Lavoro, una “terza via” per la contrattazione collettiva

30 maggio 2025
GENOVA (ITALPRESS) – Una “terza via della contrattazione collettiva” che tenga conto dei mutamenti indotti dall’intelligenza artificiale e metta al centro da un lato i lavoratori, dall’altro la crescita della competitività e della produttività aziendale. E’ l’idea al centro del dibattito organizzato al Festival del Lavoro di Genova dalla Confederazione Cifa, alla luce del recente rinnovo del contratto collettivo intersettoriale con Confsal per i settori terziario, commercio, distribuzione, servizi, turismo e pubblici esercizi.
“Abbiamo chiarito che la terza via della contrattazione collettiva non fa danno, anzi mette al centro la persona. E la terza via della contrattazione collettiva che viene stipulata dall’associazione di imprese CIFA Italia e Confsal ha dato vita a un osservatorio sull’intelligenza artificiale – sottolinea Andrea Cafà, presidente di CIFA Italia -. Questo è un grande successo, una grande risposta necessaria affinchè si possa creare un gruppo di lavoro che monitori l’impatto dell’intelligenza artificiale nelle micro e piccole imprese, quelle che sono rimaste un pò più indietro. Chiarito quindi il fatto che la contrattazione CIFA-Confsal non sviluppa dumping, adesso c’è il tema dell’equivalenza della contrattazione collettiva. Noi stiamo andando verso questa direzione e a breve credo che la contrattazione CIFA-Confsal andrà oltre le equivalenze. Sarà una contrattazione ricca, una contrattazione rivolta agli imprenditori che vogliono investire sulle risorse umane”.
Proprio sul tema delle equivalenze ha offerto chiarimenti Andrea Rapacciuolo, ispettore del lavoro, oggi presente all’evento di CIFA come esperto di diritto del lavoro: “Oggi abbiamo un quadro abbastanza chiaro perchè una circolare dell’Ispettorato nazionale del Lavoro del 2020 è stata ripresa dall’Anac nel gennaio di quest’anno e abbiamo un regolamento, inserito nel correttivo degli appalti pubblici, che declina quali sono i parametri per creare l’equivalenza. Per certe finalità non conta quale contratto applico, ma conta qual è il trattamento economico e normativo che do ai miei lavoratori. Se il trattamento è equivalente, allora posso accedere a quel beneficio contributivo, a quella gara pubblica. Il trattamento economico equivalente si intende assolutamente uguale, quindi neanche un centesimo di meno. La retribuzione globale annua che dà il contratto leader deve essere la stessa che do io ai miei lavoratori. Per quanto riguarda invece gli indici normativi, che ad oggi sono 14, è ammesso lo scostamento fino a due indici”.
Ma la contrattazione collettiva dovrà dare risposte anche all’avvento pervasivo della tecnologia – dall’intelligenza artificiale all’automazione dei processi – in cui emergono timori concreti legati alla possibile riduzione dell’apporto umano nelle imprese. “Serve una commissione nazionale e decentrata che tratti il tema dell’intelligenza artificiale – commenta Cesare Damiano, presidente dell’Associazione Lavoro&Welfare -. Applicarla vuol dire farlo insieme fra datori di lavoro e lavoratori. Sicuramente si tratterà di sviluppare un filone nuovo di contrattazione. Le commissioni bilaterali possono aiutare a scavare questo problema. Un conto è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale ai fini della tutela dell’integrità psicofisica del lavoratore, un altro conto è controllare il lavoratore. Il rischio è quello dell’invasione nella privacy del lavoratore. Il rischio è che attraverso l’intelligenza artificiale si intensifichi il lavoro della persona. Il rischio è quello del tecno-stress. Opportunità e rischi che possono essere affrontati attraverso una sana contrattazione”.

– Foto xa8/Italpress –

(ITALPRESS).

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