociale tra le più deboli della nostra società: i malati psichiatrici che provengono da famiglie non benestanti. Vediamo, per grandi linee, come stanno le cose.

Prima di soffermarci su queste Comunità alloggio dobbiamo ricordare che in Sicilia operano circa 60 CTA (Comunità Terapeutiche Assistite), che possono essere pubbliche o private (in questo secondo caso possono usufruire dei fondi della sanità pubblica se sono convenzionate con la Regione siciliana).

“Un paziente psichiatrico, quando viene inviato in una CTA, dovrebbe restare lì per un tempo ridotto, un mese o qualcosa in più – ci dice Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) -. Solo che, spesso, rimane lì per molto tempo. Ad un costo, per il servizio sanitario regionale, di sei mila Euro al mese”.

A pagare la retta mensile è l’Azienda Sanitaria Provinciale di pertinenza.

Quindi – punto, questo, molto importante – la CTA viene pagata con i fondi del Servizio Sanitario Regionale.

A un certo punto – almeno dovrebbe essere così – quando i pazienti psichiatrici lasciano le CTA debbono essere ricoverati presso altre strutture: queste strutture sono, per l’ appunto, le Comunità alloggio per i disabili psichiatrici.

Tali centri, fino a qualche anno fa, venivano sostenuti economicamente dalla Regione, dai Comuni e dalle famiglie del paziente psichiatrico in ragione dei propri redditi. Come abbiamo già accennato, la CTA, per ogni paziente psichiatrico, riceve 6 mila Euro al mese.

Ebbene, per lo stesso paziente per il quale la CTA riceve 6 mila Euro al mese, la Comunità alloggio per i disabili psichiatrici riceve 2 mila e 300 Euro al mese.

Perché questa differenza di trattamento economico? Non si tratta, forse, degli stessi pazienti?

Stiamo arrivando al cuore di questa storia. Abbiamo detto che, nel giro di due o tre anni, il Governo nazionale ha prosciugato buona parte dei fondi della Regione. Sono i 7 miliardi all’anno di cui parla l’assessore Baccei che Roma scippa alla nostra Regione.

Che ha fatto la stessa Regione nel silenzio generale? Semplice: ha deciso di ridurre a 300 Euro al mese la retta per i malati psichiatrici. Il resto dei soldi – cioè 2 mila Euro – dovrebbero essere tirati fuori dai Comuni e dalle famiglie dei pazienti che si possono permettere di contribuire al mantenimento del proprio familiare (i poveri, ovviamente, si arrangiano: è il renzismo, ragazzi!).

Ovviamente – i lettori di questo blog lo sanno – i Comuni siciliani scontano in larghissima maggioranza problemi di bilancio. Ciò significa che, spessissimo, non hanno soldi.

Che succede, a questo punto? Se il paziente proviene da una famiglia benestante, pagano i suoi familiari. Sennò…

Sennò è un gran bel dilemma. In genere, le Comunità alloggio per pazienti psichiatrici sono gestite da cooperative. Che, ovviamente, non possono abbandonare un malato psichiatrico. Così inizia un ‘gioco’ al ribasso che ci hanno così descritto.

La cooperativa che gestisce la Comunità alloggio informa il Comune che ha in carico questi malati.

“Ci dovete pagare”, fa sapere al Comune.

Ci sono Comuni che non pagano da tre mesi, da sei mesi, da un anno.

Gli uffici dei Comune – e non hanno torto – rispondono che il Governo nazionale e il Governo regionale hanno tagliato i fondi e loro i soldi non possono inventarseli.

I titolari delle cooperative che gestiscono le Comunità alloggio replicano ribadendo che non possono abbandonare tali pazienti.

Inizia un mercanteggiamento.

Il Comune:

“Scordatevi i 2 mila Euro al mese per ogni paziente”.

I titolari delle cooperative che gestiscono le Comunità per pazienti psichiatrici:

“Guardate che qui noi ci occupiamo di malati gravi”.

Il Comune:

“E noi siamo senza soldi”.

I titolari delle cooperative:

“Noi non possiamo abbandonare i malati: trovate i soldi”.

Il Comune:

“Facendo uno sforzo – ma un grande sforzo – possiamo arrivare a 500 Euro a paziente al mese. Poi voi arrotondate con i 300 Euro al mese della Regione”.

I titolari delle cooperative:

“La Regione? Ma quelli non pagano più per definizione”.

Il Comune:

“Possiamo arrivare a 600 Euro al mese”.

I titolari delle cooperative:

“Arriviamo a mille Euro al mese”.

Il Comune:

“Facciamo 800 Euro al mese”.

Le cooperative:

“Via, 900 Euro”.

“Per ora siamo fermi a un intervento del Comune che oscilla tra 800 e 900 Euro al mese per ogni paziente psichiatrico”, ci conferma Amenta.

Ovviamente, i sindaci dei Comuni siciliani non hanno responsabilità: se il Governo Renzi e il Governo Crocetta gli tagliano i fondi che debbono fare?

Pensate: i Comuni siciliani debbono ancora ricevere una parte dei fondi regionali del 2015. Siamo quasi a Giugno del 2016 e delle risorse del Fondo regionale per le Autonomie localiancora non se ne parla.

Che significa questo? Che non è detto che anche questi 800-900 Euro siano soldi sicuri…

P.S.

Ci rendiamo conto che la situazione è quella che è. Da qui una domanda: visto che le CTA le paga la Regione con le risorse della sanità, perché non pagare anche le Comunità alloggio con le stesse risorse della sanità? Non è incomprensibile che la Regione, attraverso le ASP, corrisponda alle CTA 6 mila Euro al mese per ogni paziente psichiatrico, mentre per gli stessi pazienti – una volta passati nelle Comunità alloggio – la stessa Regione si limiti ad erogare appena 300 Euro al mese, per giunta con notevole ritardi?

Forse i governanti regionali non sanno che i Comuni siciliani sono senza soldi?

Certo, ci vorrebbe una legge regionale. In realtà un disegno di legge c’è. Dovrebbe essere un disegno di legge sulla riforma delle attività socio-sanitarie. Dovrebbero intervenire, assieme, il dipartimento della Sanità e il dipartimento per la Famiglia.

Ci hanno spiegato che il disegno di legge è bloccato non si sa da quanto tempo nei meandri dell’Ars. Ed è anche logico: le 200 Comunità alloggio che ospitano i circa 2 mila pazienti psichiatrici della Sicilia non possono certo venire prima della legge sulle Città metropolitane, o della finanziaria bis-omnibus.

Alla fine il problema sussiste solo per i pazienti psichiatrici che non hanno alle spalle famiglie ricche. Beh, possono aspettare. Non è che per i deputati dell’Ars è obbligatorio conoscere il barone Pietro Pisani…

 

 

 

 

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