“Per il settore del tabacco greggio – prosegue Masiello – la partecipazione è stata particolarmente significativa. I Paesi produttori europei, con in testa l’Italia, hanno voluto essere presenti insieme agli altri comparti agricoli per denunciare un approccio che riteniamo penalizzante. Non solo nell’ambito delle politiche agricole, dove il tabacco continua a subire una discriminazione all’interno della PAC, ma anche sul fronte delle politiche fiscali, con una revisione della Direttiva relativa alla struttura e alle aliquote dell’accisa applicata al tabacco e ai prodotti correlati che penalizza eccessivamente il settore del tabacco greggio. L’ampliamento del trattamento fiscale e burocratico anche al tabacco greggio e i consistenti aumenti delle accise rischiano di generare oneri sproporzionati per i coltivatori e la filiera, distorcendo la concorrenza a favore di importazioni da Paesi extra-UE con standard inferiori in materia sociale e ambientale. E’ necessario ribadire con forza – sottolinea Masiello – che il tabacco greggio è un prodotto agricolo a tutti gli effetti: crea occupazione, sostiene filiere legali, trasparenti e competitive, ed è un comparto che negli ultimi anni ha investito in modo concreto in innovazione, sostenibilità ambientale e responsabilità sociale. Secondo il Presidente di UNITAB Europa, politiche settoriali non equilibrate e prive di una visione complessiva degli effetti rischiano di produrre il risultato opposto a quello dichiarato: favorire le importazioni di tabacco greggio da Paesi extra-UE, alimentare i mercati illeciti dei prodotti finiti, scoraggiare occupazione e investimenti di filiera e compromettere il presidio economico e sociale di molte aree rurali europee.
C’è anche un tema generazionale che non può essere ignorato – aggiunge Masiello -. Molti giovani hanno scelto di restare in agricoltura e di investire nel tabacco greggio proprio perchè inseriti in filiere organizzate e orientate al futuro. Se vengono meno le certezze economiche e regolatorie, viene meno anche la possibilità di costruire un ricambio generazionale nelle campagne. L’agricoltura e la tabacchicoltura europea chiedono regole giuste, non ideologiche – conclude Masiello – e una reale valutazione degli impatti delle scelte politiche sull’occupazione, sulla competitività e sulla tenuta sociale delle aree rurali. La manifestazione di oggi manda un messaggio chiaro: senza agricoltori non c’è sostenibilità, non c’è presidio territoriale e non c’è futuro per l’Europa”.
-foto Coldiretti –
(ITALPRESS).
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