“Non abbiamo fatto ancora niente – ricorda il tecnico salentino -. Il calcio lo conosco, bisogna fare molta attenzione. Dobbiamo restare uniti, qualsiasi cosa accadrà domani rimarranno tre partite. Intanto saremo in Champions League l’anno prossimo. Oggi deve essere un piacere giocarci lo scudetto, deve essere un orgoglio essere ritornati a lottare per il titolo. Non ci affossiamo da soli”.
Il senso di responsabilità nei confronti dei tifosi “lo abbiamo dal primo giorno. Ho sempre dichiarato che avevo ricevuto prima ancora di dare. L’obiettivo nostro è regalare emozioni al tifoso napoletano. E’ giusto sottolineare come l’obiettivo principe, di speranza di inizio stagione sia stato conquistato con quattro turni di anticipo. Conta molto dal punto di vista economico la Champions. L’altro obiettivo era quello di dare fastidio. Lo abbiamo centrato perchè stiamo dando fastidio. Ora capiremo che tipo di fastidio è, se è veramente importante o se ha tenuto solo in bilico il campionato. Non dimentichiamo che due domeniche fa eravamo tre punti sotto e ora siamo tre punti sopra. Questo serve a mantenere l’umiltà. Mancano quattro partite, io ho vinto e perso scudetti nelle ultime giornate. Solo una vince. Da calciatore ho perso, non da allenatore e a prescindere fa male”.
L’Inter giocherà in serata col Verona, reduce dallo spettacolare 3-3 col Barcellona. “Prima di tutti facciamo i complimenti ai nerazzurri. E non sono finti. Ci stanno rappresentando in Italia alla grande e questo ci deve far capire che il campionato è di livello importante e che il Napoli, dando del filo da torcere all’Inter, sta facendo qualcosa di straordinario”.
Conte ha perso per strada Neres e Buongiorno ma “abbiamo cercato nell’emergenza di trovare sempre la formula giusta. Magari all’inizio non lo era, vedi con il Monza. Non ci sono delle formule infallibili. So benissimo che poi tutto dipende dal risultato anche se non è giusto. Faremo di necessità virtù, metteremo i giocatori migliori. Non c’è approssimazione, altrimenti non avresti la migliore difesa d’Europa nè staresti in testa alla classifica”.
Infine una battuta su quello che per lui rappresenta sfidare la squadra della città dove è cresciuto. “Per me è sempre una partita diversa dalle altre contro il Lecce. Sono nato lì, sono diventato uomo a Lecce. E quindi i sentimenti che ho non me li cambia nessuno. Io rimarrò sempre fedele al sentimento che mi unisce a questa città. Anche se vivo a Torino, ho casa a Lecce. Ho mamma e papà. Nell’anno sabbatico ho vissuto a Lecce. E’ una partita diversa, in quello stadio ci sono cresciuto”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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