La politica siciliana ‘festeggia’ le elezioni nei Comuni senza soldi e senza Bilanci. Caterina Chinnici nel Governo Schifani?

31 maggio 2023
  • Questa ipotesi – Caterina Chinnici nella Giunta regionale di Renato Schifani al posto dell’attuale assessore Domenico ‘Mimmo’ Turano – la si desume anche dall’analisi del voto a Trapani. In realtà, tale ipotesi è in piedi da tempo
  • A Trapani scompare Forza Italia
  • L’analisi sul tracollo del PD di Pino Apprendi
  • La Lega in Sicilia ha capito tutto…
  • Gianfranco Miccichè non fa vincere al primo turno il candidato Sindaco di Forza Italia 

Questa ipotesi – Caterina Chinnici nella Giunta regionale di Renato Schifani al posto dell’attuale assessore Domenico ‘Mimmo’ Turano – la si desume anche dall’analisi del voto a Trapani. In realtà, tale ipotesi è in piedi da tempo

La Sicilia ‘festeggia’ il primo turno delle elezioni amministrativa in 128 Comuni. Da quello che leggiamo un solo esponente politico – il segretario di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte – ricorda che oggi, 31 Maggio, dopo ben due proroghe, scade la proroga per l’approvazione dei Bilanci di previsione dei Comuni della nostra Isola. In pratica, i cittadini siciliani hanno eletto i Sindaci e i Consigli comunali di Comuni senza soldi che, ‘raschiando il barile’, potranno a malapena pagare gli stipendi raddoppiati agli stessi nuovi amministratori comunali. “Nessun Comune siciliano – scrive su Facebook Lomonte nella sua analisi del voto in Sicilia – ha approvato il Bilancio di previsione 2023. La scadenza, prorogata già due volte, è oggi. Significa, semplicemente, che tutti i Comuni siciliani sono in dissesto: si va avanti con le anticipazioni bancarie e le spese improrogabili. Né i consiglieri comunali, né i sindaci vogliono approvare Bilanci che significherebbero la fine dei loro Comuni. La situazione, cioè, ha superato il punto di rottura. E il collasso dell’Amap, ormai impossibilitata a pagare persino gli stipendi, è solo il primo caso concreto del collasso finanziario che attende prima i Comuni e, subito dopo, la Regione siciliana”. L’Amap, per la cronaca, è la società per azioni a maggioranza pubblica che gestisce il servizio idrico a Palermo e in altre 33 Comuni del Palermitano oggetto di un’inchiesta della Magistratura europea con relativo sequestro di 20 milioni di euro. L’Amap, secondo Lomonte, non potrà più pagare gli stipendi ai dipendenti per mancanza di soldi, anche se i sindacati fanno finta di non capirlo. Un elemento da segnalare in questa tornata elettorale è il ‘capitombolo’ dell’attuale assessore regionale alla Formazione professionale, Domenico ‘Mimmo’ Turano, ex democristiano passato con la Lega che nella sua provincia – Trapani – invece di9 appoggiare il candidato di centrodestra, Maurizio Miceli, ha appoggiato il sindaco uscente, Giacomo Tranchida, che è stato rieletto. La Lega targata Turano non solo ha fatto eleggere Tranchida ma ha anche ‘incassato’ quasi il 9% dei voti. Alle precedenti elezioni la Lega, a Trapani, non era arrivata al 2%. Anche se noi pensiamo che l’operazione Tranchida non sia esattamente leghista… In ogni caso, questo servirà al presidente Schifani per togliere dalla Giunta regionale Turano, magari da sostituire con Caterina Chinnici che ha aderito a Forza Italia, il partito del presidente della Regione.

 

A Trapani scompare Forza Italia

Restando a Trapani non passa inosservato il tracollo elettorale di Forza Italia. Uscito di scena l’ex senatore berlusconiano Tonino D’Alì, travolto da una vicenda giudiziaria, gli azzurri non raggiungono nemmeno il quorum per entrare nel Consiglio comunale di questa cittadina. La mafia è sparita da Trapani, la provincia del boss dei boss, Matteo Messina Denaro? No, la mafia, a Trapani e dintorni, era già presente e forte nei primi decenni del 1800, quando si poneva in contrasto con i Borbone che governavano il Regno delle Due Sicilie. A Trapani la mafia è sempre stata forte e lo è ancora. Ha solo cambiato ‘cavalli’. Le cronache di queste ore raccontano di una vittoria a valanga del centrodestra anche Sicilia. In realtà, anche nella nostra Isola si sta verificando quanto avvenuto a livello nazionale: più che di una grande vittoria del centrodestra bisogna parlare della quasi scomparsa del centrosinistra. Gli esponenti del centrodestra spiegano che i grillini siciliani hanno preso una batosta perché è venuto meno il Reddito di cittadinanza. Questa spiegazione è valida solo in minima parte, sia perché il Reddito di cittadinanza non è stato del tutto eliminato, sia perché la ragione della sconfitta grillina in Sicilia è più profonda. Il Movimento 5 Stelle, anche in Sicilia, ha incarnato il sogno di una rivoluzione. Come per la Rete di Leoluca Orlando nei primi anni ’90 del secolo passato, i siciliani hanno credito nei grillini. Ma esattamente come ha fatto Orlando, anche i grillini, una volta entrati nei gangli del potere si sono rimangiati le istanze rivoluzionarie. I grillini sono destinati a scomparire perché occupano uno spazio politico – la sinistra – che non gli appartiene.

 

L’analisi sul tracollo del PD di Pino Apprendi

L’analisi del voto in Sicilia ci consegna la crisi, anche nella nostra Isola, del PD. Una riflessione – che riguarda il PD italiano – ha messa nero su bianco nella propria pagina Facebook Pino Apprendi, figura storica della sinistra post comunista di Palermo: “Bisognava aspettarselo questo disastro. Inutile prendersela con Elly Schlein, non è sua la responsabilità. Purtroppo i responsabili veri stanno tutti seduti in Parlamento, sia chi ha avuto il partito in mano e sia chi ha governato in questi anni il Paese. Qualche nome? I Ministri Orlando, Franceschini, Boccia, Provenzano, i segretari Letta e Zingaretti. Prima ci si libera da queste persone e prima può cominciare la rimonta”. Apprendi tocca un punto delicato, che riguarda il PD nazionale e il PD siciliano. Un partito che non rappresenta più l’elettorato di sinistra. L’analisi, in realtà, andrebbe approfondita, cercando di capire il perché il Partito Democratico non riesce più a rappresentare i valori politici e culturali della sinistra. In realtà, questo partito è nato male, nel 2008, con Walter Veltroni, che allora si ispirava dai Democratici americano di Barack Obama. Scelta disastrosa, perché Obama si è dimostrato uno dei peggiori presidenti degli Stati Uniti d’America: un guerrafondaio che ha seminato morte e disperazione in mezzo mondo. Peggio di lui c’è solo l’attuale presidente USA, Joe Biden – Democratico come lui – che per difendere l’area del dollaro insidiata dalla Cina sta portando il mondo verso la terza guerra mondiale. Il PD sconta anche un altro problema: è diventato il partito dell’Unione europea dell’euro: un’Unione europea ultra-liberista e globalista che è la negazione dei valori della sinistra. Apprendi parla di “rimonta”. Noi ci auguriamo che, anche in Italia e in Sicilia venga fuori una sinistra radicale – d’ispirazione socialista – sul modello de La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Una sinistra rivoluzionaria che si batta contro l’attuale, fallimentare Unione europea.

 

La Lega in Sicilia ha capito tutto…

C’è di scrive di una grande vittoria della Lega in Sicilia. Analisi vera solo in parte. La Lega, nella nostra Isola, ha raccolto l’adesione di alcuni soggetti che arrivano in parte da Forza Italia e in parte dal mondo democristiano. In più il segretario leghista Matteo Salvini si presenta con il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina che per chi controlla gli appalti pubblici in Sicilia è una nuova manna dal cielo. Ricordiamo che in Sicilia, soprattutto negli ultimi venti anni, le grandi opere pubbliche vengono finanziate non per essere completate ma per tenere in piedi un articolato sistema di clientele che coinvolge a pieno titolo il mondo sindacale. Al motto siciliano di “l’operai travagghianu“, la politica italiana, la politica siciliana e il mondo sindacale tengono in piedi con fiumi immensi di denaro pubblico opere pubbliche finanziate che non vengono mai completate: la Circumetnea di Catania, il Passante ferroviario di Palermo, l’Anello ferroviario di Palermo, la ‘nuova’ autostrada Caltanissetta-Agrigento, l’autostrada Palermo-Agrigento, l’autostrada Siracusa-Gela, gli eterni lavori lungo l’autostrada Palermo-Catania con le interruzioni e i cantieri che, come per ‘magia’, aumentano invece di diminuire e la lista continua con le ‘nuove opere’ tipo la Catania-Ragusa. Il Ponte sullo Stretto di Messina rientra in questo scenario e dovrebbe garantire le vittorie elettorali del centrodestra in Sicilia e in Calabria per i prossimi trent’anni… In questo senso, la Lega in Sicilia ha un grande futuro!

 

Gianfranco Miccichè non fa vincere al primo turno il candidato Sindaco di Forza Italia 

Concludiamo la nostra analisi ancora con Lomonte che condividiamo. “Sono due – scrive il segretario politico di Siciliani Liberi – i risultati politicamente rilevanti delle amministrative in Sicilia. Il primo è che, nonostante la saggia scelta del Presidente della Regione di far votare finalmente a Maggio e non a Giugno inoltrato, l’affluenza supera di poco la metà del corpo elettorale (56%). E questo nonostante ad esempio nella piccola Siracusa vi fossero oltre 700 candidati a consigliere comunale e 8-9 candidati sindaco. Con intere famiglie mobilitate per il voto (per la cronaca, a Siracusa la corrente di Forza Italia di Gianfranco Miccichè, di fatto, candidando Edy Bandiera Sindaco ha fatto perdere il candidato, sempre di Forza Italia, Ferdinando Messina, che ora se la dovrà vedere al ballottaggio dove potrebbe perdere). Il secondo dato che segnala Lomonte “è che le elezioni dei sindaci ‘civici’, ovvero contro i partiti romani, di Ragusa e Trapani certifica la fine dei partiti politici italiani in Sicilia. L’affermazione dell’abile Enzo Trantino a Catania non inganni: Trantino (eletto al primo turno Sindaco di Catania ndr) è stato votato per le sue capacità unite a umanità e distinzione. La città è di nuovo in pieno dissesto e si affida ad un uomo capace perché lo possa evitare e risolvere gli innumerevoli problemi causati dalla totale disamministrazione che la accomuna perfettamente a Palermo”. Da segnalare, infine, la lenta e costante crescita della Nuova Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro, che nel Comune di Modica ha eletto Sindaco al primo turno, con quasi il 70% dei voti, una propria esponente, Maria Monisteri Caschetto; la lista della DC è stata la più votata con quasi il 30% dei voti.

Foto tratta da Palermo la Repubblica

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