Perché la BCE alza i tassi di interesse? Per proteggere le banche da un possibile crollo dell’Unione europea dell’euro

29 giugno 2023
  • Ricordiamo che la BCE non è una banca pubblica ma una banca privata che fa i propri interessi, che non sempre coincidono con gli interessi dei 27 Paesi che danno vita all’Unione europea 
  • Da quando la BCE ha cominciato ad aumentare i tassi di interesse gli utili delle banche sono cresciuti. E se i tassi aumenteranno ancora gli utili cresceranno ulteriormente
  • I banchieri europei stanno creando uno ‘scudo’ per salvare le banche in caso di crollo della Ue

Ricordiamo che la BCE non è una banca pubblica ma una banca privata che fa i propri interessi, che non sempre coincidono con gli interessi dei 27 Paesi che danno vita all’Unione europea 

La Banca Centrale Europea (BCE) Non solo ha innalzato i tassi di interesse ma annunciato un nuovo aumento degli stessi tassi di interesse a Luglio e altri innalzamenti in Autunno. Non mancano gli osservatori – anche autorevoli – che fanno notare che nella cosiddetta Eurozona l’inflazione non è di origine monetaria, ma è provocata da altri fattori, a cominciare dall’aumento dei costi energetici. Si tratta, alla fine, di inflazione da offerta: in particolare, dall’aumento dei costi di produzione (aumento dei costi dell’energia e, in generale, aumento dei costi delle materie prime). A differenza degli Stati Uniti d’America, dove la Fed (Banca centrale americana) ha aumentato i tassi di interesse perché, da quelle parti, l’inflazione è provocata anche da un eccesso di moneta in circolazione, nell’Unione europea, come già accennato, l’inflazione non è di origine monetaria e l’aumento dei tassi di interesse colpisce imprese e famiglie e riduce in modo poco significativo l’inflazione. Tant’è vero che la stessa BCE, come già ricordato, ha annunciato ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Da qui la domanda: se nell’Unione europea l’aumento dei tassi di interesse danneggia l’economia colpendo famiglie e imprese perché la BCE si ostina a proseguire per questa strada? La risposta è semplicissima: perché la BCE non è una banca pubblica ma una banca privata che fa i propri interessi, che non sempre coincidono con gli interessi dei 27 Paesi che danno vita all’Unione europea.

 

Da quando la BCE ha cominciato ad aumentare i tassi di interesse gli utili delle banche sono cresciuti. E se i tassi aumenteranno ancora gli utili cresceranno 

Ci spieghiamo meglio. La Fed è una banca pubblica. Gli Stati Uniti d’America godono di sovranità monetaria: possono stampare tutta la moneta che vogliono; il limite è rappresentato dall’inflazione, che esplode se si materializza un eccesso di moneta in circolazione. Che è quello che è in buona parte avvenuto: non a caso la Banca centrale americana, negli ultimi mesi, ha ripetutamente alzato i tassi di interesse. Questa, peraltro, anche per gli USA non è una soluzione risolutiva, perché l’inflazione americana è provocata, anche, dalle ingenti spese che questo Paese sta sostenendo per la guerra in Ucraina. La monera europea – l’euro – è una moneta a credito. La BCE, a differenza della Fed, non può stampare tutta la moneta che vuole. I 27 Paesi dell’Unione europea acquistano la moneta pagandola. Con l’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE le banche hanno guadagnato un sacco di soldi. E’ stato ed è così per le banche private che danno vita alla stessa Banca Centrale Europea, ed è così, in generale, per tutto il sistema bancario. Da quando la BCE ha cominciato ad aumentare i tassi gli utili delle banche sono cresciuti. Man mano che la BCE innalzerà ulteriormente i tassi di interesse gli utili delle banche cresceranno ancora. Basti pensare all’immenso fiume di denaro che le banche stanno guadagnando a spese di chi ha sottoscritto mutui. Qualcuno potrebbe obiettare: ma la BCE non dovrebbe sostenere l’Unione europea? La risposta è articolata: se le cose vanno bene o, tutto sommato, vanno così così, certo, la BCE sostiene l’Unione europea e l’ha fatto durante la gestione Mario Draghi, acquistando i titoli di Stato dei Paesi Ue. Ma se le cose, in prospettiva, andranno male la BCE, nel difficile futuro, anche immediato, dell’Unione europea tutelerà le banche: ed è quello che sta facendo.

 

I banchieri europei stanno creando uno ‘scudo’ per salvare le banche in caso di crollo della Ue

I banchieri non sono affatto stupidi: anzi! I banchieri sono i primi a guardare alla realtà geopolitica per quella che è, non alle bugie raccontate dalla televisione. Le bugie, al limite, le possono raccontare ai clienti ma non se le raccontano tra di loro. I banchieri europei sanno benissimo che se la guerra in Ucraina continuerà – e oggi tutto lo lascia supporre – la situazione economica, per l’Unione europea, diventerà sempre più difficile, se non critica. Gli aiuti che la Ue dovrà fornire all’Ucraina faranno aumentare l’inflazione nell’Eurozona e, contemporaneamente, deprimeranno l’economia, penalizzando i cittadini europei. In economia politica questo scenario si chiama stagflazione: la presenza di inflazione e stagnazione economica. La Germania è già in recessione. E se la crisi economica della Germania andrà avanti – cosa molto probabile – si trascinerà dietro tutto il settore manifatturiero europeo collegato all’economia tedesca, a partire dal settore manifatturiero italiano. Siamo a fine Giugno. Se la guerra in Ucraina continuerà per altri sei mesi, difficilmente l’Unione europea dell’euro potrà resistere. I banchieri europei lo sanno e stanno creando uno ‘scudo’ per salvare le banche in caso di crollo della Ue. E lo stanno facendo pagare a famiglie e imprese. Ovviamente, diranno che siamo ‘complottisti’, che l’Eurozona è fortissima e bla bla bla. Intanto – parlano i fatti – a Luglio, cioè tra pochi giorni, arriverà un altro aumento dei tassi di interesse da parte della BCE: e sarà un altro colpo all’economia europea…

Foto tratta da Educazione Finanziaria       

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti