“Entro la metà dell’anno, completeremo gli interventi nei 181 comuni inseriti nell’area bianca, le zone rurali e periferiche in cui gli operatori non hanno dichiarato interesse a intervenire – ha spiegato il direttore relazioni esterne di Open Fiber, Andrea Falessi. Ce ne mancano 5. Poi ci attende un’altra grande sfida: la copertura di 183 comuni nelle cosiddette aree grigie, in cui c’è un solo operatore. Infine le aree nere, quelle a concorrenza, ovvero le grandi città con interventi già realizzati a Udine, Gemona del Friuli e Pordenone. L’investimento complessivo in Friuli Venezia Giulia – ha concluso Falessi – è di circa 160 milioni di euro”.
La rete in fibra ottica ad altissima velocità è un’infrastruttura fondamentale per l’innovazione tecnologica – ha dichiarato il presidente della regione Massimiliano Fedriga -. Con Open Fiber, questa infrastruttura in regione è a un livello di avanzamento tra i migliori in Italia. Entro il 2026 saranno coperte anche le aree grigie incrementando così le potenzialità del nostro territorio e la capacità di attrarre investitori, anche stranieri”.
E a questo proposito, proprio in occasione del convegno Fvg Connect, il presidente di BAT Trieste Andrea Di Paolo ha annunciato un aumento di capitale da 40 milioni per la realizzazione di una quarta linea per prodotti di nuova generazione, nella città che ospita anche l’Innovation Hub del colosso del tabacco.
“Il progetto Bul, ovvero la realizzazione di una rete in fibra ultraveloce fino a 2.5 Gigabit al secondo, può dirsi ultimato in Friuli Venezia Giulia – ha dichiarato Andrea Falessi, direttore relazioni esterne di Open Fiber – In regione sono circa 150 mila le utenze abitative vendibili collegate in FTTH (Fiber to the home). La sfida, ora, è riempire la rete, farla utilizzare offrendo nuovi servizi al cliente finale”.
Per questo sono stati chiamati a raccolta a Sesto al Reghena gli operatori del settore. “Fare rete” il titolo dell’incontro. “Stiamo lavorando per capire le esigenze dei clienti, modificando i processi per ridurre i tempi di attivazione – ha spiegato il direttore mercato residenziale di Open Fiber Mauro Accroglianò – anche per incrementare il take – up, ovvero l’utilizzo della rete in fibra”. L’Italia è tra i paesi con la percentuale più bassa: il 22%. In Friuli Venezia Giulia nelle aree bianche e grigie scende al 9 e al 4%. Nel Nord Europa e in Spagna tocca l’80%.
“Durante il periodo pandemico i cantieri di Open Fiber erano nella massima attività sul nostro territorio – ha ricordato l’assessore all’innovazione del comune di Sesto al Reghena, Stefano Vit. Nel periodo successivo le aziende hanno potuto subito beneficiare di questa infrastruttura. Nei secoli passati, le informazioni custodite nella storica abbazia camminavano sulle gambe dei pellegrini e dei monaci – ha aggiunto Vit – ora necessitano di viaggiare attraverso altre vie. La migliore – ha concluso – è la banda ultralarga, che ci permette di guardare al futuro.
-foto Italpress-
(ITALPRESS).
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