Il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (15,8 miliardi) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (1,7 miliardi) hanno più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (12,7 miliardi, a 27,6 miliardi).
L’aumento del debito è sostanzialmente imputabile alle Amministrazioni centrali (4,6 miliardi).
La vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,7 anni.
La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è rimasta invariata al 25,8 per cento, mentre ad aprile (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti è aumentata al 26,6 per cento (dal 26,3 del mese precedente) e quella degli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta sostanzialmente stabile al 10,8 per cento.
Sempre secondo i dati di Bankitalia, a maggio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 40,4 miliardi, in aumento del 3,6 per cento rispetto al corrispondente mese del 2022. Nei primi cinque mesi del 2023 le entrate tributarie sono state pari a 193,3 miliardi, in aumento del 6,2 per cento rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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