MILANO (ITALPRESS) – Non sono candidato alla leadership di Forza Italia e voterò per Antonio Tajani, ma bisogna fare in modo che il partito da leaderistico diventi pluralistico. Lo ha detto il presidente della Regione Sicilia, e storico esponente di Fi, intervistato da “Il Giornale” in edicola oggi. “Fermo restando che il simbolo di Forza Italia e il nome di Berlusconi per noi sono irrinunciabili. C’è però una vasta area popolata da persone
che fanno riferimento diretto al Partito popolare europeo. Ed è lì in quell’area che dobbiamo cercare nuove aggregazioni” aggiunge. Per l’Azzurro bisogna dare seguito “all’ultima ambizione di Silvio Berlusconi sul Partito repubblicano. Fino a pochi giorni prima della sua scomparsa parlava con entusiasmo dell’aggrega zione di altri soggetti dell’area liberale e moderata per un nuovo e più ampio movimento – aggiunge -. Io preferisco muovermi secondo quello che è sempre stato il desiderio di Berlusconi: aggregare e mai dividere. Lo stesso Berlusconi anteponeva la creazione di un’area liberale, riformista e moderata agli egoismi personali e soggettivi. Ora dobbiamo mettere in pratica quel progetto e quella visione di società rinnovandoci in una logica di perimetro”. “Il partito repubblicano pensato da Berlusconi era appunto l’aggregazione del centro moderato e la destra italiana responsabile. Quindi non estre mista o xenofoba” dice ancora il governatore della Sicilia. Schifani punta anche ad un maggior peso dei moderati all’interno del centrodestra: “L’errore storico dell’area moderata e centrista, alternativa alla sinistra, è stata la sua parcellizzazione, con l’eccezione però di Forza Italia che ne ha costituito e costituisce il grande corpo principale”. “Parto dalla Sicilia, come è naturale, ma guardo anche altrove – aggiunge Schifani -. Penso quindi al movimento di Raffaele Lombardo, con il suo movimento dell’autonomia, e all’area che fa riferimento a Totò Cuffaro. Bisogna però cambiare passo”. Non pensa invece a Renzi il governatore siciliano: “A unirci è soltanto l’essere entrambi paladini del garantismo. Tutto qui. Renzi è stato segretario del Pd. E il suo campo di manovra (anche a livello europeo, dove non siede certo tra i popolari europei) è ben diverso dal nostro. Italia Viva poi è ridotta al lumicino e non mi pare che Renzi sia in grado di espandere il consenso. Comunque non è una questione di singoli ma di movimenti”. Infine, un elogio a Giorgia Meloni: “La leadership di Giorgia Meloni è salda. Lei sa mediare molto bene tra la propria convinzione politica e le esigenze di Stato. Seppur giovane è completa e brilla anche a livello internazionale. Da lei mi sento pienamente rappresentato sia come cittadino che come presidente della Regione Sicilia”.(ITALPRESS).
Foto: Agenzia Fotogramma
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