PALERMO (ITALPRESS) – Il Corecom Sicilia sul fronte della media education lancia un progetto che mira a colmare il divario crescente tra uso quotidiano della tecnologia e reale comprensione degli strumenti digitali. Ugo Piazza, commissario del Comitato, in un’intervista all’Italpress spiega che l’iniziativa nasce da una constatazione precisa: “La tecnologia è ormai uno strumento d’uso quotidiano, istantaneo e continuo, ma la percezione e la conoscenza che abbiamo del processo tecnologico sono inferiori rispetto a dove è arrivata la tecnologia stessa”.
Da qui la scelta di realizzare un “abbecedario” della media education, un vademecum costruito con un linguaggio semplice, quasi controcorrente. “Lo abbiamo chiamato abbecedario perchè oggi si commette un grande errore: si parla dei fenomeni social da dentro i social, quando invece i social sono uno specchio dell’essere umano e dei cambiamenti sociali”. Il lavoro non si limita al formato cartaceo. “Per ogni lettera abbiamo dato un significato tecnologico – come e-mail o internet – ma volevamo soprattutto incontrare i ragazzi. Per questo stiamo portando il progetto in molte scuole della Sicilia e continueremo anche nel 2026”. L’obiettivo è rendere gli studenti più consapevoli del funzionamento delle piattaforme digitali: “I social non sono un ente benefico nè un ente pubblico, sono aziende private, multinazionali a cui non interessa chi sei ma a cosa servono le informazioni che immetti. Vogliamo formare giovani utilizzatori coscienti e critici, capaci di usare i social ed evitare che siano i social a usare loro”.
La risposta degli studenti e delle scuole ha superato le aspettative. “Abbiamo trovato un grandissimo interesse e una fortissima interazione, un segnale che fa ben sperare per le nuove generazioni”, osserva Piazza. Le scuole, racconta, hanno mostrato un’attenzione elevata al tema: “Le istituzioni scolastiche sono consapevoli della necessità di questa iniziativa”. Il nodo centrale resta il cambiamento dei codici comunicativi. “Tra la mia generazione, che ha 50 anni, e quella attuale si sta creando un muro di linguaggio: si parla con codici diversi. E una società si fonda proprio sulla comunicazione, perchè è il linguaggio a creare il clima sociale che ci circonda”. Nessun approccio difensivo, però: “I social sono strumenti indispensabili, sono pro futuro, pro social, pro intelligenza artificiale. Non ho timore del futuro, purchè venga compreso e utilizzato bene”. Piazza chiude con un esempio che ripete spesso ai ragazzi: “In italiano l’unico verbo che non ha il contrario è comunicare: non si può non comunicare, perchè ogni azione, online o offline, genera una reazione. Anche il silenzio genera una risposta. L’unica cosa che possiamo fare è insegnare a comunicare al meglio”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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