“E’ una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz’altro l’incarico”, spiega Amato. La sua decisione arriva dopo le dichiarazioni di Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno, nel corso della quale, rispondendo a una domanda su alcune dichiarazioni di Amato in un’intervista a La Repubblica intitolata “Democrazia a rischio, l’Italia può seguire Polonia e Ungheria”, la premier si era detta “basita”. “Siccome entro il 2024 il Parlamento che oggi ha una maggioranza di centrodestra deve nominare quattro giudici della Consulta, ci sarebbe il rischio di una deriva autoritaria – ha detto Meloni in conferenza stampa -. Io penso semmai che sia una deriva autoritaria considerare che chi vince le elezioni, se non è di sinistra, non abbia gli stessi diritti degli altri. Nella mia idea di democrazia questo non esiste. Il mondo nel quale la sinistra ha più diritti degli altri, per quanto mi riguarda, è finito”.
“Io non ho assolutamente parlato dell’elezione dei giudici della Corte – commenta Amato -. Ho evidenziato un altro problema, come sa chi ha letto davvero l’intervista. Ho parlato dell’accoglienza delle decisioni della Corte, chiunque l’abbia eletta, e ad oggi in Italia non è mai stata la presidente del Consiglio a porre questa questione. Hanno cominciato altri esponenti della sua maggioranza, ma non lei”.
Quanto al suo riferimento alla Polonia, dove l’esecutivo ha impedito la pubblicazione di una sentenza della Corte Costituzionale, “ho pure detto che da noi quello che è accaduto lì ora è inconcepibile – spiega ancora Amato -; certo potrebbe accadere perchè non c’è nulla che lo impedisca, ma ora è ritenuto inconcepibile”.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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