Come a Santa Chiara ‘ropp’arrubbata’, ora sono tutti preoccupati per gli incendi in Sicilia!

15 maggio 2020

Apprezzabile, ma un tardivo il pacchetto di proposte antincendio del WWF Sicilia. Perché non condividiamo la posizione del sindacato SIFUS CONFALI e di Pino Apprendi

A Santa Chiara, ropp’arrubbata, facetter ‘e porte ‘e fierro“, recita un vecchio proverbio napoletano.

Tradotto: nella Basilica di Santa Chiara, dopo che fu saccheggiata, misero i portoni di ferro. Una metafora su chi interviene in ritardo, dopo che il danno è stato fatto.

Il danno, in questo caso, sono gli incendi che stanno funestando alcune aree verdi della Sicilia, con particolare riferimento a Palermo, dove i danni sono ingentissimi. Ovviamente, la responsabilità è dei piromani: la Regione siciliana, i Comuni, la Protezione civile sono stati subito assolti con formula piane perché il fatto – cioè la loro eventuale responsabilità per mancanza di prevenzione – non sussiste.

Sicuramente interessante il comunicato del WWF Sicilia, che lancia una serie di “proposte a lungo e breve termine e altre da attuare d’urgenza, alla luce dei roghi che – complice lo scirocco di questi giorni – stanno distruggendo aree verdi e colline da Palermo a Messina. L’obiettivo è prevenire le azioni criminali dei piromani, attivando prima possibile tutti gli atti amministrativi e operativi necessari, che possano, se non eliminare, quantomeno arginare il fenomeno che si presenta puntuale in Sicilia, all’arrivo delle prime giornate calde”.

Certo, se quest’appello fosse stato lanciato prima – magari ad Aprile, quando si è capito che la Regione siciliana non avrebbe iniziato a far realizzare le opere di prevenzione degli incendi nelle aree verdi della nostra Isola, a quanto pare se ne parlerà a metà Giugno – sarebbe stato molto utile. Ma meglio tardi che mai.

“Le proposte del WWF Sicilia – leggiamo sempre nel comunicato dello stesso WWF – riguardano il piano della prevenzione, quello della repressione attraverso la ricerca degli autori degli atti criminali, ma soprattutto la gestione successiva dei terreni bruciati. Tra i provvedimenti strutturali a lungo termine, il WWF Sicilia chiede alla Regione di aumentare il parco mezzi e uomini del servizio antincendio regionale e della manutenzione delle aree boschive, mantenendo il flusso dei finanziamenti dedicati a queste strutture sicuro e sincronizzato con le esigenze operative. L’associazione ambientalista chiede, inoltre, di procedere con la ristrutturazione di tutto il comparto e soprattutto introdurre elementi di efficienza operativa che portino alla motivazione degli addetti ma anche ad interventi rigorosi contro eventuali inefficienze”.

“Riguardo, invece, ai provvedimenti a breve termine, il WWF Sicilia – prosegue il comunicato – auspica una maggiore presenza sul territorio con il recupero di tutto il personale in servizio, attingendo anche da altri bacini di risorse umane disponibili e inutilizzati. Per prevenire i roghi, l’associazione chiede, inoltre, più attenzione alla pulizia delle aree di pertinenza delle pubbliche amministrazioni e – soprattutto – l’aggiornamento del catasto degli incendi, con un ufficio dedicato e il tempestivo inserimento delle aree percorse dal fuoco per consentire una rapida verifica da parte degli organi di polizia giudiziaria e la repressione di eventuali abusi. Tra i provvedimenti d’urgenza, infine, il WWF Sicilia chiede alla Regione siciliana di attivare una rete permanente di emergenza di centri di ‘coordinamento antincendio’ che coinvolga le prefetture, l’assessorato regionale Agricoltura e Foreste, l’assessorato al Territorio Ambiente, la Protezione civile, e i Comuni che garantiscano in modo permanente il controllo stretto del territorio. Per questo – secondo l’associazione ambientalista – occorrerebbe una capillare presenza delle forze dell’ordine nel territorio, anche con l’ausilio di pattuglie militari, per sorvegliare, anche con l’uso di elicotteri, droni, telecamere e sensori, le zone sensibili e a più alto rischio, come riserve naturali, parchi e aree demaniali”.

“Al sopraggiungere di previsioni favorevoli ai criminali del cerino – sottolineano dal WWF Sicilia – bisogna far scattare una ‘allerta meteo’ predisponendo la localizzazione diretta di maggiori mezzi ed uomini e un dispositivo di controllo più stretto, con blocchi stradali e appostamenti in punti strategici, anche come deterrente per i criminali. Con l’ausilio degli organi dello Stato, inoltre, si ritiene indispensabile la messa a punto di una costante operazione di intelligence e controllo del territorio, utilizzando l’enorme potenziale costituito dalle caserme dei Carabinieri sparse nel suolo nazionale, ora che l’Arma ha inglobato anche il Corpo Forestale nazionale”.

“Anche se apparentemente le misure proposte potrebbero sembrare eccessive e molto costose – si legge nell’appello del WWF Sicilia – riteniamo che occorra arrivare ad un drastico cambio di rotta per debellare questo ormai abituale, terribile e triste fenomeno. I costi economici della perdita di capitale naturale, dei servizi ecosistemici del benessere e della salute umana sono estremamente più onerosi come oggi è universalmente riconosciuto da tutti gli economisti mondiali e recepito nella svolta verde delle Nazioni Unite (Green Deal Europeo). Solo con misure drastiche ed eccezionali si può porre fine o comunque ridimensionare questa criminale tendenza che negli anni sta diventando sempre più preoccupante”.

Ci chiediamo e chiediamo agli amici del WWF: dove eravate quando certi programmi televisivi – erano gli anni del Governo nazionale di Matteo Renzi e del Governo regionale siciliano di Rosario Crocetta – attaccavano gli operai della Forestale siciliana per giustificare i tagli al Bilancio della Regione siciliana? Noi c’eravamo e difendevamo gli operai della Forestale: proprio quel personale che, insieme ad altro personale voi – correttamente – volete oggi schierare a difesa del verde della Sicilia sempre più fragile e sempre meno protetto.

Non è per fare polemica, ma non possiamo non ricordare agli amici del WWF Sicilia che la riduzione del personale a tutela dei boschi della Sicilia va avanti da anni.

C’è anche un comunicato di Pino Apprendi, figura storica della sinistra post comunista di Palermo. Apprendi conosce molte bene il settore perché nella vita faceva il Vigile del fuoco.

“Da due giorni – scrive Apprendi – i Canadair volano sopra le nostre teste, molto in anticipo rispetto al calendario, a causa dell’innalzamento della temperatura. Mentre tutti siamo ancora impediti nelle nostre uscite e dobbiamo certificarne la motivazione, c’è chi indisturbato delinque appiccando fuoco sia in terreni privati di prossimità comunali che nei pressi dei boschi. Una cosa è certa: gli incendi sono dolosi, difficilmente avvengono accidentalmente, ed in quei casi c’è sempre qualcuno che allerta i soccorsi”.

“È inaccettabile – prosegue Apprendi – assistere ad uno scempio preordinato e organizzato, approfittando delle alte temperature e del vento di scirocco. Complice degli incendiari è stato il lockdown che non ha permesso di avviare i forestali per la pulizia del sottobosco e per fare i viali parafuoco. È gravissimo che coloro che hanno causato gli incendi abbiano potuto agire indisturbati, mentre venivano individuati solitari pescatori dilettanti o arrostitori improvvisati e incoscienti. La mancanza di presidio del territorio non è concepibile in momenti come questi”.

Due appunti al nostro amico Pino Apprendi.

Primo appunto: gli agricoltori, durante la chiusura causa emergenza Coronavirus, hanno continuato a lavorare. Se hanno lavorato gli agricoltori, perché mai, a metà Aprile, non effettuare le opere di prevenzione degli incendi? Lo Stato avrebbe detto no? Avrebbe dovuto motivarlo. E, in ogni caso, il Governo regionale avrebbe potuto effettuare una forzatura come hanno fatto altre Regioni italiane per altre questioni.

La verità è che, a partire dai disastrosi Governi nazionale e regionale siciliano – rispettivamente di Matteo Renzi e Rosario Crocetta – complici alcune trasmissioni televisive che hanno gettato discredito sugli operai della Forestale siciliana – si è andati al risparmio sul personale.

In compenso ci piacerebbe capire quanto ha speso in questi anni la Regione siciliana per i Canadair. E quanto spenderà in questi giorni.

Abbiamo sempre difeso i sindacalisti del SIFUS CONFALI e del suo segretario Maurizio Grosso. Ma stavolta non siamo d’accordo con loro. Leggiamo cosa scrivono:

“IL SIFUS SCRIVE AL PRESIDENTE, ON. MUSUMECI, ALL’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA, ON BANDIERA E ALL’ASSESSORE AL TERRITORIO, ON. CORDARO PER RIVENDICARE L’AVVIAMENTO DI TUTTI I CONTINGENTI LEGATI AL SETTORE FORESTALE E RIMPINGUARE TUTTE LE SQUADRE ANTINCENDIO AL FINE DI AGGREDIRE E RIDURRE IL RISCHIO DI INCENDI BOSCHIVI. PREMESSO CHE IL SETTORE FORESTALE E’ STATO, FINO AD UNA QUINDICINA DI GIORNI FA, UN COMPARTO BLOCCATO DAL DPCM A CAUSA DELL’EMERGENZA SANITARIA DERIVANTE DAL COVID 19;
CONSIDERATO CHE GLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE BOSCHIVA CHE, DA ALLORA AD ORA, SI STANNO PREDISPONENDO, A CAUSA DELLE CONDIZIONI METEOROLOGICHE SFAVOREVOLI, RISULTERANNO TARDIVI COME DIMOSTRANO GLI INCENDI CHE STANNO INVESTENDO IN QUESTI GIORNI IL PATRIMONIO BOSCHIVO REGIONALE; ATTESO CHE, IL QUESTE CIRCOSTANZE , SOLO L’AVVIAMENTO DI TUTTI I CONTINGENTI DELLA MANUTENZIONE PER REALIZZARE I VIALI PARAFUOCO, COMPRESI I 78ISTI ( ALMENO PER 20 GIORNI SUL MODELLO TRAPANI E RAGUSA) PUÒ CONTRIBUIRE EFFICACEMENTE A RIDURRE I DANNI; PRESO ATTO CHE IN OGNI CASO, L’AVVIAMENTO DI TUTTI GLI ADDETTI ALLA MANUTENZIONE DEVE FARE IL PAIO CON IL RIMPINGUAMENTO DI TUTTI I POSTI VACANTI DELLE SQUADRE DEL SETTORE ANTINCENDIO, DOVE NECESSITANO EFFICIENTI MEZZI E DPI A NORMA PER TUTTI. LA SCRIVENTE O.S. CHIEDE ALLE S.I. DI ATTIVARSI PER AGIRE IN QUESTA DIREZIONE A TUTELA DEL PATRIMONIO BOSCHIVO SICILIANO”.

Ribadiamo: la Regione siciliana, se lo avesse voluto, poteva fare una forzatura e avviare i lavoratori forestali a metà Aprile. Il Governo nazionale gliel’avrebbe impedito? Bene: oggi Roma sarebbe responsabile del disastro ambientale delle aree verdi di Palermo tra Monte Cuccio, Baida e San Martino delle Scale. Invece…

Invece anche i sindacati, in questa storia, non stanno facendo una bella figura.

Foto tratta da Il Portale di Sant’Eramo

 

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