Nei documenti preparatori per le prossime discussioni “si leggono ipotesi di misure surreali – prosegue la nota – tra cui limiti alle quote di produzione e vendita – incluso l’export – anche dei prodotti innovativi italiani, l’introduzione di schemi e regimi sanzionatori ad hoc a danno della filiera, il divieto di utilizzo del filtro, che corrisponderebbe a un divieto totale per i prodotti attualmente presenti sul mercato, la fissazione di un tetto massimo del prezzo dei prodotti e la contestuale fissazione di quote per gli operatori regolate e prestabilite, il divieto totale dell’attività per gli attori di tutta la filiera attraverso la creazione di un sistema di vendita pianificato statalmente, la restrizione alle vendite basata sulla data di nascita, per finire alla drastica riduzione del numero dei rivenditori legali sulla base di criteri di selezione non chiari”.
Per il Presidente della Federazione Italiana Tabaccai, Mario Antonelli “queste ipotesi regolatorie sono gravemente lesive non solo della potestà normativa dei singoli Stati dell’Unione sulla definizione dei sistemi di vendita e distribuzione, ma anche della libertà individuale dei cittadini e della libertà d’impresa. Agli esperti COP vorrei ricordare che l’Italia ha un modello distributivo basato su vendite canalizzate in esercizi muniti di concessione statale la cui allocazione nel territorio nazionale non è casuale ma risponde a precisi e stringenti criteri, fissati da leggi e regolamenti che l’Unione Europea e la Corte di Giustizia Europea hanno riconosciuto perfettamente rispondenti alle esigenze di tutela della salute pubblica. Il modello italiano può ben essere portato ad esempio alla Conferenza delle Parti di Ginevra ed ai prossimi appuntamenti europei”.
“Non vogliamo rischiare – aggiunge – la destrutturazione del comparto e del mercato legale a favore del contrabbando, con la scomparsa di centinaia di migliaia di posti di lavoro per iniziative demagogiche prive di ogni fondamento tecnico e scientifico. Non siamo disposti a farci rinchiudere nelle riserve indiane in attesa di estinguerci, perchè siamo concessionari dello Stato, radicati nel tessuto sociale in cui eroghiamo anche servizi di interesse pubblico, che contribuiscono in modo importante alla riscossione delle imposte indirette ed al presidio di un mercato legale di prodotti peculiari. In ballo qui non c’è solo la tutela di categorie economiche, ma direi anche la tutela della sovranità nazionale, che sembra voler essere pian piano smantellata da OMS e Commissione Europea con interventi sempre più invasivi”. “Perciò – conclude Antonelli – chiediamo al nostro Governo di opporsi con forza a queste iniziative in sede di definizione della posizione europea in vista della Conferenza delle Parti di Ginevra, sostenendo una filiera nazionale virtuosa, che ha intrapreso un cammino di innovazione e sostenibilità”.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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