A Palermo incendio di Bellolampo e inquinamento con diossina. Una possibile ‘radiografia’ dei criminali che incendiano i boschi

26 luglio 2023
  • Fino a quando le autorità consentiranno alla politica di Palermo di tenere in piedi una discarica – Bellolampo – che nel 1986 era già fonte di inquinamento, soprattutto quando si incendia, com’è avvenuto per la terza volta dal 2012? 
  • Il fuoco nei boschi è un fenomeno mondiale. Putin in Siberia, è riuscito a ridurre gli incendi. Non sarebbe il caso, invece di fare la guerra alla Russia, di chiedergli come ha fatto e cosa ha scoperto? 
  • Perché in Sicilia – cosa che scriviamo da tre anni – servono almeno 30 mila operai forestali in pianta stabile che dovrebbero lavorare 365 giorni all’anno. Ordigni incendiari fatti esplodere a distanza?
  • Il comunicato e la conferenza stampa di oggi a Palermo del Sifus 

Fino a quando le autorità consentiranno alla politica di Palermo di tenere in piedi una discarica – Bellolampo – che nel 1986 era già fonte di inquinamento, soprattutto quando si incendia, com’è avvenuto per la terza volta dal 2012? 

Tre morti, operai forestali intossicati dalle fiamme finiti in rianimazione, un numero imprecisato di feriti. Imprecisato anche il numero degli sfollati, anche perché non c’è ancora il quadro preciso degli incendi esplosi in Sicilia tra centri abitati grandi e piccoli e case di campagna. Autostrade e strade interrotte. Danni enormi al patrimonio forestale, danni all’agricoltura. Villaggi turistici assediati dal fuoco come avvenuto a Cala ‘Mpisu, nel Trapanese, e a Villaggio Minano, nel Siracusano. Sempre a Siracusa va in scena un Black auto con intere aree cittadine isolate con temperature di 40 gradi e oltre. Problemi di distribuzione dell’acqua. Sofferenze indescrivibili per i cittadini, specie per anziani e fragili. Non riusciamo nemmeno a immaginare quanti animali selvatici sono stati uccisi dal fuoco di questi giorni: una strage di cui nessuno parla. A Palermo – tanto per avere ‘qualcosa’ in più – è andata per l’ennesima volta a fuoco la discarica di Bellolampo che avrebbe dovuto essere chiusa nel lontano 1986 ma che i politici falliti del capoluogo siciliano tengono aperta in parte perché sono incapaci di trovare alternative alla raccolta dei rifiuti in discarica, in parte perché Bellolampo è una ‘mammella senza tempo’ da mungere in eterno sotto gli occhi ‘distratti’ delle autorità. Il risultato è che i palermitani si stanno ‘godendo’ anche l’inquinamento da diossina e furani: non è la prima volta e non sarà l’ultima. Di questo non gliene frega niente a nessuno. In compenso, con i soldi che la politica siciliana toglie agli ospedali pubblici dova mancano i medici, la Regione paga l’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. A cosa serve se l’inquinamento trionfa? E, soprattutto, perché deve funzionare con i soldi della sanità pubblica siciliana? Da anni cerchiamo di capirlo… Così come non capiamo quale sia stato il ruolo, nella crisi di questi giorni, di Corpo Forestale della Regione e Protezione civile regionale: intervenire quando il danno è fatto serve a poco. Chi è che in Sicilia si occupa di prevenzione degli incendi boschivi?

 

Il fuoco nei boschi è un fenomeno mondiale. Putin in Siberia, è riuscito a ridurre gli incendi. Non sarebbe il caso, invece di fare la guerra alla Russia, di chiedergli come ha fatto e cosa ha scoperto? 

Sofferenza e disagi in tutta la Sicilia, insomma. E’ il prezzo che i cittadini siciliani stanno pagando perché gli ‘scienziati’ della Regione siciliana, ancora una volta, si sono rifiutati di far cominciare a lavorare gli operai forestali ad Aprile. Il risultato è che la stragrande maggioranza delle aree verdi della Sicilia, le aree comunali abbandonate e le aree private altrettanto abbandonate si sono presentate all’appuntamento con il caldo asfissiante e con il vento di scirocco con il ‘culo a terra’: sottobosco dei boschi siciliani pieno di arbusti ed erbe secche, aree comunali e private abbandonate e, a Palermo, persino l’ospedale ‘Cervello’ lambito dalle fiamme (sarebbe interessante capire se i vertici di questo ospedale – che si trova in buona parte a contatto con il verde – si sono occupati dell’eliminazione di erbe e arbusti secchi: se il fuoco lo ha lambito qualcosa deve essere successo: o no?). la presenza do boschi non ripuliti e di aree comunali e private abbandonate creano le condizioni ideali per i piromani, ai quali l’amministrazione pubblica siciliana offre sempre la testa della Sicilia su un piatto d’argento! Va detto che anche a 50 gradi centigradi l’autocombustione è un fatto rarissimo, che può riguardare, sì e no, l’1% degli incendi (come potete leggere qui). Quasi tutti gli incendi boschivi sono dolosi. Il fenomeno non è siciliano o italiano: è mondiale. Come cerchiamo di raccontare da alcuni anni sembra che nel mondo operi una strategia unica per motivazioni che non si conoscono. Che si tratti di delinquenti e terroristi dell’ambiente, o di esaltati-esagitati che puntano ad eliminare il verde presente sulla Terra non ci sono molti dubbi; resta da capire il perché queste persone abbiano deciso di incenerite il Pianeta, dall’Amazzonia alla California, dal Canada all’Europa, dall’Australia fino alla Siberia. Ecco un passo di un nostro articolo di quattro anni fa, qualche mese prima dell’esplosione della pandemia, quando immensi incendi boschivi funestavano mezzo mondo: “Questo nuovo Efesto si dà da fare un po’ ovunque: in America, in Russia, in Australia e nella Foresta Amazzonica. E deve avere anche un particolare legame con la Sicilia e con la Sardegna… Ma nutriamo qualche dubbio sul fatto che Bolsonaro, per la frenesia di creare nuovi spazi a chi deve speculare sul territorio brasiliano, sia il responsabile degli incendi nella Foresta Amazzonica. Così come nutriamo dubbi sul fatto che Putin si sia divertito  ad incendiare la Siberia. E, volendo, nemmeno Trump deve essere felice per gli incendi della California. Con molta probabilità, i primi a non capire quello che sta succedendo nel mondo sono proprio i politici. O, forse, qualcuno di loro sa qualcosa che noi non sappiamo”. Ci sono inchieste su questa banda internazionale di criminali? E chi lo sa. Ma sappiamo – ad esempio – che in Siberia sono diminuiti, soprattutto nell’ultimo anno. Invece di fare la guerra alla Russia di Putin – guerra che, peraltro, USA e Unione europea stanno malamente perdendo – non sarebbe il caso di andare a chiedere a Putin cosa ha scoperto?

 

Perché in Sicilia – cosa che scriviamo da tre anni – servono almeno 30 mila operai forestali in pianta stabile che dovrebbero lavorare 365 giorni all’anno. Ordigni incendiari fatti esplodere a distanza?

In Sicilia questi criminali piromani agiscono sul ‘burro’. Quando, nel Novembre del 2021, dopo un’Estate durissima, con oltre 80 mila ettari di boschi della nostra Isola andati in fumo, abbiamo lanciato la proposta dell’assunzione di almeno 30 mila operai forestali in pianta stabile da far lavorare in tutto il territorio a rischio incendi della Sicilia per tutti i giorni dell’anno (gli operai forestali si dovrebbero occupare anche della manutenzione dei fondi comunali in raccordo con i Comuni e dei fondi privati in raccordo con gli stessi privati) pensavamo proprio a un’azione di prevenzione contro i criminali piromani. Attenzione: non è una cosa facile. A noi hanno raccontato – ma senza fornirci le prove – che questi signori non agiscono più come una volta, andando in giro per i boschi quando inizia il caldo. Ci hanno detto – ma non abbiamo prove – che questi signori vanno in giro per le aree boscate nei periodi in cui non ci sono problemi, per sistemare gli ordigni incendiari negli anfratti degli alberi o nel sottobosco di aree dove sanno che nessuno andrà a mettere il naso: per esempio, nelle parti alte delle colline e delle montagne; si tratterebbe di ordigni incendiari che verrebbero fatti esplodere a distanza. La presenza, 365 giorni all’anno, di operai forestali nei territori potrebbe consentire di acchiappare qualcuno di questi delinquenti? E’ una speranza rispetto al nulla raggiunti fino ad oggi. La presenza di operai forestali consentirebbe di intervenire non appena il fuoco di materializzerebbe, magari riuscendo a capire se è vera l’esistenza di questi ordigni incendiari a distanza. Lo capirà l’attuale Governo regionale o si affiderà ancora ai sindacati tradizionali? Ci rendiamo conto che questo farebbe venire meno l’esigenza dei costosi mezzi antincendio aerei: pazienza, ce ne faremo una ragione…

 

Il comunicato e la conferenza stampa di oggi a Palermo del Sifus 

Intanto segnaliamo un comunicato di Maurizio Grosso, segretario generale del Sifus Confali, l’unica organizzazione sindacale che si batte per la stabilizzazione degli operai forestali. Per la cronaca, le altre organizzazioni sindacali lucrano sulla precarietà di questi lavoratori (e, contemporaneamente, chiedono la stabilizzazione dell’esimio ed eccelso personale che faciva ‘i gnizioni durante la pandemia di Covid…): “Gli incendi che in queste ore stanno devastando migliaia di ettari di boschi e lambendo diverse città siciliane grazie anche alle temperature che sfiorano i 50 gradi, sono la dimostrazione fotografica che senza i lavori silvocolturali di manutenzione preventiva il Governo Schifani ha inteso innescare una bomba ad orologeria. Lo stesso discorso vale per la carenza di acqua nelle dighe. Senza la quotidiana manutenzione delle reti irrigue vecchie e vetuste e senza la loro necessaria pulizia, in una stagione calda come quella che abbiamo davanti, gli agricoltori dovranno fare a meno di almeno il 50% dei turni d’acqua che gli sono stati contrattualizzati. Per queste ragioni oggi, Mercoledì 26 Luglio, alle ore 11.00, presso la sala Mattarella dell’Assemblea regionale siciliana vogliamo vedere che tipo di atteggiamento assumerà la classe politica rispetto alle nostre proposte di legge che puntano a creare un sistema virtuoso che metterebbe in sicurezza il patrimonio boschivo e forestale ed inoltre, consentirebbe di recuperare e mettere a disposizione delle aziende il massimo delle acque. Parteciperanno parecchi parlamentari di varie forze politiche. L’evento sarà in diretta Facebook su Sicra press e segreteria generale – Sifus Confali. Vi aspettiamo”.

Foto di prima pagina tratta da Il Fatto Nisseno 

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