Torna la guerra delle Falkland tra Regno Unito e Argentina/ MATTINALE 939

12 giugno 2023
  • Anche se lo scontro è un po’ diverso rispetto a quanto avvenne nel 1982 
  • Oggi, in realtà, non solo l’Argentina ma tutto il Continente sudamericano vuole distaccarsi dal mondo anglosassone e, in particolare, dal dollaro americano

Anche se lo scontro è un po’ diverso rispetto a quanto avvenne nel 1982 

Ricordate la guerra delle Falkland o guerra delle Malvine? Fu uno scontro tra Argentina e Inghilterra andato in scena nel lontano 1982 per il controllo di tre arcipelaghi: le Isole Falkland propriamente dette, la Georgia del Sud e le isole Sandwich meridionali. Ebbene, oggi l’Argentina denuncia la presenza militare britannica “ingiusta e sproporzionata” nelle Isole Malvinas (Falkland per gli occupanti di Londra). In occasione del 194° anniversario dell’insediamento del primo Governo nell’arcipelago, le autorità argentine rivendicano la loro sovranità sulle Isole Malvinas. “La Repubblica argentina riafferma ancora una volta la sua sovranità sulle Isole Malvinas, Georgia del Sud e Sandwich del Sud e sugli spazi marittimi circostanti, che sono parte integrante del suo territorio nazionale”, si legge nella nota del Ministero degli Affari Esteri dell’Argentina. Il ministro degli Esteri argentino, Santiago Cafiero, denuncia che “il Regno Unito mantiene una presenza militare ingiustificata e sproporzionata sulle isole, con cui effettua regolarmente manovre ed esercitazioni, contro le quali l’Argentina ha fortemente protestato”. Le cronache registrano un articolo pubblicato da NOVA. news: “Ancora oggi – sottolinea il Governo Argentino – vengono applicate con discrezione politiche restrittive sull’immigrazione che limitano la possibilità di stabilire la residenza, acquisire terreni, contrarre rapporti di lavoro o avviare attività commerciali o professionali nelle Malvine, in particolare nei confronti degli argentini provenienti dalla terraferma”. L’Argentina “riafferma ancora una volta la sua sovranità sulle Isole Malvine, Georgia del Sud e Sandwich Australi e sugli spazi marittimi circostanti” e il recupero dell’effettivo esercizio della sovranità “è un obiettivo permanente”.

 

Oggi, in realtà, non solo l’Argentina ma tutto il Continente sudamericano vuole distaccarsi dal mondo anglosassone e, in particolare, dal dollaro americano

Da notare che, ancora oggi, gli argentini, nel sostenere la perenne controversia con la Gran Bretagna sul possesso delle isole Falkland/Malvine, citano il Trattato di Tordesillas del 1494 che divise il mondo – allora perlopiù inesplorato – tra il Portogallo e la Spagna. Anche se oggi, in verità, lo scenario è un po’ diverso. Oggi tutto il Sudamerica è in subbuglio. I Paesi di questo Continente non ne vogliono più sapere di restare sotto l’egida del dollaro americano. L’Argentina, ad esempio, non ne più del cosiddetto Occidente industrializzato, a cominciare dal Fondo Monetario Internazionale, che è uno strumento monetario ed economico con il quale l’Occidente oggi ultra-liberista e globalista ricatta tanti Paesi del mondo. L’Argentina vuole lasciare l’Occidente per legarsi al BRICS, l’associazione di Paesi che lavora per liberarsi dalla ‘schiavitù’ del dollaro americano. Al BRICS – acronico che sta per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – si vanno unendo tanti Paesi del mondo dell’Africa, del Medio Oriente e di altre aree del Pianeta che rifiutano il dollaro americano come moneta per gli scambi commerciali internazionali. In Perù -Paese sudamericano ricchissimo – gli americani hanno effettuato il solito colpo di Stato per destituire il presidente socialista, Pedro Castillo, che avrebbe voluto portare il suo Paese nell’area del BRICS. Sul colpo di Stato americano in Perù si registra il silenzio in tutto l’Occidente, a cominciare dai pagliacci dell’Unione europea, che usano i diritti umani a seconda della convenienza. Quando debbono andare a ‘rompere i cabbasisi’ all’Ungheria di Orban, che si rifiuta di sbaraccare la Costituzione del proprio Paese per fare posto ai massoni globalisti e ultra-liberisti dell’Unione europea, gli ‘europeisti’ sventolano il vessillo dei diritti umani; ma sul Perù gli europeisti sono rimasti zitti. E in queste ore gli stessi europeisti non si sono fatti scrupolo di volare in Tunisia a trattare con il dittatore Kais Saied, regalandogli addirittura 100 milioni di euro per cercare gli bloccare gli sbarchi di migranti. La verità è che all’Unione europea dei diritti umani non gliene può fregare di meno, se è vero che gli ‘europeisti’ hanno la faccia come il culo. Quanto all’Argentina – per tornare all’argomento dell’articolo – è solo questione di tempo. Tutto il Sudamerica – come del resto l’Africa e il medio Oriente – è destinato a liberarsi dal giogo occidentale, checché n dicano i leccaculo della televisione occidentale.

Foto tratta da Wikivoyage

 

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