PALERMO (ITALPRESS) – I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito i provvedimenti cautelari emessi dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, a carico di 29 persone, delle quali 13 già detenute per altra causa. Sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, reati contro la persona, contro il patrimonio e in materia di armi, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose e altro.
I provvedimenti restrittivi sono l’esito delle indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e condotte dal Nucleo Investigativo di Palermo tra il 2023 e il 2025 in direzione delle articolazioni territoriali di “cosa nostra” palermitana, e riguardano soggetti intranei al mandamento mafioso di Palermo Porta Nuova, storicamente uno dei più potenti e della città di Palermo.
Gli indagati, di cui 16 destinatari di misure custodiali e 13 di obbligo di dimora e presentazione alla Polizia Giudiziaria, non erano stati inclusi nei provvedimenti restrittivi che lo scorso 11 febbraio, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Grande Inverno”, avevano colpito 181 persone e la cui posizione è stata oggetto di valutazione successiva.
Le indagini in continuità con le risultanze di Grande Inverno hanno confermato come “cosa nostra” sia un’associazione criminale vitale e al “passo coi tempi”: se infatti essa è fortemente legata alle regole dei “padri fondatori”, ai suoi antichi riti e al compimento delle “classiche” condotte illecite, come le estorsioni, il traffico di droga e il controllo delle scommesse clandestine online, dall’altro è emersa la capacità degli affiliati di ricorrere ai moderni mezzi di comunicazione per cercare di sfuggire alla pressione investigativa.
Il quadro che emerge dalle investigazioni restituisce una “cosa nostra” che, nonostante le numerose operazioni coordinate dalla Magistratura palermitana e portate avanti dai Carabinieri e dalle altre forze di polizia, continua a mantenere la sua presa: un’associazione coesa, violenta e vitale, che può contare su un’allarmante disponibilità di armi, strenuamente rispettosa del modello organizzativo e delle regole storiche, ben ancorata al proprio territorio sul quale esercita un costante controllo, incidendo significativamente sul tessuto economico attraverso le tradizionali attività illecite – quali l’imposizione della “protezione mafiosa” agli operatori economici e la gestione delle più remunerative piazze di spaccio – ma che trae i propri ingenti guadagni dal traffico di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e droghe sintetiche, nonchè dal gioco clandestino online.
– Foto: ufficio stampa Carabinieri –
(ITALPRESS).
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