Due giorni di pioggia giustificano l’alluvione in Emilia Romagna? Storia del grande invaso di Ridracoli /MATTINALE 924

21 maggio 2023
  • Noi non abbiamo mai creduto alla grande siccità nel Nord Italia. Il 23 Aprile scorso abbiamo pubblicato un’intervista a Mario Pagliaro che ha demolito, con la forza dei numeri, la siccità nordista raccontata dalla televisione. Dopo la siccità che non c’era è arrivata l’alluvione che invece c’è, provocata da due soli giorni di pioggia. Possibile? 
  • I danni provocati dal maltempo nel Nord Italia quando invece la televisione ci raccontava la grande siccità del Nord Italia e persino “L’Estate anticipata”  
  • Sinfonia sul grande invaso di Ridracoli, 5 chilometri di estensione! Le piogge lo hanno riempito? Una storia strana 

Noi non abbiamo mai creduto alla grande siccità nel Nord Italia. Il 23 Aprile scorso abbiamo pubblicato un’intervista a Mario Pagliaro che ha demolito, con la forza dei numeri, la siccità nordista raccontata dalla televisione. Dopo la siccità che non c’era è arrivata l’alluvione che invece c’è, provocata da due soli giorni di pioggia. Possibile? 

Non è un po’ strano che due giorni di pioggia abbiano provocato un’alluvione di proporzioni mostruose in Emilia Romagna, Regione che fino a poco tempo fa veniva dipinta come colpita da terribile siccità, insieme con il resto del Nord Italia? Come hanno potuto, due giorni di pioggia, rompere gli argini di venti fiumi inondando mezzo mondo, provocando 14 morti, 36 mila sfollati e danni incredibili a milioni di animali e, in generale, alla natura? I signori della televisione, che per mesi hanno raccontato in tutte le salse la siccità del Nord Italia queste domande non se le pongono? I Nuovi Vespri, grazie a Mario Pagliaro, chimico del Cnr ed esperto in climatologia, ha sempre manifestato dubbi sulla siccità nel Nord Italia. In tempi non sospetti, quando la televisione – che a nostro avviso andrebbe chiusa per sempre – ci raccontava la grande siccità del Nord Italia, noi pubblicavamo un’intervista a Pagliaro. Questo è avvenuto il 23 Aprile, poco meno di un mese fa. Attenzione alle date, perché nella ricostruzione dei fatti sono importanti. “Fra poco più di una settimana – scrivevamo il 23 Aprile – si sarà concluso il mese di Aprile. Abbiamo visto le incredibili immagini di Campo Imperatore sommerso da metri di neve. Ma i Tg ci parlano sempre e solo di ‘siccità’. Leggiamo invece sulla pagina Facebook di Mario Pagliaro che il gelo sta letteralmente facendo saltare buona parte della produzione agricola del Nord Italia. Siamo tornati dunque a sentire il ricercatore del Cnr. Perché la questione dei prezzi agricoli al Nord poi, come tutto ciò che avviene al Nord, determina forti contraccolpi al Sud e in Sicilia”. Era successo che leggendo le cronache nei giornali locali di piccole e medie città del Nord Italia – e non i ‘Grandi giornali’ – eravamo rimasti stupiti nell’apprendere di piogge e neve mentre la televisione raccontava della “grande siccità”. Così abbiamo chiesto notizie a Pagliaro.

 

I danni provocati dal maltempo nel Nord Italia quando invece la televisione ci raccontava la grande siccità del Nord Italia e persino “L’Estate anticipata”  

Abbiamo chiesto a Pagliaro se il maltempo aveva provocato danni all’agricoltura del Nord Italia: “Sì, i danni alle produzioni agricole del Nord Italia sono pesantissimi. E si estendono a quasi tutte le colture. Le prolungate notti di gelo, con la temperatura che in molte valli e persino in pianura ha toccato i -6 °C, hanno in alcuni casi completamente distrutto le produzioni. In Emilia Romagna si parla del 70% di danni alle produzioni agricole (come si legge qui). In Lombardia si è provato a salvare le mele con gli impianti di irrigazione antibrina (come si legge qui).  In Trentino si è provato a salvare mele e ciliegie accendendo i fuochi fra i filari dei frutteti, ma anche delle vigne (come si legge qui). In questo modo si riesce a salvare parte della produzione. Ma le notti di gelo sono state troppe, e il maltempo di questi giorni con forti piogge e grandinate ha peggiorato ulteriormente la situazione”. Attenzione a quest’altro passaggio dell’intervista: “Il momento difficile sta per chiudersi, ancora all’insegna del freddo anomalo e delle eccezionali precipitazioni un mese di Aprile di cui non si aveva memoria dal punto di vista meteorologico. Nessuno ricorda quasi 3 metri di neve a Campo Imperatore, cioè a 2000 m di altitudine in Centro Italia, il 22 di Aprile (come potete vedere qui). Basti pensare che hanno deciso di mantenere gli impianti aperti fino all’1 Maggio, come noi diciamo inascoltati da anni ai gestori degli impianti di risalita anche del Nord. Anzi, mi consenta di fare una previsione: gli amici abruzzesi terranno gli impianti aperti ben oltre il primo Maggio. Né, per tornare al Nord, i residenti ricordano nevicate come quella del 21 Aprile, capaci di far cumulare 30-40 cm ai Passi dolomitici dove normalmente ci sono già i fiori, mentre adesso è tutto ricoperto da una spessa coltre di neve (come si deve qui). Oppure, per trasferirci in città, vedere la pianeggiante Milano sotto la grandine nelle stesse ore (qui le immagini della grandinata di Milano)”. Ribadiamo: questa intervista è stata pubblicata mentre si raccontava del Nord Italia colpito dalla siccità, addirittura con “l’Estate anticipata”! Un mese dopo – e siamo ai nostri giorni – 48 ore di pioggia hanno provocato un’alluvione disastrosa. Ma che pioggia c’è stata? Un diluvio universale? Fino a un mese fa le Regioni del Nord – Lombardia, Venero, Emilia Romagna – chiedevano allo Stato i fondi per la siccità e ora la stessa Emilia Romagna è sott’acqua? Tutto questo non è strano?

 

Sinfonia sul grande invaso di Ridracoli, 5 chilometri di estensione! Le piogge lo hanno riempito? Una storia strana 

In Emilia Romagna, proprio sopra le aree che sono state colpite dall’inondazione, c’è un grande invaso realizzato tra il 1974 e il 1982: si tratta dell’invaso di Ridracoli, che si distende per quasi 5 chilometri verso l’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna. Un invaso artificiale enorme. Da qui la prima domanda: se la siccità nel Nord Italia non risponde al vero e se è vero quanto ci ha raccontato un mese fa Mario Pagliaro – fatti dimostrati dagli articoli pubblicati dai giornali locali che abbiamo allegato – questo benedetto invaso di Ridracoli, pensavamo un mese fa, si deve essere riempito di acqua, altro che siccità! Un mese fa, pensando al maltempo che imperversava nel Nord Italia ci siamo chiesti: la diga di Ridracoli sarà grande quanto quella del Vajont? Nella nostra mente, quando pensiamo al Partito unico del Nord – Lega, PD, Forza Italia del Nord – compaiono sempre calamità e disgrazie, dall’Autonomia differenziata ai disastri sociali, economici e anche ambientali, come il disastro del Vajont. Pur essendo molto perplessi sulla siccità del Nord quando in realtà pioveva, abbiamo subito rimosso il pensiero, perché già di ‘camurrie’ ne abbiamo avute tante, in termini di lettori persi, per avere manifestato il dubbio che le elezioni presidenziali americane del Dicembre 2020 siano state ‘taroccate’ dai Democratici americani per fare perdere Donald Trump e, soprattutto, per avere trattato alla stregua di una barzelletta il ‘magnifico’ vaccino contro un Coronavirus ad Rna (leggere SARS-CoV-2, il Coronavirus responsabile della pandemia  di Covid). Oggi, mentre l’Emilia Romagna è colpita da una tremenda inondazione, abbiamo fatto una piccola ricerca. Ecco un articolo del 5 Marzo di quest’anno di sky tg24. Titolo: “Romagna, la diga di Ridracoli tracima: non succedeva da due anni”. Ma se c’era la siccità come faceva la diga a tracimare? Mistero… Sommario: “In un momento di grave siccità, grazie alle ultime piogge per la Romagna è assicurata una scorta di acqua potabile fondamentale per la prossima estate. A disposizione 33 milioni di metri cubi”. Ma se c’era la siccità come hanno potuto le “ultime piogge” e la neve che non c’era (così raccontavano) provocare l’accumulo di 33 milioni di metri cubi di acqua? Molto interessante l’incipit dell’articolo: “Una grande cascata si stacca dalla diga di Ridracoli, sull’Appennino di Forlì e Cesena. Non accadeva da due anni. Effetto delle ultime piogge e della neve”. Forlì e Cesena: ma non sono tra le città colpite dall’inondazione di queste ore? Articolo dell’ANSA del 4 Maggio, poco più di 15 giorni fa. Titolo. “Maltempo: seconda tracimazione del 2023 per la diga di Ridracoli”. Come potete notare, dalla siccità siamo passati al maltempo. Ecco un passaggio dell’articolo: “Fra i tanti danni e problemi provocati anche nel forlivese dall’eccezionale ondata di maltempo, una cosa positiva c’è: le forti piogge delle scorse 48 ore hanno riempito il lago artificiale alle spalle della diga di Ridracoli, provocando la tracimazione, la seconda del 2023 dopo quella dello scorso 4 marzo. La cascata si è formata appena l’invaso, grazie ad un rapido innalzamento del suo livello di quasi tre metri, ha raggiunto il suo 100% di capienza totale”. Domanda: se la pioggia di poco più di 15 giorni fa ha riempito l’invaso di Ridracoli, provocando la seconda tracimazione, le piogge eccezionale di qualche giorno fa che hanno inondato l’Emilia Romagna che effetti hanno provocato nell’invaso di Ridracoli? C’è stata un a terza tracimazione? Se con i due giorni di pioggia nei primi di Maggio l’invaso di Ridracoli “ha raggiunto il suo 100% di capienza totale”, la stessa cosa deve essere avvenuta con le piogge dei giorni scorsi. O no? Insomma, l’invaso di Ridracoli è ancora pieno? Parliamo di una diga di 5 chilometri, non di una bazzecola! Questa storia non è un po’ strana? Ma cosa hanno combinato i nostri amici del Nord Italia che prima volevano dallo Stato i soldi per la siccità e adesso vogliono i soldi per l’alluvione?

Foto tratta da Il Riformista   

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