A fare gli onori di casa è Claudio Barbaro, sottosegretario al Mase e presidente ASI: “Lo sport ha tantissime sfaccettature, con ricadute di carattere sociale, culturale, ambientale e occupazionale. Sono una serie di aspetti che stiamo cercando di interconnettere in questo premio per dimostrare che lo sport non è solo il raggiungimento del risultato, ma un mondo che incrocia tantissimi interessi e che può essere centrale nelle dinamiche di crescita del paese”, ha sottolineato Barbaro a margine di una cerimonia che ha visto la presenza tra gli altri del Presidente del Coni Luciano Buonfiglio, l’amministratore delegato di Sport e Salute Diego Nepi Molineris, il presidente della Fondazione Milano Cortina 2026 Giovanni Malagò e il presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale Beniamino Quintieri. La novità di quest’anno è l’istituzione del riconoscimento dedicato agli italiani nel mondo.
I primi vincitori sono stati Claudio Ranieri, per le sue diverse esperienze nei campionati inglese, spagnolo, francese e con la nazionale greca, e Vincenzo Alberto Annese, che ha guidato squadre in 14 Paesi tra club e nazionali e attualmente Ct della nazionale del Burkina Faso. “I sogni ci sono sempre, perchè smettere di sognare vuol dire aver chiuso. Io ho ancora tanti sogni da realizzare, ma bisogna lavorare duramente per raggiungerli”, le parole dell’ex tecnico della Roma, oggi senior advisor dei Friedkin, nonchè artefice del miracolo Leicester campione di Premier nel 2016. Un’impresa che è nei libri di storia, così come lo è quella del volley azzurro, rappresentato dal Ct dell’Italvolley maschile Ferdinando De Giorgi, che ha ricevuto il premio di “Atleta dell’Anno” destinato all’intero movimento della pallavolo italiano: “Abbiamo creato un gruppo veramente speciale ed è stato bellissimo che l’ultimo punto del mondiale vinto sia stato di Anzani. Lui poi ha dato l’addio alla nazionale, anche se all’Italia non dice mai addio, è come la famiglia…”.
Nella sezione “ICSC, Impiantistica e promozione sportiva”, è Sport e Salute ad aggiudicarsi il premio per aver realizzato a Caivano un modello di integrazione sociale unico nel suo genere. Presente l’ad Nepi Molineris: “Oggi Sport e Salute si sente un operaio dello sport, vogliamo costruire e mettere le mani laddove serve e farlo in maniera seria. Abbiamo capito che gli impianti sportivi dobbiamo farli in 18 mesi, non ci sono alibi”. Poi le altre categorie. A partire dal leggendario Jury Chechi, vincitore del “Premio Media”, intitolato alla memoria di Gian Piero Galeazzi. Poi il premio “Gesto Etico”, intitolato alla memoria di Fabrizio Quattrocchi e assegnato a Marco Matteazzi, il giovane che ha trasformato la ferita del bullismo in una prova di resilienza incredibile, correndo 100 mezze maratone in 100 giorni e poi 100 maratone in tre mesi, mentre il premio “Innovazione tecnologica” è andato a Ecopneus, il consorzio che ha trasformato un rifiuto in risorsa concreta da applicare anche nello sport per la creazione di campi sportivi.
Infine, anche un riconoscimento speciale per Giovanni Malagò, n.1 della Fondazione Milano-Cortina 2026: “Sarà un modello di riferimento, la Francia per il 2030 ha seguito lo stesso tipo di progettualità”. Una legacy per il futuro, all’insegna di sport e cultura.
– foto ufficio stampa Asi –
(ITALPRESS).
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