Roma si rimangia i 500 milioni? Se è vero, siamo stati presi per i fondelli da Baccei e dall’Ars

8 marzo 2016

Che potesse trattarsi di una farsa, lo abbiamo detto più volte. Oggi apprendiamo che il Governo nazionale potrebbe impugnare la norma che prevede il trasferimento dei 500 milioni alla Sicilia. Se confermato, vorrà dire che i siciliani per Roma sono solo utili idioti e che Baccei ha portato a termine il suo compito. Con la complicità dei lecchini dell’Ars…

Ricordate il lungo, estenuante, a tratti snervante dibattito che ha portato all’approvazione della Finanziaria regionale? Il leit motive, intonato dalla maggioranza e, soprattutto, dall’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, alias il pro pretore romano, è stato, più o meno, il seguente: non toccate l’impianto della legge, altrimenti il Governo nazionale non ci ‘darà’ i 500 milioni necessari a chiudere il bilancio. Tradotto: tagli impietosi a tutti i settori. Ricordiamo, solo per citare uno degli esempi più pesanti, che anche ai ragazzi disabili sono stati tagliati i trasporti scolastici. 

Da questo blog, in più occasioni, abbiamo sostenuto che questi soldi da Roma, pur spettandoci di diritto, non arriveranno mai. E che la sceneggiata di Baccei all’Ars era palesemente una farsa.

Oggi leggiamo su livesicilia.it che il Governo nazionale potrebbe impugnare la norma della manovra economica siciliana che prevede questo trasferimento. Il Governo Crocetta, dal canto suo, avendo, forse, preso coscienza dell’inganno, sta pensando di impugnare alcuni articoli della manovra nazionale. Un po’ tardi. Anche perché, non avendo impugnato prima norme simili, non avrà molte chance dinnanzi alla Corte Costituzionale.

Morale: se la notizia secondo cui Roma sta facendo marcia indietro verrà confermata, vorrà dire che i 90 deputati dell’Ars sono stati presi per i fondelli da Baccei. Ma non è questo a preoccuparci. Molti, infatti, sono complici consapevoli, ascari nel Dna. E, d’altronde, il lecchinaggio registrato in Aula nei confronti dell’assessore, lo confermerebbe. Senza alcuna dignità, si sono fatti dettare le regole da uno che, non solo non è stato eletto da nessuno, ma che arriva pure da Roma con l’obiettivo di preservare gli interessi del Governo nazionale.

Quello che ci preoccupa è la presa per i fondelli in danno dei Siciliani. Considerati meno di niente, utili idioti a cui potere raccontare frottole.

Sembra una barzelletta vero?

A meno che… non si tratti di un modo per mettere in difficoltà il Governo Crocetta al punto da costringerlo ad andare a casa. In quel caso, certo, piangeremo con un occhio. Ma a pagare sarà comunque la Sicilia lasciata senza un becco di quattrino.

per approfondimenti:

Fallimento delle nove ex Province: ora Crocetta ha paura e, con tre anni di ritardo, impugna gli scippi dello Stato…

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